Música

La storia segreta della musica del primo The Sims

Nel 1999 Jerry Martin si mise a sedere nello studio di registrazione che si era costruito nel suo garage in un sobborgo di San Francisco con l’obiettivo di scrivere musica nel modo meno appariscente possibile. Lavorando come Audio Director per uno studio che sviluppava videogiochi, la Maxis, aveva già lavorato alle colonne sonore di simulazioni iper-dettagliate come SimCity 3000 e SimCopter. Ma The Sims, l’ultimo progetto su cui il visionario direttore Will Wright l’aveva messo al lavoro, era qualcosa di diverso. Il giocatore poteva costruire una casa dal nulla provando un senso di infinita possibilità, ma senza alcuna traccia di magnificenza; era come un osservatore che si librava in volo su una città dall’alto di un elicottero, ma senza poter scendere a mettere poi tanto mano sul modo in cui il sistema urbano funzionava. Per la maggior parte del tempo, si giocava costruendo muri, cercando la giusta carta da parati e ammobiliando stanze. Non era poi niente di così particolare, e quindi doveva esserlo anche la musica di sottofondo.

“Doveva essere molto rilassante e contemplativa”, mi dice Martin al telefono. Mi sta chiamando dalla sua nuova casa, tra i monti della California centrale. “Sei lì a costruire e sperimentare, a trastullarti con la tua casa—e puoi andare avanti per ore e ore. Non c’è un gran finale da raggiungere con un lungo crescendo.”

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A diciotto anni dalla sua data di uscita, The Sims è diventato un’istituzione. I quattro episodi del gioco (e le sue innumerevoli espansioni) sono state tradotte in 22 lingue e hanno venduto circa 200 milioni di copie a livello mondiale. Man mano che il gioco diventava più famoso, anche la musica che lo accompagnava ha dovuto adeguarsi. Nella colonna sonora di The Sims 3 c’erano ri-registrazioni in simlish, la lingua parlata dai sim, di canzoni di My Chemical Romance, Flo Rida e Kelly Rowland. Quella di The Sims 4 è stata composta dall’illustre compositore neoclassico britannico Ilan Eshkeri.

Ma una sezione della colonna sonora del primo Sims ha ancora oggi una potenza unica. La musica che accompagna la modalità Costruisci—composta da Martin assieme a Marc Russo, sassofonista dei Doobie Brothers, e al pianista John R Burr—era una serie di sei composizioni new age strumentali per pianoforte. Non appena fermavi il tempo per un po’ di ardito giardinaggio o per trovare il tetto perfetto per la tua casa, quei sei brani cominciavano immediatamente a massaggiarti i timpani. Per anni, all’inizio del millennio, milioni di ragazzi e ragazze hanno passato ore ad ascoltare jazz impressionista semi-improvvisato senza nemmeno accorgersene.

Quei brani sono probabilmente tra le collezioni di musica più ascoltate del secolo. Nel 2005, BusinessWire riportò che il primo gioco della serie aveva venduto 16 milioni di copie. Solo quattro album contenenti materiale originale pubblicati nel 2000, l’anno in cui The Sims venne messo sul mercato, hanno venduto di più: Hybrid Theory dei Linkin Park, Ooops!… I Did It Again di Britney Spears, il Marshall Mathers LP di Eminem e Black & Blue dei Backstreet Boys. È difficile stabilire quanto ognuno di questi album sia stato effettivamente ascoltato—considerando le radio e i passaggi video, il loro impatto è da considerarsi oltre ai meri dati di vendita. Ma Kid A dei Radiohead, pubblicato sempre nel 2000 e considerato un album seminale, ha venduto ad oggi circa un milione e mezzo di copie—un decimo di quelle dei Sims. Possiamo quindi dire quasi con ceterezza che il minimal jazz di Martin è stato più ascoltato degli urletti di Thom Yorke su “Everything In Its Right Place”.

Nonostante la Maxis avesse appena avuto un grande successo con SimCity, quasi nessuno si aspettava che The Sims sarebbe piaciuto così tanto. Jeff Braun, co-fondatore dello studio, ha dichiarato che l’idea di Wright venne accolta con sdegno dal consiglio d’amministrazione. “Che è ‘sta roba? Vuole fare una casa per bambole interattiva? È fuori di testa”, Braun ricorda di aver sentito dire in un’intervista rilasciata nel 2006 al New Yorker. Martin ricorda invece la cosa in modo un po’ diverso: mi racconta che l’atmosfera era in grande parte positiva alla Maxis e più dubbiosa alla EA, che non sapeva bene cosa fare con un simulatore di vita essendo così abituata a pubblicare giochi di sport e di azione.

