Foto: Guillaume Guilbert / RTBF
Dopo un pene e un ano apparsi sui muri della capitale belga, è il quartiere di Jette a Bruxelles che diviene teatro di un intervento artistico… che lascia perplessi. Su un’insegna che orna uno dei muri di mattoni dell’Atelier 34zero Muzeum, si vede un uomo sdraiato, completamente nudo e intento a urinarsi in bocca. Per molti abitanti, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
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Questa pubblicità di quattro metri per cinque fa parte del programma dell’atelier, Pubblicità per un’opera d’arte: “La riproduzione di un’opera d’arte stampata su tela plastificata [scelta] in funzione della sua integrazione nel tessuto sociale urbano,” come recita il sito dello spazio d’arte indipendente. “Il pubblico sarà provocato, intrigato, contaminato intellettualmente da questo intervento sullo spazio pubblico.”
Nessuno a quanto pare è riuscito a trascendere la “mossa artistica audace” dell’artista americano Keith Boadwee, intitolata Pissing in Mouth (2004). Il centro ha comunicato di essere contrario alla rimozione dell’insegna. “Non capisco perché si faccia tanto baccano per questa faccenda”, ha detto Han Decorte, coordinatore delle attività pedagogiche dell’Atelier, a The Creators Project. “Quando dei bambini vengono in visita, spieghiamo loro perché quest’uomo si urina in bocca. Una donna a quanto pare non riesce più a prendere il pullman che passa davanti all’Atelier. Trovo sia esagerato. Non mi sembra così sconvolgente.”

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La reazione all’insegna si colloca all’interno della generale agitazione che sta animando tutta la città di Bruxelles, dove una facciata di un palazzo è stata interamente ricoperta da un enorme pene. La scuola privata situata lì vicino ha ritenuto che l’operazione avesse decisamente superato un limite. Il programma artistico dietro questa originale iniziativa ha poi presentato le sue scuse ai residenti del quartiere e ha ridipinto il muro. Inutile dire che la questione non è stata realmente digerita.
Un mese dopo ancora, un pene nell’atto di penetrare una vagina è stato dipinto su un altro muro della città. Poi è stata la volta di un ano gigante, apparso su una vecchia pubblicità del brand Zanussi (che è stato ridotto ad “anus”, ano in francese per l’appunto). I media hanno ipotizzato che dietro questi interventi ci fosse lo zampino dell’artista francese Vincent Glowinski. Quest’ultimo ha però smentito ogni coinvolgimento.
La mattina di giovedì 6 ottobre, è stato l’altro versante dello stesso edificio a essere preso d’assalto da questa epidemia sovversiva, con un bambino che esce da una vagina. Tutti questi murales creano una polemica che interessa tanto i media quanto la popolazione. Da un lato, il comune ha deciso di far cancellare l’immagine del pene, dall’altra ha autorizzato quella della penetrazione, difendendo il maggiore valore artistico di quest’ultima.

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Carlo Luyckx, responsabile della proprietà pubblica del comune di Saint-Gilles, dove si trova il murales del pene, dice a riguardo: “È arte, non c’è dubbio. Ma resta scioccante. Ok avere questo genere di opere in spazi chiusi, ma in strada non va bene. Per fortuna non è morto nessuno.”
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