Politică

'Sei antifascista, levati subito sta maglietta' - l'aggressione a Roma ai ragazzi del Cinema America

È successo sabato notte, e per l'associazione si è trattato di un "vera e propria aggressione squadrista."
Leonardo Bianchi
Rome, IT
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Uno dei ragazzi del Cinema America aggrediti sabato. Foto via Facebook

Roma è una città che, in questo periodo storico, non ha molto da offrire. Non parlo dei servizi pubblici—su quelli ormai abbiamo perso le speranze— piuttosto dell’offerta culturale e sociale: a furia di ordinanze e sgomberi, è rimasto ben poco.

A volte però ci sono delle eccezioni: l’esperienza del Cinema America è una di questa. Nel 2012 un gruppo di studenti che frequentano i licei del centro decidono di occupare il Cinema America a Trastevere, che stava per essere trasformato in appartamenti di lusso e parcheggi. L’occupazione dura due anni, e viene sgomberata nel settembre del 2014.

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Chi governa davvero a Roma?

Da lì in poi, l’associazione cambia il nome in Piccolo America e inizia a organizzare proiezioni estive all’aperto—sia in piazza San Cosimato a Trastevere, che in punti periferici della Capitale. Il progetto si chiama “Il cinema in piazza,” incassa il supporto del mondo dello spettacolo, e cresce esponenzialmente: quest’anno sono previste ben 104 serate di proiezioni tra Trastevere, Tor Sapienza e Ostia.

Nonostante l’ottimo riscontro di pubblico, non tutti però vedono di buon occhio i ragazzi del Cinema America. Nel 2018, ad esempio, era scoppiata una forte polemica con la giunta dei Cinque Stelle; mentre questo sabato si è verificata un’aggressione dopo una proiezione a Trastevere.

A raccontarla sono stati proprio gli attivisti sulla loro pagina Facebook. Verso le quattro del mattino, quattro ventenni sono stati picchiati da una “decina di individui di circa trent’anni” all’urlo di “hai la maglietta del Cinema America, sei antifascista, levati subito ‘sta maglietta, te ne devi andare via da qua!”

David Habib, uno dei ragazzi aggrediti, spiega che “è stato un assalto piano di violenza, che non riusciamo a comprendere, noi non abbiamo nemmeno risposto alle loro provocazioni.” Al suo rifiuto di togliersi la maglietta ha ricevuto una testata sul naso, che oggi opererà d’urgenza. “È evidente che avessero già deciso di aggredirci,” continua, “abbiamo avuto la sensazione che ci avessero seguito da Trilussa fino a piazza San Calisto.”

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In un’intervista a Il Messaggero, Habib ha descritto i picchiatori come appartenenti all’estrema destra: “Mi ricordo che erano per lo più ragazzi vestiti da giovani di Roma Nord, con il doppio taglio e i tatuaggi.” Uno di loro “aveva un tatuaggio con un 4 in numeri romani, e un altro aveva i capelli rasati.”

La notizia dell’agguato a una realtà così visibile e conosciuta ha immediatamente generato un’ondata di solidarietà, e spinto la politica a condannare trasversalmente l’accaduto (mentre di solito fatti del genere sono bollati come “risse” tra “opposti estremismi”).

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha twittato: “Dalla parte dei ragazzi del Cinema America che riempiono di cultura le serate di Roma. […] Non si può accettare una violenza così.” La sindaca di Roma ha parlato di un “atto vile e barbaro, che bisogna condannare fermamente.” Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha definito l’episodio “gravissimo, aggravato dall’intolleranza ideologica.”

Sulla vicenda è intervenuto persino il ministro dell’interno Matteo Salvini, nonostante da anni coccoli e sdogani i neofascisti. “Noi combattiamo contro ogni genere di violenza, che siano comunisti o fascisti,” ha detto da Washington. “Del resto io faccio il ministro che reprime la violenza.”

Valerio Carocci, uno dei fondatori dell’associazione, ha qualificato il tutto come una “vera e propria aggressione squadrista,” aggiungendo che “la nostra realtà fa paura alle destre romane perché è riuscita a portare nelle periferie come Ostia e Tor Sapienza, che loro pensano di controllare, migliaia di persone.”

L’episodio conferma per l’ennesima volta che focalizzarsi solo sulle magre performance elettorali di certi partitini non risolve di certo il problema. Anche se si ignora la presenza dell’estrema destra, quest’ultima non ignora affatto i propri bersagli: che sono migranti, donne, “diversi” e antifascisti. Del resto, la mappa delle aggressioni fasciste in tutta Italia—aggiornata costantemente—è lì a ricordarcelo tutti i giorni.

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