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Il network messicano Televisa ha pubblicato le immagini dell’operazione denominata “Cisne Negro” (Cigno Nero), che ha portato all’arresto del boss del narcotraffico messicano Joaquin “El Chapo” Guzmán.
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Il video, della durata di circa 15 minuti, mostra gli eventi che hanno preceduto il terzo arresto del boss (il primo risale al 1993, il secondo al 2014) e, come riporta il sito di informazione ABC News, sarebbe composto da vari filmati girati con una GoPro, un tipo di camera molto piccola, verosimilmente fissata sui caschi degli uomini che hanno partecipato al raid.
Video via Carlos Loret / You Tube
Venerdì scorso, poco dopo l’alba, le forze speciali messicane hanno fatto partire i primi colpi d’arma da fuoco contro il nascondiglio di El Chapo, situato nella città di Los Monchis. Nel video, uno degli agenti sembra rimanere ferito durante l’assalto, poi soccorso da un collega.
Durante il raid, cinque degli uomini vicini al boss sono morti sul posto, colpiti – come le foto pubblicate dalla stampa lasciano immaginare – da tiri di precisione che li hanno raggiunti alla testa. Del signore della droga, però, inizialmente non appariva alcuna traccia.
Stando alle autorità, infatti, El Chapo sarebbe scappato da un condotto idrico il cui ingresso – secondo media locali – sarebbe stato occultato in un armadio. Poco più tardi, El Chapo verrà fermato a bordo di un’auto rubata insieme a uno dei suoi uomini.
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L’arresto rappresenta solo l’ultimo capitolo della rocambolesca vita di El Chapo. A luglio scorso, l’uomo è scappato dalla prigione da un tunnel lungo un chilometro e mezzo, con tanto di sistema di areazione, elettricità e una moto modificata per viaggiare su rotaie.
Questo weekend, la caccia al superlatitante aveva finalmente avuto seguito dopo che il signore della droga aveva preso contatti con personalità del cinema – un’attrice di soap e l’attore Sean Penn – perché intenzionato a lanciare, a quanto si è appreso, un film sulla sua vita.
Il futuro di El Chapo, tuttavia, resta incerto. Non è ancora chiaro se Guzmán verrà estradato verso gli Stati Uniti, punto sul quale si sono mosse gran parte delle tensioni tra Usa e Messico.
Secondo fonti del luogo, l’estradizione non dovrebbe andare in porto prima di un anno, a giudicare dai mezzi legali a disposizione dal signore della droga per contestarne la fattibilità.
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Immagine via Carlos Loret / You Tube