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Terzino sinistro del Tottenham da ormai sette stagioni, Benoit Assou-Ekotto non ha nulla che lo possa rendere il giocatore preferito di nessuno.

Assou-Ekotto non è un fenomeno, ma un calciatore normale che si esprime al meglio delle proprie possibilità. I suoi tifosi lo amano come si ama un giocatore mediocre ma divertente. Lo chiamano Disco Benny perché porta i capelli afro, non si aspettano molto da lui. Ai giornalisti piace perché li porta in giro in metro con la maglietta di Angry Birds.Parliamoci chiaro, la società contemporanea non sa che farsene dei coatti, ma Assou-Ekotto è il tipo di coatto abbastanza intelligente da integrarsi nella società senza volere a tutti i costi restare un elemento "disturbante". Francese di origine africana, figlio di un calciatore mediocre, ha fatto parte di una gang e gioca a calcio perché non gli andava di studiare né di chiudersi in ufficio. Adesso fa beneficenza, dice sempre quello che pensa e gioca come uno che non deve dimostrare niente a nessuno. G-Benny non ha bisogno di sollevare coppe per sentirsi un po' meno solo, o più lontano dalla morte. Gioca per sé stesso e, di conseguenza, per tutti quelli che non hanno nessun altro tranne sé stessi per cui giocare. Il boato della folla è sopravvalutato. 

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Il pezzo che segue è stato aggiornato rispetto a quello pubblicato originariamente su minimaetmoralia e in fondo trovate un'appendice con alcuni testi rap. Prendeteli come un'antologia di cosa significa essere un coatto, perché anche i coatti hanno diritto a una loro tradizione (naturalmente di citazioni del genere se ne possono fare molte, questo sono solo le mie preferite. Come dire, imho).

Terzino sinistro del Tottenham da ormai sette stagioni, Benoit Assou-Ekotto non ha nulla che lo possa rendere il giocatore preferito di nessuno.
Quasi esclusivamente difensivo, non particolarmente tecnico e tutto mancino (con il destro, come si dice a Roma, non ci scende neanche le scale), si allontana raramente dall'angolo formato dalla linea di metà campo con quella laterale. La scorsa stagione, quando il Tottenham costruiva la propria azione d'attacco, il suo compito si limitava quasi esclusivamente a controllare la palla di suola e alzare la testa in cerca di Bale. Di tanto in tanto scagliava la palla in avanti un po' a caso sui piedi di Adebayor, e se impossibilitato a verticalizzare ruotava leggermente il corpo verso il centro del campo dove Modric tra le linee, Parker o Sandro in orizzontale, gli andavano incontro. In casi estremi, scaricava su Kaboul o la passava direttamente al portiere, Friedl, con retropassaggi rasoterra di 30 metri.

Nelle partite in cui al Tottenham di Redknapp è capitato di dominare gli avversari nella loro metà campo, si poteva vedere Assou-Ekotto accentrarsi e tentare la botta, senza mai avvicinarsi a più di 30 metri dalla porta, o scendere il più a fondo possibile sulla fascia andando al cross come ogni buon terzino deve fare. Non stiamo parlando di un buon crossatore (solo 25 sui 93 totali hanno trovato la testa di un suo compagno, con una media di 0,7 cross a partita), ma quattro assist in stagione è una statistica più che rispettabile per un difensore.

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Ancora più sorprendente, è la media di 59.4 passaggi a partita, inferiore solo a quella di Modric tra gli Spurs. Il suo ruolo nella manovra del Tottenham 2012 è evidente se si prende un qualsiasi grafico Player Influence della scorsa stagione (ad esempio lo 0-0 col Chelsea).

Per chi non la conoscesse già, StatsZone è un'applicazione di statistiche per Premier e Champions League. Il grafico Player Influence ingrandisce il nome dei giocatori a seconda della maggiore o minore interazione col gioco.

