Internet ci ha benedetti e maledetti con un numero infinito di persone con cui, o di cui, ridere. Il protagonista indiscusso di questa settimana, un 30enne disoccupato di nome di Michael Rotondo, è stato denunciato dai genitori dopo che questi avevano tentato più volte, senza successo, di buttarlo fuori dalla loro casa nello stato di New York. Gli hanno spedito cinque ‘avvertimenti’ da febbraio in poi chiedendogli di—be’, crescere. Nella seconda lettera erano così carini da offrirgli 1100 dollari per trovarsi una casa. Suggerivano che:
1) Organizzi le cose di cui hai bisogno per lavorare e mandare avanti una casa…
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2) Vendi le altre cose che possiedi e che hanno un qualche valore (per esempio lo stereo, attrezzi etc.). Soprattutto se hai delle armi. Hai bisogno di soldi e non avrai posto per quella roba.
3) Anche per quelli che hanno poca esperienza come te ci sono dei lavori. Trovatene uno—devi lavorare!
4) Se hai bisogno di una mano per trovare casa, tua madre si è offerta di aiutarti.
Sembra che Rotondo abbia ignorato le richieste dei genitori, e le loro offerte di aiuto, e abbia detto alla corte che in tutti gli anni a casa “non gli è mai stato chiesto di contribuire alle spese, o di aiutare con le faccende o la manutenzione.” (Secondo i registri, tra il 2008 e il 2010 avrebbe vissuto però fuori casa.)
Capelli lunghi, barba e occhiali, Rotondo sembra una versione meno affascinante di David Foster Wallace—”infinite guest,” ha commentato qualcuno su Twitter—con lo sguardo addolorato di un adolescente e un’aura di vaga vuotezza. È il prototipo di tutto il peggio che è stato detto sui millennial, perciò non stupisce il fatto che i media internazionali ne abbiano parlato. È l’immagine da incubo che compare in testa a qualunque giovane che pensi al proprio fallimento, l’archetipo dell’anti-baby boomer.
Dopo la sentenza in favore dei suoi genitori, Rotondo si è lamentato davanti ai giornalisti fuori dal tribunale, e lo spezzone è finito al Jimmy Kimmel Live. “In caso steste pensando di fare un figlio, sentite questa storia,” ha commentato Kimmel.
“Sì, voglio fare appello,” ha detto Rotondo a un giornalista, “ma mi chiedo, cioè, voglio dire, quello che sembra, cioè.”
“Sembra che abbia detto che devi andartene subito,” ha risposto un altro giornalista.
“Sembra così, ma non ha nessun senso,” ha continuato Rotondo.
Risate roboanti dal pubblico del Jimmy Kimmel Live.
Rotondo è anche comparso alla CNN, Fox News, TMZ Live, e Inside Edition. La sua intervista alla CNN in particolare ha avuto dei passaggi agghiaccianti. “Molte persone hanno letto la tua storia e la nuvoletta dei loro pensieri diceva, ‘Che problema hanno i millennial, sembra che pensino che gli sia tutto dovuto.’ Cosa rispondi a queste critiche?” gli ha chiesto la presentatrice Brooke Baldwin.
“Direi che, uhm, non sono proprio in quella demografica, in quel gruppo, sono molto conservatore. I millennial di cui parlano sono molto liberal come idee, uhm,” ha detto Rotondo, un po’ confuso.
“Ma hai 30 anni, quindi tecnicamente sei un millennial. Non penso esista una divisione tra…” ha controbattuto Baldwin.
“Sì. Hai ragione, ma quando la gente parla dei millennial e della—della loro natura in genere come millennial, parla di inclinazioni più liberal. Non sei d’accordo?” ha chiesto Rotondo in cerca di conferme.
“Non penso sia questione di essere d’accordo o in disaccordo, penso che un millennial sia un millennial per l’anno in cui è nato, ma se questa è la tua opinione, ok,” ha ribattuto Baldwin, cercando di chiudere quel siparietto imbarazzante.
Mentre gli augurava buona fortuna Rotondo ha detto, quasi come un robot, “Io sono un millennial.”
“Sì,” ha fatto Baldwin lanciandogli un’occhiata di sbieco. Quando lui se ne è andato ha aggiunto che “È stata una delle interviste più surreali che abbiamo mai visto qui.”
La spiegazione di Rotondo sul motivo per cui non farebbe parte della demografica di amanti dell’avocado—il suo credo politico—è un po’ fallace. Chi si lamenta della pigrizia e della spocchia dei millennial forse non prende in considerazione i problemi economici che devono fronteggiare e la situazione finanziaria lasciata dalle generazioni precedenti, nonché la carenza di posizioni lavorative remunerative che vengono ancora detenute da persone più vecchie. Inoltre i dati sugli Stati Uniti dimostrano che nel 2017 uno su cinque uomini d’età compresa tra i 25 e i 34 anni viveva coi genitori, contro solo il 12,5 percento delle donne. “Il numero di giovani uomini occupati ha avuto il suo picco intorno al 1960,” secondo il Pew Research Center. “La decrescita nell’impiego e negli stipendi è cominciata nel 1970 e ha reso vivere fuori casa molto più difficile per gli uomini.”
A Rotondo non pare interessare avere un lavoro, e ha dato solo vaghe rassicurazioni sul fatto che ci stia provando, o che abbia cose in ballo. “Sono padre da un paio d’anni,” ha detto a Business Insider. Ma ha dichiarato di avere perso il diritto di vedere il figlio a causa di un litigio con la madre del bambino.
Certo, il personaggio di Rotondo sembra comico, ma la sua è una storia triste. Un bambinone che pesta i piedi per non perdere l’alloggio gratis e non ha intenzione di lavorare è perfetto per la tv e Twitter, ma prenderlo in giro senza tregua non ha senso. La sua storia è una richiesta d’aiuto, e per qualche motivo non ha la forza emotiva e le competenze base che servono per uscire di casa dei suoi.
“Hai solo una mamma e un papà,” gli ha detto Baldwin. “Sono sicura che sei più arrabbiato di quanto sembri, ma non vuoi fare pace con loro?”
“Nnn-no,” ha risposto Rotondo.
Rotondo è sicuramente in una crisi che si è causato da solo, è testardo e ingrato nei confronti di genitori che hanno fatto quello che potevano per farlo crescere. Ma al momento è un personaggio solo, bersaglio di ironia sferzante e dell’ira dell’internet. Ed è anche senza i genitori e senza il figlio. La tentazione di farsi beffe di lui è naturale, ma dovrebbe anche farci riflettere su noi stessi. Per i millennial, Rotondo è l’epitome di quello che non vogliamo che le altre persone pensino di noi.
La sua storia è un insegnamento—non vogliamo essere quel tizio—ma è anche una tragedia.
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