Identità

Cosa vuol dire ‘femminismo’? Qualche risposta

La parola femminismo ha una definizione precisa sul dizionario, ma questo non significa che tutti siano d’accordo su cosa significhi essere femminista oggi. Comprensibilmente, persone diverse hanno idee diverse a riguardo, che variano in base al ruolo che rivestono all’interno della società.

Quindi, visto che oggi è la Giornata internazionale della donna, abbiamo chiesto ad alcune persone—donne e uomini—cosa vuol dire per loro ‘femminismo’.

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RORY, 23 ANNI, GIOCATRICE DI RUGBY

Sono sempre stata orgogliosa di potermi definire femminista. Per me, il significato di questa parola è piuttosto semplice: il femminismo è un movimento che mira all’uguaglianza sociale, politica ed economica dei due sessi. Molte persone esitano a definirsi femministe perché credono che vada oltre l’uguaglianza, oppure lo considerano un tema non così attuale. Chi muove queste critiche al femminismo non si accorge che, nonostante i recenti passi in avanti che abbiamo fatto in quanto società, viviamo comunque in un mondo patriarcale, che privilegia gli uomini in molti modi diversi. La misoginia è ancora diffusa, e facendo sport ho spesso a che fare con atteggiamenti sessisti che non dovrebbero essere tollerati e che dimostrano quanto ancora ci sia bisogno di femminismo e femministe. 

LEONIE, 24 ANNI, LAVORA IN UNO STUDIO DI AVVOCATI

Per me, il femminismo significa credere che il solo fatto di essere donna non mi dovrebbe impedire di poter cogliere determinate opportunità. È la libertà di scegliere come voglio vivere la mia vita invece che seguire a testa bassa le decisioni prese da qualcun altro solo perché il mio organo sessuale è una vagina. Il femminismo è la possibilità di diventare il capo di una grande azienda, ma anche di non doversi sentire a disagio se si sceglie di non lavorare per badare ai figli o per fare la casalinga. Ciò che dovrebbe guidarci nelle nostre scelte dovrebbe essere semplicemente quello che vogliamo o non vogliamo fare, non quello che la società ci dice che dovremmo voler fare in quanto donne.

AMELIA, 20 ANNI, HA FREQUENTATO SOLO SCUOLE PRIVATE

Sono una donna bianca inglese che ha frequentato solo scuole private, quindi per me il femminismo non è lottare per poter guidare l’auto o per il diritto di voto. Per me, femminismo significa poter diventare CEO di una multinazionale se è quello che voglio, e non dover prendere scorciatoie o altro per raggiungere questo obiettivo. Significa potermi vestire come mi pare e piace, e se mai dovesse succedermi qualcosa di brutto vorrei che il giudice non usasse il mio abbigliamento contro di me. Significa poter uscire da sola senza dover tenere le chiavi della macchina in pugno, pronte ad essere usate come arma se necessario, e nell’altra mano il cellulare pronta a chiamare i soccorsi. Significa che tutti i miei amici LGBT e di colore devono poter avere lo stesso lavoro di chi è bianco ed etero, e che siano liberi di fare quello che gli pare anche in luoghi dove prima venivano emarginati o guardati con spocchia. Il femminismo nel 2017, per me, è fatto di tante piccole cose. So di essere fortunata a poter intendere il femminismo in questo modo, ma so anche che gli obiettivi che abbiamo raggiunto fino ad oggi non sono comunque abbastanza. 

HANNAH, CRISTIANA PRATICANTE

Molte persone—sia all’interno della Chiesa che all’esterno—non credono che il Cristianesimo e il femminismo siano compatibili. Negli ambienti cristiani c’è un’ala anti-femminista che spesso prevarica sulle posizioni più moderate, accaparrandosi l’attenzione generale. Ma Gesù ha sempre predicato l’uguaglianza e la lotta contro gli oppressori. Per me è fondamentale che il movimento femminista sia rappresentato all’interno della Chiesa, e anche che i cristiani abbiano una voce all’interno del movimento stesso. Chi si considera femminista e cristiana, come me, sa di dover ancora lavorare sodo per poter sconfiggere la misoginia e la struttura patriarcale tipica del Cristianesimo; contemporaneamente, anche il movimento femminista nel suo insieme può trarre numerosi benefici dalle lotte che noi donne cristiane stiamo combattendo. 

