Cibo

Sono andato alla ricerca dello street food più buono di Bari

street food a Bari

Pare che la Puglia sia la regione con più obesi d’Italia (fonte Osservasalute 2018). Non una notizia di cui andare orgogliosi, ma sicuramente un chiaro e inequivocabile segno: nel tacco d’Italia si mangia bene, si mangia tanto (forse troppo). Del resto, come biasimarci: come in altre regioni del Sud, le occasioni per farsi tentare da un morso – e poi sicuramente da un altro, e un altro ancora – sono molteplici e a buon mercato. Ad ogni fottuto angolo della strada.

Strada. Serie su Netflix, chef Rubio, il nostro feed di Instagram: lo street food è uno dei temi più discussi nel mondo del cibo. Ma non è certo un fenomeno che nasce oggi. A Bari, ma in generale in tutta la Puglia, il cibo di strada è presente da sempre nella cultura cittadina. Noi pugliesi facciamo merenda (mattina e pomeriggio) con focaccia o panzerotto – e poi, quando emigriamo, andiamo in cerca di surrogati (a volte eccezionali) in giro per il mondo.

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Costo del panzerotto (normale, perché c’è anche quello XL): 2 euro, che è un po’ il costo base di qualsiasi cosa a Bari.

Oggi torno a casa e vi porto in giro per Bari per farvi conoscere alcuni posti che non sempre troverete nelle guide o nei programmi di Osvaldo Bevilacqua. Gireremo attorno al centro storico, Barivecchia, e ci addentreremo anche in quartieri meno pittoreschi, nell’habitat naturale del barese di tutti i giorni, non quello folkloristico (e comunque adorabile) delle braci accese, dei cenoni di Natale e delle orecchiette fatte a mano.

So già che i baresi s’incazzeranno, ma non potevo inserire davvero tutti i posti che meriterebbero: in Puglia c’è un’ottima tradizione street food e fare una guida onnicomprensiva è impossibile. Quindi, lasciateci i vostri consigli nei commenti: ci piace mangiare.

Sua maestà: la Focaccia Barese

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Tutte le foto di Simone Boccuzzi per Munchies Italia

Cominciamo il tour da sua Maestà la Focaccia Barese. Genovesi, non cominciate a rompere per cortesia. Buona la vostra focaccia – ancor più buona quella di Recco – ma vuoi mettere con la focaccia barese? Unta, untissima, pomodori pelati e olive, spolverata di origano profumato. Umida dentro, croccante ai bordi. Dai, va bene, non ho voglia di litigare: ognuno scelga quella che preferisce, ma se dovete assagiarla per la prima volta vi do un indirizzo.

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Panificio Fratelli Minafra
via Papa Urbano VI, 26

Carrassi, quartiere pop di Bari, anche patria adottiva di Ermal Meta (non c’erano tanti altri personaggi famosi da citare). Il Panificio dei Fratelli Minafra è un panificio come tanti – non è cozy, non ha posti a sedere. La focaccia qui è semplicemente spettacolare e viene sfornata con regolarità dal 1969. Dai 5 ai 6 euro la ruota intera che potrete sbranarvi nel parchetto di fronte (e se siete fortunati, troverete le sedie lasciate dagli anziani). Orari consigliati per avere la focaccia bollente: prima di mezzogiorno e dopo il tramonto.

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Il Pan Brioche con prosciutto cotto e formaggio

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Il pan brioche

Altro giro, altra corsa, andiamo sul lungomare.
Andiamo in via Salvatore Cognetti, 43. Giornata ventosa, fa un freddo della madonna. Devo aumentare la mia riserva di grassi per tenermi al caldo.

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El Focacciaro
via Salvatore Cognetti, 43

El Focacciaro è un’istituzione. Qui puoi comprarci di tutto – dai panzerottini ripieni col classico pomodoro e mozzarella, ma anche con la ricotta scquan (da ustulo, che brucia, perché è piccante), cime di rapa o carne e cipolla – fritti vari, ma soprattutto lui.

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Il pan brioche. Un mostro ripieno con prosciutto cotto e sottiletta, filante, pornografico. Ne prendo un pezzo – spendo circa 2 euro e 50 – e mi dirigo verso il lungomare, che è praticamente di fronte.

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Strada facendo, a venti metri circa, mi procuro una Peroni d’ordinanza al Piccolo Bar, altra istituzione che soprattutto le sere d’estate unisce tutti i tipi di baresi, compresi quelli più posh.

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Il pan brioche è veramente devastante e il mio stomaco comincia ad essere seriamente provato.
È il momento di un dolce.

Il Maritozzo da U’Focacciaro

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Mi dirigo quasi sotto al Ponte Adriatico, il Golden Gate barese, nel quartiere Libertà.
Libertà – che bel nome per un quartiere – è un posto difficile, con frequenti contrasti fra baresi e stranieri. Come sempre, è in questi posti che puoi trovare la vera essenza di una città, le esperienze più vere.

