Nelle Filippine la polizia ha ucciso due sindaci in poche settimane

Un sindaco filippino è stato ucciso dalla polizia nella cella in cui era detenuto con l’accusa di narcotraffico.

Rolando Espinosa Senior era il primo cittadino di Albuera, una cittadina delle Filippine centrali. Insieme ad altri 150 tra funzionari governativi, poliziotti e giudici, il suo nome compariva nella lista nera di chi è sospettato dal presidente Rodrigo Duterte di aver contribuito al traffico di droga.

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Duterte ha intimato alle persone presenti sulla lista di consegnarsi alle forze dell’ordine. Espinosa si era arreso lo scorso agosto nel corso di un programma televisivo ed era poi stato rilasciato. Il mese scorso, però, il sindaco è stato arrestato nuovamente con l’accusa di traffico di stupefacenti e rinchiuso nel carcere di Baybay City.

Secondo la ricostruzione della polizia, Espinosa e un altro detenuto avrebbero aperto il fuoco contro gli agenti che stavano perquisendo la prigione in cerca di droga e armi. Il New York Times riferisce che gli agenti avrebbero trovato metanfetamine, marijuana e attrezzature per il consumo di droga nella loro cella.

Tuttavia, questa versione dei fatti non convince gli oppositori del regime di Duterte.

“Così a naso, sento puzza di un omicidio extragiudiziale,” ha detto alla CBS l’ex capo della polizia nazionale Panfilo Lacson.

Espinosa è il secondo politico a finire vittima della sanguinosa guerra alla droga lanciata dal presidente Duterte. Alla fine di ottobre era stato assassinato Samsudin Dimaukom, sindaco di Saudi Ampatuan. Anche il suo nome compariva sulla lista nera.

Eletto nel maggio 2016, Rodrigo Duterte ha promesso di contrastare con tutte le sue forze il consumo di shaboo, sostanza simile alla crystal meth molto diffusa tra i filippini. Il neo presidente ha giurato di uccidere migliaia di criminali coinvolti nel narcotraffico. Ma la sua politica è andata ben oltre: si è anche appellato ai cittadini affinché si impegnassero in prima linea a scovare e ammazzare i tossicodipenti.

Secondo alcune stime, per la fine di ottobre la sua guerra al narcotraffico sarebbe già costata la vita di 3.800 persone in meno di quattro mesi. Le azioni di Duterte sono state duramente condannate sia dalle organizzazioni per i diritti umani che dalle Nazioni Unite.

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