MIA, 11 ANNI, PREADOLESCENTE

So che ogni tanto i maschi dicono di essere meglio delle femmine. Adesso, non lo dicono a me direttamente, ma penso che sia sconvolgente che le donne debbano sentire certe cose. Il femminismo per me significa poter fare tutto quello che fanno i ragazzi. Non so ancora che lavoro voglio fare, ma voglio avere le stesse possibilità degli uomini. Anche se sono ancora molto giovane, per me il femminismo è importante perché so che quando crescerò e gli uomini mi diranno certe cose, vorrò sentirmi libera di rispondere per le rime. 

FEMINISTA JONES, ATTIVISTA

Sono fiera di essere donna, nera e femminista anche se dirlo pubblicamente significa sotto molti aspetti assumersi un grosso rischio. Per me—in quanto donna afromericana che vive in uno dei paesi più razzisti e misogini del mondo—il fatto di essere nera e femminista è una componente forte di ciò che sono, una parte importante per la mia esistenza. Vuol dire dare voce alle esperienze di persone che per secoli sono state zittite, sfruttate e private di ogni diritto sia in quanto donne che in quanto nere. Mi fa sentire forte, perché so che c’è un posto dove posso sentirmi a casa. 

EMILY, 31 ANNI, CONTADINA

La contadina non è proprio il primo esempio che ti viene in mente quando pensi a un lavoro “femminista.” Il settore agricolo è ancora dominato dagli uomini, ma ci sono comunque un sacco di donne brillanti da cui prendere ispirazione. Alla fine è tutta una questione di scelta: una donna può scegliere di fare la contadina perché sa di poter fare qualsiasi cosa. Sarebbe bello se più donne facessero questa scelta, ma non credo che succederà finché si continuerà a pensare all’agricoltura come a una vita fatta di letame e levatacce al mattino.

REBECCA, 25 ANNI, DONNA TRANS

Sono queer e trans, il che significa che dovrei avere una visione unica del femminismo, ma non è così. Per quanto mi riguarda, parte tutto da una semplice domanda: ho le stesse opportunità socio-economiche di un uomo? La risposta è no. Se non credi nel femminismo, stai praticamente dicendo che non ti crea alcun problema essere considerata una cittadina di serie B. A me la disuguaglianza crea problemi, invece.

YASMINE, 18 ANNI, MUSULMANA

Le persone rimangono spesso sorprese quando dico loro che mi considero una femminista, perché per molti essere allo stesso tempo musulmana e femminista è inconcepibile. “Ma scusa, l’Islam non considera le donne inferiori?” e “L’hijab non è un mezzo di oppressione?” sono alcune delle domande che mi vengono poste più spesso e a cui devo rispondere semplicemente: no. Gli insegnamenti religiosi che ho ricevuto mi hanno insegnato l’importanza dell’uguaglianza tra donne e uomini e scegliendo di indossare l’hijab sto prendendo il controllo su ciò che indosso e sul modo in cui mi mostro al mondo. Credo fermamente che le donne dovrebbero avere il diritto di agire e vestirsi nel modo che preferiscono. Per me il femminismo è questo. 

CHLOE, 21 ANNI, ATLETA

Sono donna, femminista e amo lo sport. Mi piace mostrare che, in quanto donna, non sono più debole o meno in grado di vincere degli uomini. Per me è sempre stato molto importante avere come modelli delle donne forti: la mia insegnante di educazione fisica al liceo credeva molto nello sport femminile e mi ha passato la sua determinazione. Pensando al futuro, vorrei continuare a ispirare altre ragazze a fare sport e spero che così facendo gli sport femminili possono arrivare alla pari di quelli maschili.

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