Arrivo al civico 237 di via Crispi.

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Panificio U’ Focacciaro
via Francesco Crispi, 237

Non lasciatevi confondere dal nome simile. Questo posto, buio, sicuramente poco attraente, è un panificio di poche pretese. Come in tutti i panifici, puoi comprarci di tutto, ma io sono venuto qui per il maritozzo. Alt: io non lo chiamerei così, perché non è un maritozzo, ma personalmente non contraddirei mai un barese, sono persone un po’ difficili. Il maritozzo che trovi al panificio U’ Focacciaro è, nella sostanza, una brioche ricoperta da qualche etto di zucchero. Per 2 euro, ne compri una busta da 2. Al mattino, quando sono stati appena sfornati, possono veramente svoltare la colazione. Purtroppo non è possibile farcirli sul posto, quindi potresti pensare di procurarti una bella crema al gianduia e goderteli seduto sulle panchine dell’Amtab, l’azienda locale di trasporti pubblici.

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Pausa Barivecchia

È primo pomeriggio e a Bari è il momento della controra. In sostanza, non gira un’anima per strada. Decido, quindi, di avventurarmi con Mario – il mio local from Carrassi – a Barivecchia. Più precisamente faccio un giro all’arc vasc, l’arco basso.

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In questo posto, che nei programmi di Bevilacqua è immancabile, potrete raccattare sicuramente dei taralli fatti in casa e un piatto di orecchiette al volo, ma attenti che i prezzi sono abbastanza alti perché ormai è un luogo turistico. Un giro, comunque, lo farei sempre perché le signore sono molto simpatiche. E poi lì vicino c’è una buona gelateria che d’estate fa delle buone granite.

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Le Sgagliozze

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Mentre la mia digestione va, faccio passare il tempo. Aspetto che riaprano, lentamente, i posti che mi sono segnato per la sera.

Visto che sono a Barivecchia, faccio prima un salto a Largo Albicocca da Carmela, signora che da anni prepara le sgagliozze.

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Carmela delle Sgagliozze
Largo Albicocca

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Le sgagliozze sono piccoli quadrati di polenta che, come buona parte dei cibi preparati in Puglia, vengono fritti in olio di semi di arachide.

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Appena fritte, vengono salate e servite bollenti in cartocci da 6. Costo 2 euro.

Girando per Barivecchia, è possibile trovare anche le popizze – palline di pasta della pizza, fritte e servite salate o dolci.

Il Panino di Paoletti

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Il tempo è passato, la fame ritorna, voglio un panino. Ma non uno qualsiasi: vado da Paoletti.

Paoletti
via Niccolò Piccinni 102

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Paoletti è una norcineria ToscoPugliese. E già qui, spero di averti eccitato. Nato come enoteca, Paoletti si è evoluto in un concept che oggi, in due sedi, offre uno spaccato della cucina toscana. Una cucina con una tradizione straordinaria, infatti coi toscani ci vado sempre d’accordo. Cosa potrà mai venir fuori dall’unione di due cucine regionali così diverse, eppure così legate nello spirito?

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Prendi i salumi toscani, la coppa ad esempio, e mettili in un panino speciale a metà fra la ciabatta pugliese e la schiacciata toscana (la “schiabatta”) insieme a latticini e formaggi prevalentemente pugliesi (una caciotta aromatizzata al limone in questo caso). Sgrassa tutto con dei pomodori freschi. Il risultato è il Mercantile, un panino corposo e deciso che mi sazia quasi totalmente.

Quasi, perché mi sono riservato l’ultimo pertugio del mio stomaco per il mio cibo preferito di tutti i tempi: il panzerotto.

Il Panzerotto Di Cosimo

E non posso non concludere il mio tour nel Regno di Di Cosimo.

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Di Cosimo
via Giovanni Modugno, 31

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Place-to-be barese, posizionato nel quartiere della Baribene Poggiofranco, Di Cosimo continua sul solco della tradizione avviata dal compianto fondatore Antonio. La leggenda narra che Antonio prendesse i panzerotti, di dimensioni generose e dalla doratura perfetta, direttamente con le mani dalla friggitrice.

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Da Di Cosimo devi andare e provare tutti i panzerotti a disposizione: il mio preferito è quello con carne macinata, cime di rapa e mozzarella.

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Metti da parte la tua signorilità – il servizio è molto verace, per così dire – e addenta il panzerotto nella posizione tecnica col busto ruotato a 45 gradi per non “inzivare” le scarpe.

Costo del panzerotto (normale, perché c’è anche quello XL): 2 euro, che è un po’ il costo base di qualsiasi cosa a Bari.

E qui finisce il mio tour. La prossima volta che andate a Bari, digiunate la settimana prima e preparatevi a mettere a dura prova il vostro apparato digerente.

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