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esperimenti

Ho fatto decidere tutto ai miei follower di Instagram e sono finita in Rai

Le regole erano molto semplici: fin dal risveglio, ogni mia azione dall'abbigliamento agli impegni sarebbe stata oggetto di un sondaggio.

A svariati lustri dalla mia nascita—un po' come Vitangelo Moscarda in Uno, nessuno e centomila, ma con una sfortunata triangolazione di specchi al posto del commento della moglie—ho scoperto di non avere il naso esattamente all’insù. Ultimamente ho anche letto un libro che spiega che misurare l'estroversione in psicologia è complicato, dato che spesso le persone pensano di essere molto spigliate quando in realtà sono solo circondate da amici con la personalità di un ciottolo. E da lì ho iniziato a dubitare anche del mio carattere. Così, attanagliata dal dubbio di essere una finta disinvolta circondata da persone grigie, quando si è presentata l’occasione di far sì che i miei follower Instagram pilotassero la mia giornata grazie alla funzione sondaggi delle Stories, l’ho colta al volo.

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Le regole erano molto semplici: fin dal risveglio, ogni mia azione dall'abbigliamento agli impegni sarebbe stata oggetto di un sondaggio. Senza possibilità di sgarrare, dato che i risultati sarebbero stati visibili ai miei follower per le 24 ore successive.

I miei primi due sondaggi.

ORE 9: RAVERINA DI FORMELLO O EDUCAZIONE FISICA? Guardando indietro mi rendo conto di essere stata molto ingenua quando, dopo aver aperto gli occhi, penso che i miei follower vogliano il meglio per me. Mi sono detta "Vedi? Ti fanno alzare invece di farti ammuffire a letto perché vogliono che tu sia una persona attiva." Tra i consigli per vivere meglio il tenersi impegnati non manca mai, e i miei follower vogliono che io sia impegnata. Credo la stessa cosa quando decidono che dovrò nutrire i miei gatti e non lanciarli bonariamente in giro per casa. "Vogliono che mi tenga impegnata e amano i gatti, che siano i redattori di una di quelle liste di wikiHow su come essere una persona migliore?"

La risposta è no, perché passano soli cinque minuti ed eccomi costretta a uscire per le strade di Milano vestita come una raverina dell'Agro Pontino, il tutto a scapito della sobria tuta nera modello bimbo proposta come alternativa.

ORE 10: CAFFÈ CORRETTO O NORMALE?

Ora: non dico di essere astemia, ma sono sicuramente quella che dopo un bicchiere di bianco passa la serata a flirtare a voce molto alta con i pomelli delle porte. Quando entro nel bar e metto a sondaggio la mia colazione però non ci penso, o forse ho davvero ancora troppa fiducia nei miei follower—motivo per cui prima di chiedere se prendere il caffè corretto o normale avevo ordinato un espresso doppio, e doppia è stata la razione di grappa che ci è finita dentro. Grazie.

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La barista, dopo aver squadrato la maglia leopardata, il piumino e la tuta, mi chiede più volte se sono sicura della mia scelta e mi dice che se non ho abbastanza soldi per una brioche posso mangiarla comunque e darglieli poi, così almeno non mi viene la gastrite. Sono costretta a rifiutare l'offerta, perché la stupida brioche non è stata messa a sondaggio.

Esco dal bar indecisa sul da farsi, e dopo aver chiesto indicazioni su Instagram mi avvio verso Porta Venezia. Lì spero inutilmene che mi venga concessa la metropolitana, ma i miei follower, determinati a seguire quella famosa lista di wikiHow, pensano che camminare mi faccia molto bene. A fine giornata, la schermata della mia app salute conterà 20mila passi. Credo che nello spazio che intercorre tra il mantenersi in forma e camminare tredici chilometri ci siano dei morti, ma chi sono io rispetto a 1200 follower.

ORE 12: RON HUBBARD O UN DVD?

È ora di pranzo. Il quindi sondaggio mi ha costretta a a comprare delle lenti a contatto bianche per "mascherare le mie iridi", la grappa non accenna a scendere e vorrei mangiare qualcosa per schiacciarla in basso. Invece Instagram apprezza che mi trovi nei pressi di un ufficio di Scientology e decide che è il momento giusto per mettere alla prova la questione della faccia tosta e del mio carattere estroverso.