Ad ogni modo, il progetto venne approvato e Martin poté procedere a comporre la musica che più gli gradiva. Wright contribuiva con qualche suggerimento, ma principalmente sulle stazioni radio che i giocatori potevano ascoltare quando i loro Sim erano a casa e volevano farli ballare o rilassare un po’. La modalità Costruisci (e la modalità Compra, la cui colonna sonora era decisamente più pepata) fu lasciata interamente all’immaginazione di Martin.


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Dato che il gioco conteneva stazioni radio dedicate a generi come country, bossa nova e classica, Martin decise di lavorare a una sorta di jazz volubile senza alcun riferimento di genere. Chiese a Russo—che, in una situazione che non sarebbe sembrata particolarmente fuori luogo nei Sims, viveva direttamente dall’altra parte della strada—di contribuire a un paio di canzoni per il progetto.

Russo mi dice che il processo creativo fu “rigoroso”. Martin gli dava qualche istruzione—umori e atmosfere più che punti di riferimenti musicali veri e propri—e Russo andava da lui con dei pezzi per pianoforte arrangiati con tutti i crismi. Attraversava la strada ed entrava nello studio del suo vicino, registrava i brani al pianoforte, e ci rimaneva male quando si rendeva conto che Martin era iper-critico nei confronti di quello che aveva ascoltava. “Ricordo che mi sono strappato i capelli più di una volta. Avevo scritto brani che mi sembravano fantastici e magari a lui piacevano solo quattro misure prese dalla metà del pezzo”, ricorda. “Alla fine, però, la cosa funzionò molto bene. Mi fece cominciare a pensare, e a provare a suonare cose che non avrei mai suonato altrimenti”.

La più grande sfida stava nel concetto principale che doveva accompagnare la musica. Essendo membro di una rock band rispettata come i Doobie Brothers e avendo vinto un grammy con la band jazz in cui suonava, gli Yellowjackets, Russo trovava difficile fare musica intenzionalmente discreta e poco appariscente. “Provavo a far sì che ogni brano fosse abbastanza interessante, ma non così interessante da distogliere l’attenzione da quello che succedeva nel gioco”, dice. “Nel mio mondo suonare il sassofono e fare jazz o R&B o qualsiasi altra cosa significa cercare di lasciare un impatto, di spaccare”.

A differenza di Martin, che aveva potuto osservare alcune parti del gioco in via di sviluppo e aveva giocato con alcune demo piene di glitch, Russo non aveva idea di quello che sarebbe successo sullo schermo mentre la sua musica riempiva l’etere. “Stavo creando una tavolozza sonora senza poterla realmente vedere”, dice. “Stavo solo prendendo un’emozione o un umore che mi veniva dato e improvvisavo usandolo come punto di partenza”. Ed erano difficili da inquadrare, quelle emozioni e quegli umori: stando a quello che gli diceva Martin, Russo doveva comporre qualcosa di “felice, innocente e speranzoso”.

Quando Russo e Martin si resero conto che non stavano riuscendo a creare quel senso di dolce malinconia, chiamarono Burr che, essendo un pianista jazz di successo e un turnista altamente rispettato, non aveva problemi a lavorare seguendo le idee di Martin. Inoltre il piano era lo strumento che preferiva suonare, mentre Russo nasceva come sassofonista. Burr dice di aver adorato lo stile taglia-e-incolla di Martin. Si trattava solo, dice, di “suonare, guardare Jerry e dirgli, ‘Ok, è così che lo vuoi?” Mentre Russo lavorava ai suoi pezzi autonomamente e li dava poi in mano a Martin, Burr era felice di improvvisare sul momento. Anche se non è menzionato nei nomi che hanno preso parte alla colonna sonora dei Sims nell’edizione pubblicata da EA nel 2007, il pianoforte di Burr compare su quasi tutte le canzoni della modalità Costruisci.