Adesso, quando un difensore effettua molti passaggi, può significare che gli avversari lo lasciano giocare senza particolari pressioni. Una statistica del genere, quindi, può essere letta come inversamente proporzionale alla pericolosità  (Assou-Ekotto, in effetti, ha segnato solo 4 gol in carriera, in 181 partite, cioè). Nel suo caso, però, più della metà dei suoi passaggi sono indirizzati in avanti e la percentuale di quelli andati a buon fine è del 79.6 percento. Non così alta, cioè. Il che significa che Assou-Ekotto rischia qualcosa in più di un normale difensore che si limita a giocare di sponda (quella di John Terry, ad esempio, è 91.3 percento).
Un dato interessante che rende abbastanza bene l'idea del tipo di giocatore di cui stiamo parlando è il record assoluto (nell'edizione 2011-12 della Premier League) di 21 passaggi eseguiti verso un compagno in fuorigioco.

Acquistato dal Lens nel 2006, Assou-Ekotto ha faticato a imporsi per più di una ragione e solo Redknapp gli ha dato fiducia e continuità. Dalla stagione 2009-2010 praticamente non salta una partita se non per infortunio (è presto per capire se rientra nei piani a lungo termine di Villas Boas, considerando anche che il mercato non è ancora chiuso, per ora ha cominciato da titolare nlla sconfitta per 2-1 subita dagli Spurs a Newcastle). Gareth Bale, una volta esploso nella stagione 2009-10, è stato avanzato di ruolo anche per evitare l'esclusione di Assou-Ekotto. Da parte sua, ha elevato il proprio livello diventando un giocatore estremamente sicuro di sé. In difesa è ordinato e regolare, difficile da saltare e forte fisicamente anche se alto solo un metro e 68. Nel tempo ha sviluppato un formidabile senso della posizione che gli permette di leggere meglio dei propri avversari quasi tutte le situazioni di gioco, anche se non si tratta esattamente del genere di qualità che fa vendere magliette da calcio col proprio nome stampato sopra. Potrebbe limitarsi ad essere un ottimo terzino difensivo (in linea con la tradizione dei terzini francesi in Premier League: Silvetstre, Evra, Sagna, Gallas, Clichy) ma difendere bene a lui sembra non bastare. Troppo a suo agio, a volte, azzarda dribbling in zone delicate di campo. Questa è la critica maggiore che gli si può muovere contro e lui stesso sembra esserne conscio: "Quando un difensore corre con la palla verso la sua porta la tendenza è a spazzarla fuori. Anzi, è incoraggiato a farlo. Io l'ho sempre trovato strano. In quanto calciatore professionista dovresti essere capace di fare qualcosa di meglio. Dovresti avere le capacità tecniche e mentali per fermarti, guardarti intorno, dribblare e passarla piuttosto che tirarla fuori e basta. Quando faccio qualche numero in campo sento l'allenatore gridare: Benny! Stai attento! Io sorrido e dico: Ok, perché capisco le sue ragioni".

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Contro l'Everton ha giocato la sua migliore partita della passata stagione, con un gol da 30 metri (min. 5.40) e un assist (in realtà un cambio di fascia su Aaron Lennon, al min. 3.15) ma l'azione che esprime meglio la sua capacità di dare il massimo di sé senza paura di sbagliare è quella in cui dopo essersi accentrato all'altezza dell'area di rigore tenta un filtrante per Modric che si perde sul fondo (al min. 1.40). Il passaggio era giusto, anche intelligente, il piede era quello sbagliato, il giocatore forse, ma dato che in quel momento con la palla tra i piedi c'era lui, non ci ha pensato due volte e ci ha provato. Nel bene e nel male Assou-Ekotto gioca come gli viene, non gli interessa avere conferme dal pubblico o dall'allenatore.

