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Abbiamo parlato con alcuni turisti che sono andati a vaccinarsi a San Marino

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In meno di quattro mesi, la Repubblica di San Marino è passata da Paese con zero vaccini a meta del “turismo vaccinale”: nel microstato a mezz’ora d’auto da Rimini, infatti, le prenotazioni sono state ufficialmente aperte il 17 maggio per tutti—italiani esclusi.

Le regole di base sono simili a quelle di un pacchetto vacanze: prenotare una stanza d’albergo per tre notti, farsi inoculare il vaccino (le due somministrazioni costano 50 euro), tornare dopo tre settimane per ripetere il tutto con la seconda dose, includendo i pernottamenti. 

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Come mi hanno detto dall’ufficio stampa dell’ospedale di Stato—l’unico nel paese—San Marino nell’ultima settimana ha ricevuto centinaia di richieste di vaccinazione da paesi come Filippine, Cina, Francia, Dubai, Argentina, Spagna, Venezuela, Perù e altri ancora. Con le scorte a disposizione, a San Marino potrebbero essere vaccinati diecimila turisti. 

A essere inoculato è il preparato russo Sputnik V, non ancora approvato dai principali enti regolatori occidentali, su tutti l’Agenzia europea per i medicinali (Ema). San Marino ha acquistato decine di migliaia di dosi a seguito dei ritardi nella consegna di Pfizer e altri vaccini da parte dell’Italia. 

Ad oggi, ha comunicato l’ospedale di Stato in una nota, oltre il 70 percento della popolazione sammarinese vaccinabile ha raggiunto la “completa immunizzazione”. In tutto sono state somministrate 42mila dosi; il 90 percento circa con Sputnik V, il restante con Pfizer (arrivato nel frattempo dall’Italia). 

Lunedì 24 maggio sono andato all’ospedale di Stato per parlare con i turisti prenotati per quel giorno. Erano una trentina: appena arrivati, intorno alle 10, si sono messi in coda per pagare il vaccino. Ho cercato di capire con alcuni di loro cosa li avesse spinti fino a lì. 

Per rispettare la privacy delle persone intervistate, dove richiesto non è stato inserito il nome e in nessun caso sono state fatte fotografie.

L’insegnante di musica, dalla Germania 

La prima persona con cui ho scambiato qualche parola è stata un’insegnante di musica di origini russe che vive a Monaco di Baviera, in Germania. Ha parlato a patto di restare anonima. 

VICE: Sei sola?
Insegnante:
No, con un amico bielorusso che vive nella mia stessa città. 

Perché non l’hai fatto in Germania?
Anche se lavoro con i bambini, non sono stata inserita nella priority list, dove ci sono per esempio gli insegnanti delle scuole pubbliche. I tempi d’attesa credo siano nell’ordine della quattro o cinque settimane, al momento. 

Avevi fretta, quindi?
No, sono venuta qui perché volevo questo specifico vaccino. Per me è molto importante che si tratti dello Sputnik V. 

Martin e Nadia, da Zurigo

Vicino a noi c’erano Martin e Nadia, marito e moglie, 59 anni lui e 42 lei, da Zurigo. Ci avevano ascoltati e sembravano interessati all’argomento. 

VICE: Come mai siete venuti qui?
Martin
: Dove viviamo sono disponibili solo vaccini mRNA [Pfizer e Moderna, che si distinguono da quelli a vettore viralecome lo Sputnik Vnel modo in cui viene stimolato il sistema immunitario per la produzione di anticorpi]. Non è possibile scegliere. L’unica possibilità è farlo “the American way,” ma noi non volevamo un vaccino mRNA.

La nostra è una scelta specifica rispetto a un determinato vaccino. Non c’entrano i tempi d’attesa. L’importante per noi è poter decidere rispetto al vaccino che preferiamo. 

Come vi siete informati sulle tipologie di vaccino?
Nadia
: Lavoro come infermiera di chirurgia in un ospedale. Anche io ho origini russe [come l’insegnante di musica]. Vista la mia professione rientravo fra i prioritari e dove lavoro mi avrebbero inoculato Pfizer o Moderna, ma non li volevo. Li ho rifiutati.
Martin: Dove viviamo dicono che sono i migliori, ma è ciò che il governo ha messo a disposizione e loro vogliono che le persone si vaccinino. Sui canali ufficiali le informazioni sono queste. 
Nadia: Non vogliamo che il governo scelga per noi. 

Come siete venuti a conoscenza dell’opportunità di trovare lo Sputnik qui?
Dalla tv, lo abbiamo saputo guardando una rete russa. 

