Le strade dell’amore sono misteriose e piene di insidie, e così sono anche quelle del sesso in webcam. Naturalmente le cose zozze possono finire in disgrazia anche di persona, ma la connessione internet, l’anonimato o la presenza di genitori ficcanaso aggiungono un livello di difficoltà in più.
Per esempio, ricordo che qualche anno fa stavo chattando con un tizio su Bumble che sembrava perfettamente normale. Abbiamo parlato per un po’ e siccome io ero arrapata e lo era anche lui, abbiamo spostato la conversazione su FaceTime. Improvvisamente stavo indossando dei pantaloncini di jeans e facendo uno spogliarello per un tizio che non avevo mai visto prima. Quando mi sono sfilata i jeans per il gran finale, ho visto il suo braccio fare su-e-giù. Poi l’ho sentito sbuffare, e lo schermo è diventato nero. La chiamata era chiusa, in chat non c’era più niente. Un anno dopo, mi ha scritto su Whatsapp dicendo: “Chi sei? Ho il tuo numero salvato senza nome.”
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Ho raccolto un po’ di storie come questa per lanciare un avvertimento: fate attenzione, e non solo perché ci sono in giro un sacco di stronzi. Ci sono anche un sacco di stronzi malintenzionati [nell’articolo vengono citate la minaccia di diffusione di materiale personale senza consenso e la sua detenzione, che sono cose molto serie: ne abbiamo parlato qui].
“Ho sentito un urlo, era sua madre”
Nel 2014 avevo una relazione a distanza con questo bel ragazzo. Riuscivamo a vederci circa tre volte alla settimana, ma fare sesso tre volte alla settimana era poco per me. Vivevo da sola, quindi vibratori rumorosi e sexting facevano parte della mia routine. Ma volevo di più. Le sue dick pic facevano schifo. Volevo fare qualcosa in cam con lui, ma viveva ancora con i suoi genitori. Ci è voluto un po’ per convincerlo, ma alla fine mi ha chiamato. Andava tutto bene, ci stavamo dicendo porcate varie, andavamo fortissimo. Poi, proprio mentre stavo venendo, ho sentito un urlo—era sua madre. La sua cattolicissima madre. Che era entrata nella stanza. È stato l’inizio e la fine del nostro sesso via video, ma anche della nostra relazione. Lui dipendeva ancora dai suoi e sua madre pensava che io fossi un mostro.
Non si tratta nemmeno della mia unica storia “mamma vs. cyber sex”. Ai tempi dell’università non avevo amici, a parte il mio ragazzo. Siccome ci eravamo iscritti a due college diversi e lontani, gran parte dei nostri incontri sessuali si basava sul sexting e webcam. Sono tornata a casa per il fine settimana, la mia famiglia non c’era, e ho pensato che sarebbe stato il momento perfetto per fare un po’ di conversazione sexy con il mio ragazzo. La sua webcam funzionava alla perfezione, ma l’audio no. Quindi lui digitava dandomi istruzioni su come toccarmi. È stato fantastico, tutto perfetto. Orgasmo per me, orgasmo per lui. Sono andata a fare una doccia e quando sono uscita dal bagno ho trovato mia madre al mio computer, che mi guardava con lo sguardo più vuoto che mai. Aveva aperto il laptop per vedere il meteo e si era trovata davanti la sua dolce piccola bambina che faceva cose BDSM e anali. Non sapeva nemmeno che non fossi vergine. Ha completamente distrutto il portatile schiantandolo contro la mia scrivania. Non mi sono nemmeno arrabbiata. Era comprensibile. — Nicole*, 25 anni
“Ha zoomato su un pannolone da adulto molto sporco”
Faccio la sex worker da quattro anni e questa è la cosa più schifosa che mi sia mai accaduta in cam. Non giudico, ma ho visto un sacco di cose strane.
Sono specializzata in kink come urina, toilet play e BDSM spinto, ma il mio limite è lo scat, che sarebbe la cacca. Questo tizio mi ha chiesto di fare una sessione su Skype, io ho detto “ma certo” e gli ho dato le mie tariffe e le cose che non ammettevo. Faccio la sottomessa di professione, quindi nelle sessioni su Skype mi umilio mentre il cliente mi dice cosa devo fare.
Quando ho risposto alla chiamata lo schermo era molto scuro e non riuscivo a vederlo bene. Gli ho chiesto di aumentare la luminosità e a quel punto mi sono accorta che aveva zoomato l’inquadratura su un pannolone da adulto molto sporco e pieno. E stava giocando con il suo contenuto. Non avevo mai bloccato una persona così velocemente in tutta la mia vita. — Katy*, 22 anni
“Qualcuno mi ha mandato un fotogramma del video con la scritta ‘so tutto’”
Quando frequentavo l’accademia d’arte, una volta mi sono trovata fattissima a una festa in casa. Io e un’altra ragazza siamo andate in una stanza e abbiamo trovato una videocamera. Abbiamo pensato che sarebbe stato divertente filmarci mentre facevamo sesso e così abbiamo fatto. Non so bene perché ci sembrasse così divertente. A ogni modo, dopo quella sera ho completamente dimenticato tutta la questione per circa tre o quattro anni. Poi un giorno, all’improvviso, mi è arrivato un messaggio con un fotogramma del video, che non avevo mai visto, e la scritta “so cosa hai fatto.”
Sembrava una cosa uscita da un film dell’orrore. Sono andata nel panico, pensando che l’avrebbero pubblicato online o qualcosa del genere e ho mandato la foto alla mia migliore amica per chiederle se secondo lei avrei potuto dire che non ero io. Alla fine non è successo nulla e il numero che mi aveva mandato il messaggio non esiste più. Ma a oggi non so ancora chi sia stato. — Emily, 31 anni
“Mandavo foto del mio pisello nella speranza di ricevere qualcosa in”
Da adolescente ero costantemente arrapato. Lo sono ancora. Parlo dei tempi di Bebo, dove c’erano gruppi in cui donne e uomini chattavano e spesso si scambiavano i contatti MSN per passare alla cam. A volte eri solo tu e una tipa a caso che si masturbava in modo molto triste. Altre volte ti chiedevano di aprire la webcam ma in cambio mandavano solo foto che per me, un giovane teenager naïf con il disturbo dell’attenzione e zero buon senso, significava chattare con le donne più belle del mondo. Ora che sono adulto, ho capito che probabilmente non erano le donne credevo fossero.
Praticamente io mandavo a ripetizione foto del mio cazzo a chiunque su MSN messenger nella speranza di ricevere almeno un capezzolo in cambio. Quindi forse oggi ci sono pedofili con quelle foto nell’hard disk. Ero testardo e vivevo in un mondo in cui credevo che nessuno avrebbe potuto farmi del male. A quei tempi MSN era pieno di cyber sex. Io non avevo idea di cosa stessi facendo. — James, 27 anni
*nomi cambiati per proteggere l’identità
Le dichiarazioni sono state editate per lunghezza e chiarezza.