Quando passo sotto la scritta Dianetics con l'intenzione di sottopormi al celeberrimo test di Scientology mi chiedono che lavoro faccio e io e la grappa rispondiamo in coro che lavoriamo per un giornale. Ottima idea, no?

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Per cercare di sciogliere il gelo che sono riuscita a creare in un nanosecondo mi affretto a specificare che lavoro sì per un giornale, ma come grafica, e che mi mantengo grazie all’eredità lasciatami dai miei defunti genitori. Per rendere il tutto più interessante, aggiungo che mi sono trasferita da Roma a Milano proprio per elaborare meglio il lutto e costruire una nuova vita da zero.

Quest'ultimo dettaglio sulle mie nuove prospettive sembra funzionare, perché i miei interlocutori iniziano a rivolgermi sorrisi contenenti un numero innaturale di denti e mi fanno accomodare su un divanetto perché possa guardare un dvd che pare duri quattro ore e mezza—letteralmente.

I tipi del dvd doppiati malamente in italiano mi chiedono se sono stanca di vivere, se ho problemi a lavorare e usano intricati concetti neuroscientifici per illustrarmi cosa non va nella mia vita. Dopo aver sentito la parola engram circa trecento volte comincio a pensare che sia un nome papabile per uno dei miei gatti. Decido però di non metterlo temporaneamente a sondaggio perché il rischio è di dover mantenere la promessa, e chiedo piuttosto ai follower se devo insistere per fare il test o se posso andare via portando con me il prezioso dvd. Qui so di averli messi in difficoltà, perché agli sgoccioli dei tre capitoli del filmato il risultato è sempre pari. All’ultimo momento butto un occhio e vedo un 51-49 per il dvd. Così, con la disinvoltura di chi si è dichiarato pseudo-giornalista, ringrazio e annuncio di dovermene andare.

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Alla fine mi ritrovo per altri 20 minuti seduta davanti a un tipo alto, con le dita gelide, che mi prende la mano tra le sue e mi chiede perché stia tremando. Rispondo che il video mi ha incantata ma che non ho proprio un euro per comprare il libro di Ron Hubbard perché sono uscita per pranzo dalla redazione lasciando il portafogli sulla scrivania (come i veri ricchi, vorrei aggiungere). Dopo essermi risparmiata l'acquisto di un pamphlet sulla depressione e la dipendenza per soli sette euro, sono libera di uscire.

ORE 14.30: SALTARE IL PRANZO O IMPORTUNARE UNO SCONOSCIUTO?

Nel frattempo sono arrivata a quel punto in cui ho talmente fame da non avere più fame, e approdo in un bar dietro Palazzo Reale dove c’è la mostra di Caravaggio che vorrei vedere. Pensando di aver capito la psicologia dei miei follower e il loro desiderio di sfiancarmi chiedo se non mangiare ed entrare al museo oppure farmi ordinare qualcosa da un tipo a caso in cambio del dvd di Scientology. Ma loro sono dotati di un’empatia fuori dal comune, avvertono che la mia fame è ormai diventata una categoria dello spirito e mi ordinano di importunare il ragazzo seduto accanto a me.

Il ragazzo fa parte di una coppia, e la coppia è in uno di quei momenti da coppie, quelli di condivisione della rabbia verso un oggetto esterno alla relazione: sono infuriati e sguazzano nell’odio verso un tizio che gli ha cancellato un lavoro all’ultimo. Tutto questo lo so perché sono stata circa dieci minuti a origliare in cerca del momento migliore per catapultarmi nella discussione con un dvd di Scientology in mano, ma dato che il momento non si presenta li interrompo a caso e gli impongo lo scambio. Il ragazzo, con l’aria di chi è costretto a fare l’eutanasia al proprio cane, mi ordina da mangiare e quando si alza vedo che lascia il dvd per terra.

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Ecco, io magari non sarò la persona migliore del mondo, ma se mi capitasse di ricevere un dvd di quattro ore e mezza in cambio di una scelta casuale e non sofferta di certo non lo butterei via, ma anzi, andrei su wikiHow sotto la voce "siate aperti nei confronti della vita" e poi entrerei a far parte di Scientology.

I due sondaggi al bar.

ORE 15.30: CAFFÈ SERVITO?