Per via del cespuglio afro con cui scende in campo (in alternativa alle treccine che a volte culminano in un doppio codino) e un carisma calibrato su cose come giocare con due scarpini di colore diverso (pare perché, non avendo sponsor e consumando molto più velocemente la scarpa sinistra della destra, ne compra due paia per volta, anche se non si capisce perché non debba comprarne due paia uguali o semplicemente cambiare entrambe le scarpe quando la sinistra è da buttare), i supporter Spurs lo hanno ribattezzato Disco Benny. D'altra parte, anche lui non sembra prendersi troppo sul serio a giudicare dal suo profilo twitter, dove i suoi tweet sgrammaticati terminano quasi sempre con un LOL ("No more nape in the afternoon coze i make a strange dream… LOL"). Ma Assou-Ekotto non solo è l'amico straniero a cui insegnare parolacce in slang.

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In contrasto con questo tipo di immagine, Disco Benny è un tipo introverso e timido, quasi freddo. Il suo primo allenatore al Tottenham, Martin Jol, si lamentava del fatto che sorridesse troppo poco. Durante il riscaldamento della partita contro il Milan (ottavo di finale di andata di Champions League 2011) è stato criticato perché se ne stava in disparte cercando la propria concentrazione con le braccia incrociate e le cuffie nelle orecchie. Nel maggio del 2010, sarebbe a dire al culmine di una carriera senza troppi alti né bassi, il Guardian pubblica un pezzo dal titolo "I play for the money. Football's not my passion" in cui Assou-Ekotto candidamente dichiara che il calcio, per lui, è solo un lavoro.

"D'accordo, è un buon, buon lavoro e non dirò di odiare il calcio, ma non è la mia passione." L'atteggiamento, aggiunge, non conta. Se sei un professionista al cento per cento sei preparato a perdere un dente o un occhio per la squadra. "E io lo sono."
Dice di aver deciso di dedicarsi al calcio quando a 16 anni è stato cacciato da scuola trovandosi senza niente su cui puntare. "Do tutto quello che posso, essendo il più efficiente e professionale possibile, perché è tutto quello che ho." (Figlio di calciatore di nazionalità camerunense emigrato in Francia per lavoro e fratello minore di calciatore, la sua scelta non è poi così strampalata).

La sua retorica del professionismo funziona in opposizione a quella più diffusa dell'amore per la maglia. "Esiste un giocatore al mondo che firmando il contratto dica: Oh, mi piace la vostra maglia? La vostra maglia è rossa. La amo. Non gli interessa. La prima cosa di cui si parla sono i soldi." C'è un aneddoto che lo vede arrivare al campo il giorno della partita senza sapere contro chi avrebbero dovuto giocare. "Con Harry [Redknapp] va tutto bene. Non parliamo molto e non gli interessa se sorrido o se so contro chi giochiamo la prossima partita. Se faccio bene il mio lavoro, per lui è tutto ok." Una sicurezza di questo tipo ("L'unica ragione per cui voglio scendere in campo è perché l'allenatore sa che posso svolgere bene i miei compiti. È il solo modo con cui posso dare il 100 percento, sapendo che scendo in campo per merito") spiega le oscillazioni tra il profilo solitamente basso e la disinvoltura con cui dice quello che pensa in un sistema conformista in cui i calciatori sanno quasi sempre cosa rispondere prima ancora che gli venga fatta la domanda (quando gli chiedono com'è giocare con davanti Bale dice: "Chiedete a lui com'è giocare davanti a me, gli do sempre la palla e quando difendo uno contro uno non è mai lì per darmi una mano").

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La stampa inglese è passata dal luogo comune del mercenario ("Sono sicuro che in ogni lavoro chiunque voglia progredire. Per me è lo stesso") a un giudizio più pacato di calciatore coi piedi per terra che pensa prima di parlare (basato a sua volta sul contrasto col luogo comune del calciatore stupido e troppo ricco). Le sue interviste sono mediamente più interessanti di quelle dei suoi colleghi.

