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Droga

Sono stato all'Inauguration Day di Trump sotto acido

"Le mani di Trump sono molto più piccole, quando sei sotto acido."

Per molti, il periodo iniziato con l'elezione di Trump è quanto di più simile a un lungo e doloroso viaggio sotto acido culminato con l'Inauguration Day di venerdì. Per il 21enne Zachary, di Philadelphia, l'Inauguration Day è stato a tutti gli effetti un viaggio sotto acido—perché prima di ritrovarsi davanti al Campidoglio ha davvero buttato giù dell'LSD. Il padre (che non era sotto acido, ma in sua compagnia) si era procurato i biglietti tramite un politico, ma di certo, ha detto Zachary a VICE, "non immaginava come sarebbe finita."

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Ho intervistato Zachary mentre era di ritorno da Washington, per capire perché abbia scelto di inaugurare con l'LSD la presidenza Trump.

VICE: Allora, la prima domanda è chiaramente "perché"?
Zachary: Intanto, se parliamo di inaugurazioni, quella della presidenza Trump è la prima della lista. E se devo esserci anche io, tanto vale andarci sotto acido. Così, per aggiungere un po' di pepe alla situazione.

Su Instagram dicevi che avresti partecipato "in rappresentanza dello Scumbag Party of America." Ovvero?
Siamo una minoranza. E indipendentemente da chi è il presidente degli Stati Uniti, noi continueremo a farci di acidi, a farci le canne e ad ascoltare musica a tutto volume. Saremo sempre e comunque noi.

Nel suo discorso Trump ha toccato anche il tema della droga. Come reagiresti se incentivasse la guerra alla droga?
Ah be', io continuerò comunque a farmi le canne [ride]. Me ne sono accesa una subito dopo i colpi di cannone. Ma quelli intorno a me non sembravano troppo felici.

Com'è stato essere circondato da tutta quella gente mentre eri sotto acido? Hai avuto delle visioni particolari?
È stato assurdo, direi. Per sentirmi a mio agio tra la folla mi ero comprato uno di quei cappellini con la scritta Make America Great Again, e non me lo sono tolto un attimo di dosso. Mi sembrava di essermi messo nei loro panni. E dato che molti sono schizzati, mi sentivo al posto giusto. Per quanto riguarda le visioni, durante il discorso avevo continuamente l'impressione che il Campidoglio si stesse liquefacendo. E poi c'era l'orchestra, terribile. Un incubo. Me ne stavo lì a fissare la gente e a rimuginare.

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Come ti senti adesso?
Sto tornando a casa. E sono contento di non essere più lì perché ho visto che le proteste hanno preso una piega un po' violenta. Non voglio immaginare cosa avrei fatto se mi ci fossi trovato in mezzo durante il trip. Dopo la fine della cerimonia me ne sono andato a zonzo, sempre fumando. C'era gente che cantava inni a Gesù, roba così. Ho provato a offrirgli da fumare, ma siccome nessuno ha accettato me ne sono andato. Sono contento di non aver assistito ai tafferugli.

È la prima volta che vai a un evento del genere sotto acido?
Sì. Sono stato a una protesta contro il Democratic National Committee fatto di varia roba, ma non LSD. Dopo aver partecipato a questi eventi so che andarci fatto di qualcosa è molto più gradevole.

Cosa ti aspetti dalla presidenza di Trump?
Non so proprio. Vorrei dargli almeno una possibilità, ma penso anche che sia il male. E se avesse vinto Hillary? Non che lei sia meglio… Non so cosa sarà di questa presidenza, non ho proprio idea di cosa ci aspetta.

Parteciperai ad altri eventi del genere in futuro?
A Philadelphia c'è fermento, quindi sì, magari anche stasera stessa.

A che punto del trip sei?
Mi sono calato l'acido alle 8.30 di mattina, quindi ora sono in pieno down.

Hai qualche altra cosa da dire?
Le mani di Trump sono molto più piccole, quando sei sotto acido.

L'intervista è stata pubblicata in versione ridotta. S

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