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Cibo

In Perù vanno pazzi per i Panettoni, e i politici ci fanno stampare sopra la loro faccia

In Perù a Natale e a luglio si mangia il Panetón, e spesso si mangia con un dulce de leche ai fagioli.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT
Panettone peruviano

No, non è un titolo acchiappa like, bensì - per quanto possa sembrare strano accostare il dolce natalizio per eccellenza alle vette andine o alle foreste amazzoniche - la constatazione di un dato di fatto.

E non è solo un fenomeno ascrivibile a un generale aumento dell’export di panettone), che negli ultimi anni ha avuto una straordinaria impennata: in Perù il panettone è ormai entrato a pieno titolo tra le tradizioni gastronomiche locali.

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Pensate che addirittura i membri del congresso mandano sempre ai giornalisti di cronaca politica, a fine anno, un cesto che include un panettone… con la loro faccia sopra.

Come e quando il dolce milanese per eccellenza è arrivato dall’altra parte dell’oceano, è presto detto: in Italia il panettone ha iniziato ad essere prodotto a livello industriale all’inizio degli anni '20, grazie a imprenditori illuminati come Angelo Motta e Gioacchino Alemagna, e a venir esportato dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Negli anni Cinquanta gli emigrati italiani in Sud America hanno portato con sé la nostalgia della propria terra e l’abitudine di mangiare il panettone a Natale: se con il tempo la prima (forse) è scomparsa, la seconda no. E così in Argentina e Brasile si mangia il Panettone, in Cile il Pan de Pascua, in Perù il Panetón… Proprio in Perù Antonio D’Onofrio, figlio di immigrati casertani, ha creato il proprio brand (ora proprietà Nestlè) modificando la ricetta originale di Alemagna e adattandola alle esigenze locali - ad esempio usando i canditi di papaya - e contribuendo alla popolarità del lievitato.

“Da novembre gli scaffali del supermercato si riempiono di panettoni. Molti supermercati hanno addirittura il proprio brand. Sono diverse le aziende italiane, come la Motta, che esportano in Perù" spiega la food critic peruviana Paola Miglio.

“Lo consumiamo soprattutto a Natale - nonostante da noi in inverno le temperature siano alte - e il 28 luglio per la nostra Festa dell’Indipendenza. Ci piace abbinarlo alla cioccolata calda e mangiarlo durante le Chocolatadas, feste - con scopi di beneficenza - in cui la gente balla e mangia panettone e cioccolata. Lo accompagniamo anche con il Frejol Colado, una sorta di dulce de leche a base di fagioli. Pensate che addirittura i membri del congresso mandano sempre ai giornalisti di cronaca politica, a fine anno, un cesto che include un panettone… con la loro faccia sopra”.

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Attenzione, però: non tutto quello che è panettone profuma di burro. “La maggior parte dei panettoni che si trovano in Perù sono industriali. Ci sono alcuni artigiani che lavorano bene, con il metodo tradizionale, ma sono pochi e i loro panettoni sono molto costosi. Al supermercato li trovi a 3 dollari, quelli artigianali possono arrivare a 15-20” prosegue Paola “Con il mio magazine due anni fa abbiamo fatto una degustazione comparata di panettoni e a un certo punto abbiamo dovuto aprire le finestre perché l’odore chimico ci stava dando alla testa. Basta guardare il colore, così yellowy… ”.

Proprio al fine di migliorare la qualità media dei panettoni peruviani quest’anno a Lima è stato firmato un accordo tra Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani) e Aspan (Associazioni Panificatori del Perù) per promuovere corsi di formazione sull’arte del panettone e sull’utilizzo di materie prime made che vengono dall'Italia.

Anche se spesso sono proprio l’incontro tra due culture e il conseguente “imbastardimento” di una tradizione a generare i risultati più interessanti. Basti pensare a Marayhuaca, in cui da anni si produce il Panetón de Bosque, popolarissimo in tutto il paese e farcito con una marmellata di funghi locali: oltre a essere super nutriente le sue vendite, ormai nell’ordine delle decine di migliaia, aiutano lo sviluppo di questa comunità andina di donne.