Disco Benny è il savant sauvage con licenza da Bocca Della Verità, che dice quello che gli altri non hanno il coraggio di dire. Ha scelto di giocare col Camerun pur essendo nato e cresciuto in Francia semplicemente perché quelli della sua generazione con origini straniere non si sentono francesi. I calciatori francesi di origine africana che giocano con la maglia della Francia lo fanno perché "se sei un giocatore francese di livello internazionale, è più facile parlare di soldi."  In Francia se sei nero i commessi ti trattano male pensando che tu sia povero.

Con la sua aria stordita e al tempo stesso concentrata Disco Benny dice di andare agli allenamenti in Smart (adesso, dopo aver avuto un incidente in un giorno di pioggia, usa un'Audi) e in giro per Londra con la metro. E di fronte a un incredulo giornalista tira fuori l'abbonamento mensile e dice: "Non ho mai incontrato un altro calciatore in metro." Poi Disco Benny, con una maglietta di Angry Birds e dei jeans larghi, porta lo stesso giornalista di prima dal suo barbiere su Tottenham High Street, pochi giorni dopo le rivolte di agosto. "Mi hanno detto di non venire qui, che c'è brutta gente," ma lui ci va a tagliarsi i capelli da cinque anni. Il suo barbiere ha le foto sbiadite che illustrano i possibili tagli di capelli in vetrina e un gruppo di ragazzini sul muretto di fianco alla porta dove Disco Benny legge i messaggi sul suo cellulare.  Proprio dopo le rivolte Disco Benny ha proposto che i calciatori donino il 2 percento del loro salario annuale per la ricostruzione del quartiere. In tutto, farebbero 28 milioni di sterline.

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A volte prima della partita Disco Benny parcheggia la macchina fuori dallo stadio (ha cambiato la Smart con un'Audi dopo aver avuto un incidente per la scarsa tenuta) e mentre cammina la gente del quartiere con lui è carina e tranquilla. Con i tifosi parla "della partita passata, di quella dopo… della vita insomma."
In tutto possiede dodici auto sportive, ma non le usa. Entra in macchina, accende il motore e ascolta quello che l'auto ha da dirgli.

Assou-Ekotto, che quando è arrivato in Inghilterra non sapeva neanche come si diceva "destra" e "sinistra" e ancora oggi parla in inglese peggio di chiunque non abbia finito il liceo, tiene una rubrica sul London Evening Standard, pochi pezzi per il momento, tra cui spicca quello molto toccante su Muamba, il giocatore del Bolton che ha avuto un attacco di cuore proprio mentre giocava contro il Tottenham (e che di recente, su consiglio dei medici, ha dato l'addio al calcio). "Mi auguro che Fabrice guarisca, e non perché è un bravo ragazzo, giovane, un collega calciatore o un fratello, ma perché è un essere umano e sarebbe stupendo se potesse vedere quanto di buono è scaturito da questo triste e spaventoso evento della sua vita."

Diventato ambasciatore dello Standard Disposessed Found, fondo di beneficenza dello stesso giornale londinese, Assou-Ekotto nel gennaio 2011 ha confessato di aver fatto parte di una gang. Più che di Disco Benny, del soggetto assurdo con la pettinatura afro, quindi, sarebbe giusto parlare di G-Benny. Il suo codice estetico sembrerebbe quello del G-Funk degli anni Novanta: i ritmi lenti, le tematiche realiste. Con la sola differenza che G-Benny non ha bisogno di guidare le sue auto per sentirsi sicuro di sé, e la street credibility se la guadagna di domenica in domenica, sotto gli occhi di tutti. Il calcio è un sistema più trasparente e "giusto" della cultura musicale, non si deve piacere per forza al pubblico o al proprio allenatore, dato che a pubblico e allenatori interessano (sopratutto) i risultati.

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Rilassato al punto che si direbbe abbia fumato prima di giocare, non c'è niente che possa cogliere di sorpresa G-Benny, niente che non abbia già visto. Assou-Ekotto è un calciatore gangster col cuore da gentiluomo, che viene dalla strada (come quasi tutti i calciatori) e gioca per la strada, che si complica la vita per gli "ohh" del pubblico (come certi rapper arrivati all'apice del successo che continuano a cantare di quando spacciavano nel parco-giochi del ghetto; e anche a insistere sui soldi guadagnati e su quanto si è bravi in quello che si fa significa parlare di professionismo, a ricordare che nessuno regala niente a nessuno a questo mondo).

