I troll di 4Chan hanno messo a segno il colpo del secolo

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I troll di 4Chan hanno messo a segno il colpo del secolo

C'entrano Shia LaBeouf, una bandiera, un cappellino rosso di Trump e un sistema di localizzazione degno della CIA.

Come ennesima dimostrazione dell'innegabile evidenza per cui siamo tutti un mucchio di inutili comparse in un grande film universale di pessima qualità, 4Chan ha appena portato a termine una delle trollate più impressionanti e insensate della storia di internet.

Premessa: so benissimo che quell'esperimento sociale sfuggito di mano che è 4Chan è pieno zeppo di verginelli talmente ricurvi sulla tastiera da essersi trasformati in mostri. E che la sezione /pol/ di 4Chan in particolare—quella da cui è nato tutto—è un circolo che ha fatto della pratica online del razzismo e del sessismo più beceri il suo hobby principale.

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Detto questo, a volte anche le persone terribili fanno cose impressionati e si può apprezzare il loro sforzo pur continuando a disprezzarle (ahem Woody ahem Allen).

Il colpo, che sembra uscito dritto dritto da Ocean's [numero a vostra scelta], ha tra i suoi ingredienti: una ricerca degna di un'agenzia di spionaggio, Shia LaBeouf, un clacson suonato a ripetizione e un cappello "Make America Great Again" appeso all'asta di una bandiera. Per godere davvero dell'assurdità di tutta la vicenda, proprio come nei film della serie Oceans, bisogna però spiegarne prima gli antefatti.

È da qualche tempo ormai che gli utenti di 4Chan ce l'hanno con Shia LaBeouf, e il motivo è principalmente il suo progetto artistico e di protesta "He Will Not Divide Us." L'idea di LaBeouf e del suo collettivo era di montare una webcam a New York (che avrebbe dovuto trasmettere in diretta per tutta la durata della presidenza Trump) per permettere alla gente di andare lì a manifestare e cantare slogan. Ovviamente non è finita bene.

Dapprima, i troll di 4Chan hanno preso di mira le persone che partecipavano all'installazione, scoprendone l'identità e a tormentandole per giorni. Poi la situazione si è scaldata e LaBeouf, che compariva regolarmente nello streaming, è finito a urlare in faccia ad alcuni sostenitori di Trump. Alla fine, è stato arrestato con l'accusa di aggressione e minacce.

Tutto il clima che si era creato intorno al progetto ha portato il Museum of the Moving Image di New York, che lo ospitava, a sospendere l'attività. Così Shia, deciso a non farsi intimidire, a febbraio ha spostato il progetto al teatro El Rey di Albuquerque. Lì la webcam è stata ricoperta di vernice e alla fine il progetto è interrotto dopo che nella zona sono stati segnalati dei colpi di arma da fuoco.

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LaBeouf nello streaming del suo progetto artistico a New York, prima che venisse chiuso. Foto via Twitter.

Ma anche stavolta LaBeouf non si è dato per vinto. Il progetto è ripartito e stavolta lo streaming mostrava solo una bandiera che sventolava nel cielo. Si vedevano davvero solo la bandiera e il cielo, in modo da impedire ai troll di rintracciare il luogo. Non ce la faranno a farmi chiudere anche questo, deve aver pensato LaBeouf a quel punto.

Ma anche questa volta non è andata bene. Invece che arrendersi, i troll hanno dato il via alla più complessa partita di ruba bandiera di sempre.

Usando solo le immagini della bandiera mostrate dallo streaming, hanno cominciato a studiare le rotte degli aerei e le scie di condensa che si vedevano nel cielo. Hanno messo insieme tutte le loro scoperte e sono riusciti a restringere la ricerca a un'area precisa. Dalle rotte degli aerei hanno scoperto che la bandiera si trovava nei pressi di Greeneville, in Tennessee.

Dopodiché si sono messi a studiare le stelle che si vedevano la notte nel video, e con l'aiuto di un tweet pubblicato da Labeouf mentre si trovava in un ristorante del Tennessee, sono stati in grado di individuare con maggiore precisione l'area—arrivando a una piccola striscia di terra tra una casa e un fiume.

La bandiera dopo essere stata rubata. Foto via Twitter.

È a questo punto che entra in gioco il clacson. Gli utenti di 4Chan sono stati in grado di reclutare un abitante di Greeneville, successivamente incaricato di mettersi a guidare nella zona e di suonare ripetutamente il clacson. Immaginatevi quest'uomo che gira in questa piccola città del Tennessee—se chiudo gli occhi lo vedo chiaramente a bordo di una Toyota Tercel del '94—attaccato come un forsennato al clacson solo per dare fastidio a Shia LaBeouf. È successo davvero.

E poi è successa la magia. Nel cuore della notte, durante lo streaming si è sentito il suono di un clacson. Il tizio ha pubblicato su 4Chan le sue coordinate. E in quello che è stato probabilmente il momento più bello della sua vita, è andato a riscuotere il suo premio. Ha ammainato la bandiera bianca di LaBeouf e innalzato un cappello rosso di Trump. La partita di ruba bandiera più complessa e inutile della storia era arrivata al termine.

Pare che il tizio che ha rubato la bandiera ora l'abbia appesa con fierezza nella sua cameretta. L'ultima incarnazione del progetto "He Will Not Divide Us" è durata circa 37 ore.

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