Nonostante il continuo attingere dall’immaginario delle scolarette sexy, al fanservice e alla sessualizzazione spesso estrema dei personaggi femminili, la cultura pop del Giappone è anche il panorama in cui è più facile trovare una rappresentazione di generi e orientamenti che va oltre il maschile e il femminile binario ed eterosessuale. A volte il risultato è ottenuto con estrema grazia e sensibilità, altre volte decisamente meno.
Uno dei casi più curiosi è senza dubbio quello di Birdo, da molti definito come il primo vero personaggio transgender nel mondo dei videogiochi. Birdo — in Giappone Catherine — è apparsa per la prima volta precisamente 30 anni fa, alla fine degli anni Ottanta, in Super Mario Bros 2 — un gioco che è stato oggetto di un radicale processo di trasformazione prima di arrivare in Occidente, come riedizione ad hoc di Yume Kojo: Doki Doki Panic.
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Birdo è uno dei tanti mini-boss del gioco che ostacolano Mario: appare in tre diversi colori, ricorda un dinosauro, ma ha una bocca sproporzionata e rotonda, da cui sputa uova. Leggendo però la descrizione del personaggio nel manuale originale, non solo si scopre che il personaggio per qualche motivo si chiama Ostro, ma anche che “pensa di essere una ragazza e sputa uova dalla bocca. Preferisce essere chiamata Birdetta.” Quest’ultima frase, che è stata poi cancellata nelle edizioni successive, lascia intendere che Birdo si identifichi come un personaggio — se non apertamente transgender — sicuramente queer.
La cosa all’epoca non ha destato particolare scalpore, anzi: per dirla tutta, ha sorvolato indisturbata il panorama videoludico — vuoi perché pochissimi leggevano il manuale, vuoi perché fondamentalmente non interessava a nessuno il genere di quel dinosauro sputa-uova. Col tempo, però, la questione relativa all’identità sessuale di Birdo si è fatta incredibilmente arzigogolata e complessa.
Come spesso accade con Mario, i nemici di una volta possono diventare gli amici del domani: così, Birdo riappare improvvisamente in Mario Tennis per Nintendo 64. Ma se in Super Mario Bros 2 sembrava essere un personaggio che si identificava al femminile, in Mario Tennis Birdo viene descritta esplicitamente come una lei: è doppiata da una donna e presentata come partner di Yoshi — a sua volta in qualche modo un personaggio dalla sessualità non “tradizionale,” perché è un maschio che depone le uova. Non addentriamoci per il momento negli eventuali rituali di accoppiamento dei due, ma restiamo al dato importante: possiamo infatti dire che è a questo punto che Birdo diventa apertamente transgender; non è più un maschio che si identifica come donna, ma ha effettuato una transizione. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che serviva semplicemente un partner femminile per il doppio con Yoshi, ma nel caso di Wario è stato inventato Waluigi.
Ma, attenzione, ecco all’orizzonte un’altra giravolta. Nel titolo del 2003 Mario Kart: Double Dash!! Birdo appare nell’edizione europea come Strutzi (magari è il suo street name?) e torna a essere Catherine in quella giapponese. Nella descrizione troviamo questa perla favolosa: “Catherine appears to be Yoshi’s girlfriend… or does that mean boyfriend!?”
Nel 2008 arriva poi Super Smash Bros. Brawl, che — oltre a essere un titolo importante per aver sdoganato tornei e picchiaduro nel mondo Nintendo in maniere inaspettate — contiene un trofeo dedicato a Birdo, in cui il personaggio viene descritto come una “creatura dal genere non definito.” Quindi dopo una transizione specifica, Nintendo sembra aver deciso di identificare il personaggio, piuttosto, come gender-fluid, per motivi che non sono mai stati discussi esplicitamente. La confusione, a questo punto, non è tanto quella sessuale di Birdo, ma quella di Nintendo nel dover adattare il personaggio dal mercato giapponese a quello Occidentale.
Molti produttori di intrattenimento giapponese infatti, consci della differente sensibilità del pubblico americano ed europeo, tentano spesso di semplificare le cose quando adattano i giochi. I risultati però sono altalenanti: un esempio recente è Poison, personaggio femminile di Final Fight che viene poi trasformato in transgender perché, si sa, i gaijin magari si scandalizzano a picchiare le donne, meglio fargli menare un trans — con buona pace di qualsiasi aspetto altrettanto problematico porti con sé questa soluzione. La stessa Birdo in Mario Strikers Charged Football subisce una sorte simile, comparendo nuovamente come personaggio maschile nella versione europea del gioco.
Ancora, nell’edizione giapponese di Captain Rainbow, un gioco per Wii del 2008, Birdo viene mostrata per la prima volta in prigione: la sua colpa è essere entrata nel bagno delle donne, pur sembrando un maschio (un argomento stranamente profetico del dibattito attualissimo sui bagni pubblici e le discriminazioni ai danni della comunità transgender in America). Per dimostrare la propria innocenza, la povera Birdo chiede al giocatore di andare a casa sua per trovare le prove della sua femminilità. La “prova” si nasconde sotto un cuscino, vibra e quando il giocatore la trova viene censurata.
Maschio, femmina, genere non definito, in una relazione o no, le lezioni che si possono imparare dalla storia di Birdo sono molte. La prima è che, a una prima occhiata, Nintendo non sa bene come gestire questo personaggio secondario e cerca di volta in volta di incasellarlo in base ai gusti e alla morale del momento. La seconda è che proprio questo tentativo fallimentare di etichettatura rende Birdo ancora più involontariamente sovversivo e simbolico. Pur essendo un personaggio fittizio, Birdo può essere ciò che sente di essere, anche quando viene trattato in maniera goffa, anche quando si identifica come uomo ma indossa un fiocco in testa, anche quando fa coppia con Yoshi in maniera sfrontata, sfidando le convenzioni di Mario e di quella bacchettona di Peach.
Continua così Birdo, chiunque tu senta di essere.