Sei foto di Roberto Cavalli da cui dovevamo capire che è comunista

Alle superiori avevo un professore di Lettere che una volta mi disse, “Se il Partito Comunista italiano avesse potuto contare su un vero eroe, un simbolo non politico che rappresentasse la rivoluzione, la storia sarebbe andata diversamente.” A quanto pare Giancarlo Pajetta non bastò a soddisfare questo bisogno, ma dove ha fallito lui potrebbe riuscire Roberto Cavalli.

Negli ultimi due giorni Cavalli sul suo profilo Instagram ha postato due primi piani intensi, corredati da una serie di riflessioni politiche e sociali. “Tutti i giorni vi coinvolgo nei miei pensieri, nei miei sogni , ne miei desideri …….. adesso voglio confidarvi che io non sono un centrista ne di destra né di sinistra …… da sempre sono un vero comunista. […] Vi faccio imaginare Roberto Cavalli che votava Palmiro Togliatti.”

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Questa rivelazione social è stata seguita, il giorno dopo, da una specie di post-esistenziale, che sembra in qualche modo ammiccare velatamente ad una “scesa in campo” di Cavalli. ” Grandi personaggi hanno vinto elezioni … solo con l’aiuto di social !!!! Io non desidero vincere niente, sono solo stanco di vedere il mio paese nelle mani di politici avidi di soldi e successo. !!!!! TUTTI……. TUTTI ….. VE LO GARANTISCO ! […] IO HO PROVATO TANTO, ho consacrato la mia vita a dimostrarmi che potevo essere capace. !!!!!!!! […] ADESSO CI SONO ! Non è mai troppo tardi!”

Questi due post di Roberto mi hanno fatto immaginare una sua incursione in Versilia, su un idrovolante maculato, per conquistare la Capannina di Franceschi e proclamare la Repubblica Popolare di Forte dei Marmi. In realtà Cavalli aveva già espresso questa sua tendenza politica, per esempio quando disse che preferiva “la giustizia sociale alle modelle”, o che ogni volta che vedeva una Ferrari segnalava la targa alla finanza.

Ma come abbiamo fatto a non accorgerci dell’animo barricadero di Roberto? Come ha fatto questo cuore rosso a sparire in mezzo a tutti quei tessuti stampati con fantasie leopardate a colori cangianti? Setacciando il suo profilo Instagram, mi sono accorto che in realtà c’erano diversi indizi che facevano trasparire l’identità comunista di Cavalli: ho deciso così di fornire alcuni esempi, in modo da contribuire a creare questo nuovo mito di classe, che ci guiderà verso la rivoluzione.

FOTO IN CUI FA IL VERSO A CHE GUEVARA

La riconoscete quell’espressione intensa che cela un animo ribelle? Quel viso cotto dal sole per le tante ore passate a rinvigorire l’animo dei compagni rivoluzionari nelle fazende conquistate ai latifondisti? Quel sigaro? Il fatto che Roberto stia posando su un panfilo, e non in una copisteria abusiva in cui si stampa El Cubano Libre, non toglie che Cavalli sia il nostro Che Guevara.

CAVALLI FRANCESCANO

Cavalli ha sempre disdegnato il lusso, nonostante le apparenze. Ha un animo francescano, che rigetta il benessere materiale e vuole ricongiungersi con la natura e il Creato. Qui lo potete vedere mentre mette in atto il Cantico delle Creature e lascia che dei galli ruspanti vengano a lui. #freedom.

L’OBLAST DI CAVALLI

Nel 2015 Roberto ha comprato un’isola. Ufficialmente l’ha fatto come regalo per la sua ragazza svedese, ma io immagino che in realtà la Cavalli Island sia una protoregione di ispirazione sovietica in cui le teorie marxiste vengono messe in atto. Sulla Cavalli Island i mezzi di produzione sono tutti in mano allo stato: le stamperie che producono magliette color coda di pavone sono autogestite dagli operai—che durante le lunghe pause pranzo leggono l’opera omnia di Majakovskij fornita dal governo—e la vodka prodotta dallo stilista viene distribuita gratuitamente durante la festa commemorativa della Rivoluzione d’Ottobre.

CAVALLI ALLA DACIA PRESIDENZIALE

La dacia presidenziale preferita da Iosif Stalin si trovava a Gacra, in Abcasia: c’erano 12 stanze da letto, una piscina coperta, e un enorme parco mediterraneo. Quella di Roberto Cavalli, invece, è molto più minimal: gli unici vezzi sono i piumini in tessuto tecnico per proteggersi dal freddo sovietico, e i quad giganti per andare in giro a far vedere gli stivali chantilly.

CAVALLI CHE GONFIA UN PALLONCINO PER I BAMBINI COME CHE GUEVARA

L’idolo argentino di Roberto torna anche in altre immagini, e non solo nelle foto con i sigari cubani. Qui ad esempio lo vediamo mentre gonfia dei palloncini per dei bambini in un villaggio in Papua Nuova Guinea, come il Che durante i Diari della Motocicletta. Eroe del popolo, portatore di felicità.

CAVALLI AI TEMPI DI SENDERO LUMINOSOO

Ora, prendete questa e foto e ditemi se Cavalli da giovane non sembrava un giovane militante di Sendero Luminoso negli anni Settanta. Capello lungo, barba incolta, gilet e stivali di pelle, cigarillo in bocca: sembra che si stia preparando a un’azione di guerriglia contro l’esercito peruviano.

Per quanto mi riguarda, la sua versione della rivoluzione proletaria sembra essere la più appetibile di tutti i tempi. Niente auto sovietiche in lamiera nuda senza aria condizionata, restrizioni filiali, gulag o interi raccolti di riso andati persi per un piano quinquennale sbagliato: la Repubblica Popolare di Forte dei Marmi si presenta come un paradiso sociale fatto di colori sgargianti, gite in quad sulle Apuane, e isole popolate da modelle svedesi. Viva la revolución.

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