È stato problematico viaggiare fino a San Marino?
No. Fatto il tampone prima di partire, abbiamo raggiunto Rimini in treno, poi in taxi fino al centro storico di San Marino. Per organizzarci avevamo semplicemente telefonato all’albergo per prenotare la stanza, si sono occupati loro di tutto il resto, inviandoci una email con data e orario della somministrazione di entrambe le dosi. 

Alexander e la madre, dalla Repubblica Ceca 

Dopo il check-in e il pagamento i turisti sono stati accompagnati nell’area vaccini, dov’era allestita una sala d’aspetto e previsto un colloquio con un medico per ricevere informazioni e discutere dettagli come l’assunzione di particolari medicinali. 

Ho incontrato Alexander, 19 anni, da Praga. Era insieme alla madre, che all’inizio sembrava voler far parlare solo il figlio, ma poi ha partecipato alla conversazione. Le risposte sono state condivise da entrambi. 

VICE: Come siete venuti a sapere di questa possibilità?
Alexander e la madre:
Ne hanno parlato in televisione, poi l’abbiamo letto su Internet, Facebook. Alcuni amici sono già venuti a farlo. I tempi d’attesa da noi sono lunghi, specialmente per i giovani. Per chi ha 19 anni le stime parlano del 2022. 

Com’è la situazione con il Covid-19, dove vivete?
Non buona, da ottobre a maggio è stato tutto chiuso

Il fatto che lo Sputnik V non sia approvato dall’EMA vi preoccupa, anche nell’ottica di eventuali limitazioni negli spostamenti?
Abbiamo pensato prima di tutto alla salute, è la cosa più importante. 

Come giudicate il prezzo del vaccino?
Non costa molto. 

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Foto di diy13​ via Adobe Stock.

Barbara, dalla Svizzera 

Una volta completato il colloquio con il medico i turisti hanno aspettato il proprio turno e si sono spostati nell’area in cui avvenivano le inoculazioni. Poi quindici minuti di attesa in una sala al chiuso oppure all’aperto, prima di dare l’arrivederci alla seconda dose. 

In questa zona ho incontrato Barbara, una psicologa sui 60 anni che vive in Svizzera. 

VICE: La tua è stata una scelta relativa al tipo di vaccino?
Barbara:
Sì, volevo lo Sputnik V. 

Senti di essere preparata sull’argomento?
Mi sono sempre interessata alle questioni mediche, mi sono informata a lungo sulle dinamiche legate alle vaccinazioni e ho letto parecchie cose negative sugli occidentali Pfizer, AstraZeneca e così via. Non mi danno fiducia. 

E poi, l’Istituto Gamaleja di Mosca [dove è stato sviluppato lo Sputnik V] è una realtà con molta esperienza e una lunga storia alle spalle. La mia vuole essere una scelta assolutamente cosciente. 

Mi sono informata tanto, per esempio su testate come Russia Today e Sputnik News.

Oltre a leggere, ne hai parlato con qualcuno?
Ho parlato con molti medici, anche colleghi. Mi hanno detto che lo Sputnik V è il migliore, sia come efficacia che come eventuali effetti collaterali.

Riepilogando, per la maggior parte delle persone che ho intervistato la ragione della trasferta è stata il tipo di vaccino: volevano lo Sputnik V.

Due avevano origini russe e una di loro era col marito svizzero, che ha dichiarato completa fiducia nella moglie, infermiera in un ospedale. Un’altra intervistata, con esperienza in ambito socio sanitario, ha manifestato una certa stima verso la realtà che ha sviluppato lo Sputnik V e affermato di informarsi anche attraverso i media russi.

Qualche giorno prima delle mie interviste, sulla scia della chiusura del reparto Covid dell’ospedale di San Marino, l’amministratore delegato del fondo russo responsabile della commercializzazione dello Sputnik V nel mondo, Kirill Dmitriev, aveva affermato che “San Marino è il primo Paese—piccolo è vero, ma è pur sempre un Paese—ad aver sconfitto il Covid in Europa.” E ancora: “È un esempio positivo per il mondo. E lo è per Sputnik V, perché il 90 percento delle vaccinazioni a San Marino è stata fatta con il nostro vaccino.”

Lo Sputnik V ha anche un profilo Twitter ufficiale. Non sono mancati i riferimenti al caso sammarinese, con tanto di grafici e una comparazione con l’Italia che, vista la differenza nei numeri in ballo, ha sollevato qualche perplessità tra gli esperti

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