Mi va un caffè, e questa volta chiedo se andarlo a prendere al bancone o farmelo portare da un altro cliente del bar—bar a cui ho rovinato la reputazione. Votano tutti per il cliente, e a questo punto penso sia un bene perché le mie gambe sono fatte di granito.

Il prescelto è un signore di mezza età che, a differenza del ragazzo di prima, si alza, mi prende il caffè e me lo porta. Quando vado a pagare scopro che ha pagato lui e un po’ mi commuovo per una serie di ragioni: la prima è che è tutto il giorno che le persone mi guardano come se fossi evasa da una casa di cura, la seconda è che il signore ha un cappello da pescatore appallottolato nella tasca del pastrano come fa mio padre, e la terza riguarda proprio il cappello da pescatore, che è il cappello più commovente in assoluto tra tutti i cappelli del mondo.

ORE 16:30: SCIE CHIMICHE O SENTIMENTI?

Continuo a girovagare senza meta finché non mi imbatto in un altro bar, il luogo che più mi ha dato soddisfazioni in questa giornata di sondaggi. Dietro la vetrina osservo la coppia di gestori aggirarsi pigramente tra i tavoli vuoti, e spinta dalla tenerezza chiedo ai miei follower se entrare e attaccare bottone parlando di scie chimiche o di sentimenti.

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Come prevedibile, vincono le scie chimiche. Dopo aver provato a parlare degli strani colori manifestatisi in cielo nei giorni precedenti, ipotizzando sia tutta colpa di quelle cose, sì, quelle, le scie, ha presente?, scopro però che la mia rappresentazione del gestore del bar era sbagliata: non è un emarginato sociale, è proprio che non vuole parlare, e anzi, cerca ostentatamente di emarginarsi a sua volta dalla mia travolgente personalità biascicando qualcosa sulle foto dei tramonti apparse sui giornali. Non è molto gentile da parte sua, non a caso non porta nessun cappello da pescatore.

ORE 19:00: LA RAI O L'OBLIO

All'approssimarsi della decima ora di sondaggi qualcuno nota finalmente il potenziale della mia iniziativa, e via messaggio privato mi offre la possibilità di inserirmi in una social room di influencer durante la trasmissione Stasera Casa Mika.

Metto questa opzione a confronto con l’idea di continuare girovagare, ma i miei follower hanno capito che la probabilità di umiliarmi è molto più alta in uno studio Rai, possibilmente vicino a una telecamera. Così passo da casa, indosso le lenti per mascherare le mie iridi e mi dirigo agli studi di via Mecenate. Non so se siate mai stati a un evento per influencer, ma potrei riassumervelo come: un luogo in cui nessuno mangia anche se c'è cibo e tutti si conoscono tra loro ma nessuno conosce te.

In un tentativo disperato decido di unire le due cose e provare a diventare amica dei presenti prelevando cibo dal buffet per offrirglielo (ovviamente prima faccio un sondaggio, ma a quanto pare nessuno mi vuole umiliare così tanto da vedermi ballare da sola in mezzo allo studio e vince la gag del cibo).

Tra gli influencer ci sono Madh e Ghemon, e se il primo accetta la crocchetta che gli porgo il secondo rifiuta fermamente la mini-caprese—e di citarmi nelle sue Stories. Io ammiro la sua assertività mentre delle grosse lacrime causate dall’irritazione delle lenti mi rotolano giù dalle guance. A questo punto non mi interessa più dimostrare al mondo di essere estroversa e sfacciata perché purtroppo ho esaurito la mia riserva di emozioni e sentimenti per i prossimi sette anni. Mi aggiro abulica per la social room mentre alcune persone mi cedono il posto perché a loro dire sto tremando, ma non ci faccio caso perché è chiaro che tutto l’imbarazzo provato e taciuto durante la giornata ha deciso di uscire fuori sotto forma di fremiti ed esula dal mio controllo.

Sono abbastanza ubriaca (al buffet c'era il vino, ma certa della risposta dei miei follower non mi sono nemmeno preoccupata di chiedere se avrei dovuto berlo), e soprattutto stanca. Così, senza che nessuno me lo chieda decido di lanciarmi sui divani accanto agli influencer proprio durante la diretta, sfoderando il mio sorriso migliore—quello che prelude la morte.

Segui Irene (ovviamente) su Instagram.