Assou-Ekotto è un altro tipo di coatto rispetto a Ibrahimovic: è il coatto che non ha bisogno di conferme dalla società che inizialmente lo ha escluso, il coatto riflessivo, semplice e profondo. Consapevole del suo posto privilegiato nel mondo tenta di restituire come può qualcosa alla sua comunità di appartenenza: la città e il quartiere del club che lo stipendia. Quando dice di giocare per soldi, semplicemente, si sta rifiutando di vendere anche il proprio cuore, oltre alle sue prestazioni sportive. Perché il cuore è per la gente.

Segui Daniele su Twitter: @DManusia

APPENDICE : CONFESSIONI DI RAPPER

L'hip-hop non è solo un cattivo esempio per coatti ambiziosi (una rotella posizionata in basso nel meccanismo di conservazione di società ingiuste e classiste), un prodotto innocuo che tira altra acqua al mulino del capitalismo, un'immorale apologia del denaro dietro l'illusione di un progresso sociale ed economico alla portata di tutti. I gangster soffrono e la loro sofferenza è sineddoche di quella dell'umanità intera, schiacciata tra la sempre più competitiva lotta per la sopravvivenza e le proprie ambizioni trascendentali.    

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I did it all for the money, Lord
That's what it seems..

Well, in the world of night terrors it's
Hard to dream,

they hollerin' cash rules everything
Just call it cream, cause when it rises to the top
You get the finer things

Oceanfronts, rolling blunts with model chicks
And saying grace over lobster and steak
Like please forgive us for riding Benzes with camera plates
Too busy looking backwards for jackers to pump my brakes

For help signs to symbolize the lives that hunger takes

(The Roots - "Make my")

On my block - it's like the world don't exist
We stay confined to this small little section we livin in
Oh my block, I wouldn't trade it for the world
cuz I love these ghetto boys and girls
born and raised, on my block…

(Scarface - "On My Block")

Visualizin the realism of life and actuality
Fuck who's the baddest a person's status depends on salary
And my mentality is, money orientated
I'm destined to live the dream for all my peeps who never made it

(Nas - "Life's a bitch")

Lil' ghetto boy
Playing in the ghetto streets
What'cha gonna do when you grow up
And have to face responsibility 
All your young life  
You've seen such misery and pain  
The world is a cruel place to live  
and it ain't gonna change  
You're so young  
You've got so far to go on  
but I don't think you'll reach your goal  
Young man , hanging by the poolroom door

(Donny Hataway - "Little ghetto boy")

I done been in jail, I do my best not to repeat that
I'm tryin to feed my family, give a fuck about your feedback

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Critically acclaimed, but that shit don't mean a thing
When you rocking mics and still in microwaves cooking 'caine

(Freddie Gibbs - "Thuggin'")

I make big money, I drive big cars 
Everybody know me, it's like I'm a movie star 
But late at night, somethin ain't right 
I feel I'm being tailed by the same sucker's head lights
Is it that fool that I ran off the block?

(Geto Boys - "Mind playin' tricks on me")

I guess I seen too many murders, the doctors can't help me
Got me stressin' with my pistol in my sheets, it ain't healthy
Am I paranoid? - Tell me the truth
I'm out the window with my AK, ready to shoot
Ran out of endo and my mind can't take the stress,
I'm out of breath
Make me wanna kill my damn self,
but I see death around the corner

(2pac - "Death around the corner")

If I wasn't in the rap game
I'd probably have a key knee-deep in the crack game
Because the streets is a short stop:
Either you're slinging crack rock or you got a wicked jump shot
Shit, it's hard being young from the slums
Eating 5 cent gums, not knowing where your meal's coming from

(Biggie - "Things done changed")