Sono giorni in cui appena apri l’Ansa (detta amichevolmente Ansia) sembra un necrologio continuo: minacce di guerre nucleari, olocausti, crisi di tutti i tipi, assassini. Come ti giri le autorità chiudono locali, fanno come gli pare, ti sotterrano di rifiuti solidi, mandano in galera gli innocenti, ci tassano a cazzo di cane. Evidentemente vogliono farci sentire una merda e, diciamolo, ci riescono pure. Nonostante ciò, o forse per reazione, fra la gente c’è questo desiderio di tornare a ridere, a prendersi in giro, a esorcizzare i mali della contemporaneità dietro il lazzo. Ricordate il vecchio motto “una risata vi seppellirà”?
Abbiamo deciso di approfondire l’argomento con Silvia Sicks aka Tunonna. Fenomeno esploso grazie a internet che in questo ultimo periodo sta definendo un modus operandi che rischia di fare proseliti: canzoni scritte giustamente senza alcuna ambizione, solo per puro divertimento, che narrano un sottobosco di personaggi strampalati che con le loro manie e le loro assurdità in qualche modo sono un antidoto ai mali della contemporaneità e ci fanno sperare in quella cosa imperfetta, e per questo buffa, chiamata umanità.
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