È il novembre del 1999 e Corso Vittorio Emanuele, a Milano, è foderato di gente. In mezzo alla folla c’è un quadrato vuoto e, al centro, c’è Marco Maccarini aka un tizio coi rastoni biondi che per lavoro deve fare il tramite tra la presa bene dei presenti e chiunque si stia guardando le immagini registrate dalla telecamera che lo riprende. In una vetrina qualche piano sopra la sua collega Giorgia Surina ha in testa una cuffia rossa—perché, appunto, è il 1999—e presenta la prima puntata di TRL Italia dicendo di essersi vestita “un po’ favolistica oggi… favolesca.” È l’inizio di una trasmissione che, tra spin-off e speciali, sarebbe andata avanti per undici anni—avrebbe ceduto agli ascolti troppo bassi solo nel 2010, ben due anni dopo la fine dell’originale Total Request Live americano.
TRL Italia è stato l’ultimo baluardo di una televisione che aveva la musica—più o meno dal vivo—come fulcro e non come abbellimento. Nel 1999 i musicisti non erano account facilmente raggiungibili ma idee di cui ci si affezionava su CD, e si calavano nella realtà di chi li ascoltava solo tramite qualche video musicale. Averli lì, sullo schermo o dal vivo, nella cornice di un canale che rappresentava veramente un certo senso di gioventù pre-millennial, era un’esperienza del cui valore solo oggi possiamo renderci conto. Era una comunicazione mediata, certo—dalla Surina e Maccarini, da Cattelan, da Pastore, anche dalla Canalis—ma era il meglio a cui potevamo aspirare.
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Riguardare oggi video di TRL Italia significa però anche mettersi di fronte a cortocircuiti musicali clamorosi, accoppiamenti paradossali, artisti che sembravano dover spaccare tutto oggi scomparsi nel nulla, esibizioni rese epiche dal velo di nostalgia ironica che copre la contemporaneità. Abbiamo deciso di dedicare una serie di brevi articoli per farvi rendere conto di tutte le perle che non avete riconosciuto ai tempi, e oggi cominciamo con…
DAVE GROHL CHE DICE AI GEMELLI DIVERSI CHE FANNO SCHIFO
È il 2002 e Strano, Thema e Grido stanno finendo la loro esibizione di maniera a TRL. Sono però ignari che il destino ha deciso di donare a tutti un momento di grandissima televisione facendo coincidere la loro apparizione con quella di Dave Grohl, fresco fresco di collaborazione coi Queens of the Stone Age su Songs for the Deaf e quindi probabilmente con quattro chili di cose sintetiche in corpo ancora da smaltire. I Gemelli DiVersi ammiccano in camera, portano sullo schermo palate di stile (troppo in anticipo sui tempi e incolpevolemente privi di Instagram) e fanno dei gesti con le mani il cui significato si è perso nel tempo: “Solo per TRL”, dicono, quando la voce di Grohl si prende le luci dei riflettori:
“Che schiffo.”
Surina si mette immediatamente a ridere e probabilmente impazzisce per capire come gestire la situazione: “No, no, no, go ahead, go ahead”. Grohl si giustifica dicendo che “sta solo provando a fare pratica con l’italiano”. Prova poi a gestire la situazione parlando a Dave di Jovanotti, e tenta inutilmente di fargli cantare “La mia moto”. Lui fa su e giù con la testa per evitare il disastro, probabilmente inconscio di avere appena criticato la boy band rap italiana più rilevante dopo (anzi, in realtà molto prima) della Dark Polo Gang.