Tomoaki Ichikawa era un aspirante pittore, ma spesso a fine giornata non sentiva di aver espresso appieno le sue doti artistiche. Così, scelse di dedicarsi a una nuova sfida: intagliare il legno, prendendo come riferimento il volto di sua figlia.
Dodici anni più tardi, Ichikawa continua a intagliare il viso di sua figlia nel legno e, ogni anno, le regala l’opera per il compleanno. “L’idea iniziale era quella di continuare fino a quando non avrebbe compiuto vent’anni (la maggiore età in Giappone). Ma ora chi lo sa, potrei continuare,” rilancia l’artista, 43 anni e di Tokyo.
Videos by VICE
Ogni statuina richiede circa un mese di tempo per essere realizzata. Il compleanno di sua figlia cade a giugno e, arrivati a maggio, Ichikawa consulta moglie e figlia per discutere il design dell’opera.
“Di solito, il progetto riflette qualche evento che ha colpito mia figlia durante l’anno. Per esempio, a sette anni voleva tantissimo un gatto. E quindi le ho scolpito un gatto in testa,” racconta.
Per il suo undicesimo compleanno, festeggiato durante la pandemia, Ichikawa ha modellato una scultura con un cappello a forma di amabie, una sirena del folklore giapponese. Secondo le leggende, la creatura può profetizzare l’arrivo delle epidemie e proteggere le persone dalle malattie.
Ogni opera comincia abbozzando il disegno sopra un blocco di legno di canfora o di pino giapponese dalla corteccia bianca, dei materiali meno soggetti al danneggiamento degli insetti. Poi, Ichikawa utilizza una sega o altri utensili elettrici per dargli una prima forma. Per ottenere i dettagli più fini e precisi, scolpisce con uno scalpello. Il tocco finale è dato invece dal colore pennellato che dona quasi la vita a queste statue.
Ripensando alle sue dodici sculture, Ichikawa constata la crescita delle sue abilità e la maturità riflessa nelle sue opere. Secondo lui, quelle stesse opere “sono” sua figlia, e non lo sono. “Le somigliano tutte, questo è ovvio. Ma anche i pensieri e sentimenti provati durante la lavorazione ne fanno parte,” afferma.
“Mentre intaglio ogni figura, non pianifico intenzionalmente l’emozione che il pezzo finito dovrebbe evocare ed esprimere—penso semplicemente a quel che abbiamo mangiato o quel che ha detto quel giorno. Ci sono emozioni diverse dietro ogni singolo dettaglio. Questo non le rende solo un espressione dell’essenza di mia figlia, perché quello che provo viene proiettato sulla scultura.”
Benché stia affinando la sua arte da oltre dieci anni, Ichikawa rimane un autodidatta e ritiene di migliorare troppo lentamente. Pensa che “ogni pezzo sia difficile da realizzare, anche se ogni volta per motivi diversi.”
Considerando che ha inciso ogni anno una scultura per sua figlia, i suoi lavori non suscitano particolare clamore in casa, ma sono comunque molto apprezzati.
“Ho dovuto rifare una copia della prima scultura che ho mai realizzato. Io e mia moglie crediamo che nostra figlia ci stesse giocando e sia finita per sbaglio nell’immondizia. Ma sembra aver apprezzato questi lavori sin dall’inizio,” sostiene.
Il pezzo preferito di Ichikawa è spesso il più recente, perché sostiene di esserci più legato da un po’ di vista emotivo. Per l’appunto, è particolarmente affezionato a quello di quest’anno, del dodicesimo compleanno. La scultura ha un paio di occhiali molto simili a quelli che la ragazzina ha da poco cominciato a indossare.
Quando sua figlia si trasferirà, Ichikawa non è sicuro che le lascerà le sculture. “Potrebbe essere bello averle in giro per casa. In questo modo, mi sembrerà di averla ancora al mio fianco.”