Nel febbraio del 2015, due keniani furono costretti a subire un’ispezione rettale, per verificare se avessero fatto sesso anale, dal personale di un ospedale di Mombasa.
Oggi, i due sono impegnati in una battaglia per rendere questi test incostituzionali nel paese africano, e rilasceranno una deposizione questa settimana in un tribunale locale.
Videos by VICE
Oltre a richiedere l’incostituzionalità dei test, i due uomini vogliono che queste pratiche siano considerate “una violazione dei diritti umani e costituzionali” e alla stregua di “un trattamento degradante.”
La Commissione Nazionale per i Diritti Umani dei Gay e delle Lesbiche, con sede a Nairobi, ha sporto denuncia contro un giudice e la stazione di polizia di Msambweni, la città costiera dove i due sono stati arrestati.
Secondo l’associazione, gli ufficiali avrebbero richiesto i test nel corso di un processo in cui gli uomini compaiono come imputati. I due sono accusati di aver commesso “atti innaturali” e di aver trafficato “materiale osceno” — reati regolati dalle leggi “anti-gay” del Kenya.
Lo scopo dell’azione legale intrapresa dalla Commissione è di bloccare il procedimento penale nei confronti dei due uomini.
“Chiediamo al tribunale di dichiarare nullo l’intero processo e di offrire un risarcimento ai ricorrenti che hanno subito un trattamento degradante da parte dello stato,” ha detto lo scorso novembre Eric Gitari, direttore della Commissione. “Vogliamo che queste pratiche siano fermate… In questo momento stanno trattando l’omosessualità come se fosse una malattia.”
Leggi anche: Com’è la vita di un rifugiato gay in Germania
Il caso è scoppiato nel febbraio del 2015, quando sui social media sono iniziate a circolare alcune immagini pornografiche che raffiguravano alcuni uomini di Msambweni, un villaggio a sud di Mombasa.
L’episodio aveva scatenato una reazione violenta nei confronti di omosessuali e transgender. Sotto la spinta della popolazione locale, le autorità hanno dato vita ad azioni repressive nei confronti della comunità LGBT.
Durante quel periodo di tensione, si sono verificati attacchi fisici nei confronti di omosessuali. Secondo un report pubblicato da Human Rights Watch lo scorso settembre, si è così venuta a creare un’atmosfera che ha spinto diversi membri della comunità a scappare per paura.
La mattina del 18 febbraio i due uomini coinvolti in questa vicenda sono stati arrestati mentre si trovavano in un ristorante di Msambweni. Dopo la cattura, la polizia ha richiesto a un magistrato di emettere un mandato per un test medico.
Leggi anche: Le “sezioni gay” nelle carceri italiane esistono davvero — e c’è una ragione precisa
Gli uomini sono stati trasportati all’ospedale pubblico di Mombasa, dove – secondo la ricostruzione di Gitari – i medici hanno prelevato dei campioni di sangue per verificare se i due fossero affetti da HIV o da epatite B.
I sanitari avrebbero poi richiesto agli uomini di sollevare le gambe per effettuare un’ispezione rettale. I test medici non hanno portato ad alcun riscontro, ma i due uomini sono comunque stati accusati di aver commesso reati legati a rapporti omosessuali.
Anche se in Kenya l’omosessualità è vietata dalle legge, questi reati vengono raramente presi in considerazione dai tribunali. Finora non c’è stato un singolo caso che sia arrivato a giudizio.
Invece, la polizia usa le leggi anti-gay per tormentare i cittadini ed estorcergli denaro. Stando al report di HRW pubblicato lo scorso anno, questo è stato il primo test rettale ad essere effettuato in Kenya. In paesi come Egitto, Uganda e Camerun si tratta invece di una pratica comune.
Segui VICE News Italia su Twitter, su Telegram e su Facebook
Segui Kayla Ruble su Twitter: @RubleKB