Stranamente, Burr è anche l’unico dei tre musicisti a ricordarsi da dove prese ispirazione per comporre quei brani. Burr è infatti un grande ammiratore del pianista jazz Keith Jarrett, i cui lavori per solo piano condividono con la musica dei Sims un senso di disperata graziosità. Un altro nome che aleggiava nella testa di Burr era quello di George Winston, il cui lavoro spazia dal folk a un delicato impressionismo sonoro. “In assenza di termini migliori, si trattava di quella sensibilità new age alla Windam Hill Records“, mi dice.

È una fortuna che Burr si ricordi di tutto questo, dato che Martin continua a non sapere cosa rispondere ai fan che gli chiedono come fare a trovare musica che suoni come quella della modalità Costruisci. “C’è un sacco di gente che mi chiede che cosa può ascoltare di simile a quei brani, ma io non ne ho idea! Era il nostro stile, e ci piaceva quel modo di suonare. Ma fu solo una buona combinazione tra la mia scrittura e l’improvvisazione di Burr”.

Tutti e tre i musicisti dicono di avere idea di quanto quelle canzoni, nate per essere discrete, abbiano fatto strada rispetto alle aspettative che avevano attorno. Burr dice di non essersene accorto immediatamente, ma solo quando andò a trovare suo nipote poco dopo la pubblicazione del gioco e gli disse che aveva suonato per la colonna sonora. “Pensavo che la Maxis fosse un bizzarro studio locale, quindi credetti che fosse una bella coincidenza. Poi mio nipote mi disse che The Sims era il gioco più famoso del mondo. E io non ne avevo la minima idea”, ricorda.

Russo lavorò per la Maxis per un anno intero prima di tornare a suonare con i Doobie Brothers, ma non ha mai trovato un momento per giocare ai Sims. Ad oggi, Martin rimane l’unico dei tre che ci ha davvero passato del tempo, e persino lui dice di non averlo approfondito troppo. Però, dice, chiacchierando con Burr ha avuto l’idea di scrivere altra musica simile a quella della modalità Costruisci—in maniera completamente indipendente dai Sims, dalla Maxis e dalla EA—e sta cercando il modo migliore per organizzare una campagna di crowdfunding per il suo progetto. Per ora, ha caricato le tracce originali sul suo sito e le ha messe in free download.

Per i milioni di persone che sono cresciute assorbendo semi-consapevolmente questi pezzi, è impossibile distaccarli dal senso di nostalgia che generano. I Sims sono diventati, come ha scritto Lauren Larson di GQ, una migliore pratica di meditazione della meditazione stessa—un mondo di minuzie e soddisfazione di piccoli bisogni e desideri in cui è impossibile perdere o fallire. Ma nei primi anni zero, quando i primi giocatori dei Sims non erano ancora così grandi da sapere cosa fosse il cinismo, vedevano un futuro che non gli sembrava necessariamente impossibile. Forse potevi davvero diventare un pompiere, una rockstar o una supermodella; forse potevi davvero inserire un codice e avere un milione di dollari in un batter d’occhio; forse costruire una villa a tre piani con una piscina coperta, un po’ di vasche per idromassaggio e tre TV grandi come pareti non era poi così difficile; forse siamo tristi perché abbiamo fame, e possiamo smettere di avere fame mangiando una bella tazza di cereali, e i cereali sono sempre in cucina e non è molto più difficile di così.

Anche se non ci avevano giocato, i musicisti che scrissero la musica che accompagna il mondo dei Sims stavano provando a ricreare quell’incantevole senso di innocenza. Russo dice di provare ancora un senso di meraviglia quando riascolta una delle canzoni per la modalità Costruisci—la quarta, quella che sarebbe stata intitolata “If You Really See Eurydice” (anche se dice di non avere niente a che fare con il riferimento alla mitologia greca del titolo). “Quella mi fa sentire incredulo ogni volta che la riascolto. Tipo, ‘Oh mio dio, l’ho fatta io! È splendida!”.

Russo ci lavorò da solo dopo aver buttato giù qualche idea assieme a Martin. “Ricordo che quel pezzo doveva rappresentare un senso di speranza, l’idea di un mondo migliore nel futuro”, dice, e poi si mette a fantasticare su concetti meglio esprimibili con la tastiera di un piano: “Buttavamo lì delle parole e delle frasi. Speranza. Sogno. Con un po’ di tristezza, perché stai crescendo e ti stai lasciando dietro qualcosa che ti piace un sacco. Ma stai anche guardando davanti a te, un luogo dove, si spera, ti sentirai pieno di gioia e meraviglia”.

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