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Venerdì 19 febbraio gli Stati Uniti hanno portato a termine diversi attacchi aerei in Libia, colpendo avamposti dello Stato Islamico (IS) nella città di Sabrata.
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Un portavoce dell’esercito americano ha spiegato che gli attacchi hanno centrato un guerrigliero tunisino che sarebbe tra le ‘menti’ degli attacchi terroristici compiuti da IS in Tunisia nel 2015.
Secondo quanto riferito dal sindaco di Sabrata Hussein al-Thwadi a Reuters, gli aerei hanno cominciato l’attacco attorno alle 3 e mezza del mattino, colpendo un edificio nel distretto di Qasr Tali abitato da lavoratori stranieri.
Stando al primo ministro serbo, due membri dello staff dell’ambasciata serba sarebbero tra le 50 persone uccise durante l’attacco. Sladjana Stankovic e Jovica Stepic erano stati presi in ostaggio lo scorso 8 novembre, quando il loro convoglio diplomatico è stato attaccato da miliziani della costa ovest di Sabrata.
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Sabrata è situata a 50 miglia a ovest di Tripoli, vicino al confine con la Tunisia. Secondo diverse forze militari occidentali, è questa la prima ‘base’ virtuale dello Stato Islamico in territorio libico.
Due attacchi in Tunisia dello scorso anno e rivendicati da IS – uno all’hotel resort Sousse e un altro in un museo di Tunisi, il Bardo – sarebbero stati compiuti da assalitori addestrati in Libia.
Secondo fonti di sicurezza locali, i combattenti tunisini di IS sarebbero stati addestrati in campi vicini a Sabrata.
Stando al New York Times, gli attacchi di venerdì hanno preso di mira Noureddine Chouchane, presunta ‘mente’ di entrambi gli attentati del 2015.
All’interno della costruzione bombardata sono state ritrovate delle armi. Secondo fonti delle forze locali, tra i morti causati dall’attacco ci sarebbero cittadini tunisini, un giordano e due donne.
Tra i sopravvissuti, ci sarebbero molti tunisini arrivati di recente dalla città di Sabrata.
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Da quando il regime di Gheddafi fu rovesciato nel 2011, il paese nordafricano è sprofondato nel caos, dove due governi rivali ognuno sostenuto da frange di ex ribelli rivendicano la propria autorità.
L’espansione dell’influenza dello Stato Islamico in Libia – dove ha conquistato la città di Sirte e attaccato centri del commercio di petrolio – ha dato forza all’ipotesi di un intervento delle forze occidentali per impedire che il gruppo mettesse radici fuori dall’Iraq e dalla Siria.
I diplomatici occidentali hanno confermato la possibilità di effettuare incursioni aeree e operazioni delle forze speciali, in aggiunta al piano di “stabilizzazione della sicurezza” guidato dall’Italia, pronta ad assicurare consulenza e addestramento.
Gli ufficiali americani ed europei insistono che i libici devono chiedere aiuto attraverso un governo unitario, lasciando però la porta aperta a future azioni unilaterali.
Lo scorso novembre gli Stati Uniti annunciarono di aver condotto un attacco aereo sulla città libica di Derna. L’obiettivo era quello di colpire Abu Nabil, conosciuto anche come Wissam Najm Abd Zayd al Zubaydi, un comandante iracheno di IS.
Guarda il documentario di VICE News: La guerra quieta della Libia
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