Il sesso non è solo sesso su 'Masseduction' di St. Vincent
Fotografia di Mat Hayward/WireImage

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Musica

Il sesso non è solo sesso su 'Masseduction' di St. Vincent

Nel suo nuovo album, St. Vincent non parla di amore, o di lussuria, ma di puro sesso—in tutte le sue imperfezioni, e con tutti i suoi pericoli emotivi.

St. Vincent suonerà domani, 27 giugno, al Circolo Magnolia di Milano. I biglietti sono ancora disponibili.

Una scopata non è mai solo una scopata. "Una scopata lascia tutto com'è", dice l'autrice Maggie Nelson nel suo libro Bluets. Scopare non è fare l'amore, né fare sesso; è qualcosa di viscerale, immediato e catastrofico. Può essere auto-distruttivo; un'implosione necessaria per poter ricominciare. Una scopata è parte di qualcosa di più grande e disorientante. E Masseduction, il nuovo album di Annie Clark—in arte St. Vincent—, ha al centro questa violenza emotiva, oltre a un sacco di sesso. Il sesso e il desiderio sono temi espliciti sia nella copertina dell'album, su cui compare il sedere di una sua amica, avvolto da collant rosa shocking, come nel suo titolo (che va pronunciato "mass seduction", seduzione di massa". Ma lo sono anche nei testi scintillanti di Annie, che sembra una sorta di Anaïs Nin contemporanea con in braccio una chitarra. La sensazione è quella di trovarsi di fronte al solletico di una provocazione, un invito che dice convincimi ma anche lo voglio.

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Masseduction è un album molto più pop rispetto ai suoi predecessori. Clark lo ha registrato assieme al super produttore Jack Antonoff, un uomo che crea album stellari a ritmi da catena di montaggio. C'è dentro molto glam rock, ma anche molti sintetizzatori. L'interpretazione di Annie la fa assomigliare a un collage di tutti gli esseri umani più sexy della storia del rock, tra cui Marc Bolan e Freddie Mercury (con tutta la sua drammaticità). La forza di Masseduction, però, sono le tematiche che tratta, spiegate alla perfezione dalla titletrack: "Non riesco a trattenere quello che mi eccita". Masseduction è un album edonista che pone una domanda: che cosa succede se mi abbandono ai miei desideri, se mando tutto a puttane per poter ricominciare da capo? Il che può essere un processo distruttivo. E non è la prima volta che la questione compare nella storia del rock, un genere costruito sul racconto di un'esistenza per cui le idiozie e la soddisfazione vanno spesso a braccetto. Ma la Clark è riuscita a raccontare il desiderio e le sue conseguenze emotive in una maniera fresca e innovativa. Chiede all'ascoltatore di seguire il sentiero della seduzione e del sesso fino alle sue incasinate conseguenze esistenziali, e di capire come riuscire a ripartire a massacro compiuto.

In una lunga intervista uscita sul New Yorker, la Clark ha detto che Masseduction è l'album più tetro che ha mai scritto: "Parla tutto di sesso, droghe e tristezza". Una chiave per la sua lettura sta nelle meta-interviste che Annie ha auto-pubblicato per promuovere il disco—e per punzecchiare i giornalisti per la scontatezza delle loro domande. "Che cosa significa 'seduzione' per te?" era una di queste. La risposta di Annie è semplice ma pesante: "Seduzione è quando l'invito è migliore della festa". Per come la sentiamo descritta da questo album, la seduzione si esplicita in una soddisfazione immediata perché quello che la segue è potenzialmente catastrofico a livello emotivo. Su "Pills", la Clark è distruttiva ma giocosa—improvvisa gemiti, parla delle pillole che prende, di sesso orale, del letto in cui dorme e del palco su cui sale. È una canzone che suona allegra nonostante le sue parole abbiano un sottotesto piuttosto cupo: è davvero ok concedersi qualsiasi cosa? A un certo punto la chitarra comincia ad acquietarsi, e il sax di Kamasi Washington suona un assolo desolato. Perché tutto, prima o poi, scende. Lo stesso sentimento permea il resto dell'album; prende il volo, sballato da una soddisfazione temporanea, e poi cade, tornando alla realtà sotto forma di perdono—sia da parte del narratore della Clark (lei stessa, forse?) che dai suoi interessi amorosi. "Masseduction", la canzone, solleva l'ascoltatore da terra con una lista di cose e persone che eccitano la narratrice: Lolita, i punk, le suore stressate che fumano. "Non faccio niente per fermare quello che mi eccita", canta la Clark, senza chiedere il permesso a nessuno per godere del suo desiderio—consumando ogni cosa sul momento.

In "Hang on Me," una canzone d'amore poetica sulla co-dipendenza ("Perché io e te / Non siamo fatte per questo mondo)", la Clark è come una veggente. Osserva l'azione dal cielo, con lo sguardo verso il basso, e prevede ciò che accadrà. "Le canzoni sono come profezie. Possono essere più forti di te", ha detto al New Yorker. Una batteria frizzante ed effettata si libra dietro alla sua voce dolorante: "Non posso impedire al taxi di schiantarsi / E solo chi ama sopravviverà". Un sentimento simile compare anche in "Slow Disco": "Ho sangue nelle orecchie e vedo un'idiota allo specchio / Il dolore di questi errori non potrebbe essere più chiaro". Annie suona caotica e incasinata, felicemente perversa: "Mi metti un'uniforme da infermiera / Mi veste, si attacca alle mie cosce e ai miei fianchi", dice su "Savior", il climax dell'album. Quello della Clark è quasi un latrato. È una canzone che gocciola sesso, ma è anche incredibilmente consapevole di quello che succede quando la seduzione porta alla dipendenza, quando il desiderio smette di direzionarsi verso la temporaneità e si dirige verso il cuore di qualcuno. "E poi dici 'Ti prego'", dice il ritornello della canzone, come fosse un lamento disperato. Dopo il sesso e il desiderio, Annie trova forza nella sua vulnerabilità: su "New York" quasi ammette le sue colpe mentre canta de "l'unica figlia di puttana che mi avrebbe mai potuta perdonare". Masseduction è un baccanale, qualcosa di sfarzoso e accogliente. Un sogno delirante dalle proporzioni epiche. Un album seducente, in un continuo crescendo. Parla del desiderio e del sesso come di un rifugio, ma senza nascondere le loro potenziali conseguenze negative. Clark non ha paura di mostrarci quale sia l'esito di una ricerca del piacere istantaneo: ed è un gesto importante in quanto umano. Non è niente di carino o di sexy; è un sentimento tangibile e reale. È difficile che si parla di sesso in quanto sesso, senza aggiungere strati di significato legati all'amore, alla lussuria o comunque a una proiezione emotiva. "Che cosa c'è di meglio dell'amore, dell'amore, dell'amore?" chiede la Clark sull'ultimo pezzo dell'album, "Smoking Section". Ma non ci dà risposte, mentre la musica si ferma. Continua a cantare, e noi con lei.

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