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Guarda Alfio Marchini distruggere decenni di studi sulla cannabis in diretta tv

Durante l'ultima puntata di Piazza Pulita, il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini si è lanciato in dichiarazioni disastrose sugli effetti delle droghe leggere. Disastrose non solo nel contenuto, ma soprattutto nel messaggio.

So che farsi le canne non ti rende gay, né eroinomane, né tantomeno improvvisamente stupido o prossimo alla morte. Dalla mia ho qualche articolo a riguardo letto negli anni e le esperienze personali di un'adolescenza in provincia. Detto ciò, se avessi assistito in diretta alle dichiarazioni di Alfio Marchini, non avendo tutte queste basi scientifiche per ribattere punto per punto probabilmente mi sarei limitata ad ascoltare l'interessato stupita, e soprattutto ignara del danno che stava facendo. Ed è proprio per questo che analizzare il video sopra diventa importante.

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Il palcoscenico è stato lo studio di Piazza Pulita lo scorso lunedì sera, e il protagonista Alfio Marchini, candidato indipendente a sindaco di Roma fresco dell'appoggio di Forza Italia. Verso fine trasmissione, il presentatore, Corrado Formigli, chiede al candidato sindaco cosa pensi di fare per togliere gli spacciatori da alcuni quartieri di Roma.

Ciò che segue, in pochi minuti di intervista, è l'illustrazione molto convinta di una teoria sulla cannabis che non trova capo né coda. Marchini annuncia subito di pensarla diversamente dai candidati di Roma Giacchetti e Raggi—che si sono espressi a favore della legalizzazione delle droghe leggere—e con questa premessa parte nell'illustrazione della sua teoria.

Parla della sua esperienza personale, e racconta di aver avuto un figlio in coma, "miracolato, […] solo perché" come avrebbe riferito il medico curante a Marchini, "non si è mai fatto una canna." Accennando al modo in cui "cambia il cervello di un ragazzo," Marchini si lancia in un accorato appello ai giovani—che nello studio si dividono tra chi lo guarda perplesso e chi sogghigna—a cui dice: "attenzione perché ogni volta che si fa uso anche di droghe leggere, i danni cerebrali che vengono fatti sono molti seri." Marchini non si limita ai consigli personali: decide di lanciarsi anche in analisi neurologiche. Facendosi le canne, dice, "si crea una frattura nel cervello" e "l'input tra una parte e l'altra della testa riesce a trovare un altro sentiero e quindi a riconnettere le parti del cervello che hanno avuto un danno permanente."

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L'intervento di Marchini contiene diversi punti deboli. C'è per esempio il fatto, volendola proprio vedere dal punto di vista pragmatico, che Marchini non risponde alla domanda, e non dice nulla su cosa intenda fare per risolvere il problema dello spaccio a Roma. Si potrebbe trovare poi moralmente discutibile la scelta del candidato sindaco di usare l'esperienza del figlio in coma per rispondere a una domanda di ordine politico in un programma tv. Eppure, entrambe le questioni perdono rilevanza di fronte al problema scientifico rappresentato dalle sue dichiarazioni.

"Quello che ha detto Marchini," mi spiega Salvatore Giancane, esperto in strategie di riduzione del danno e medico tossicologo che lavora al Ser.T di Bologna, "sono una serie di castronerie scientifiche incredibili. In sostanza, in termini medici ha detto che l'utilizzo di cannabis compromette la prognosi di un trauma cranico. Ecco: non c'è nessuno studio che abbia anche solo segnalato o tentato di segnalare che l'utilizzo di cannabis peggiora la prognosi di un trauma cranico. Neanche uno controverso, niente, assolutamente niente."

Per quanto riguarda la parte delle disconnessioni—e quindi delle alterazioni cerebrali—mi spiega Giancane, il discorso è più complesso ma non di certo riducibile né riconducibile alle dichiarazioni fatte da Marchini. A gennaio del 2015, aggiunge, è stata pubblicata sulla rivista specializzata Addictionuno studio condotto da Wayne Hall, consulente dell'ONU. Lo studio analizza 1993 ricerche sul tema—le più autorevoli degli ultimi venti anni—per capire ciò che si può dare per assodato. Nonostante gli studi mostrino una differenza di perfusione cerebrale tra consumatori di cannabis e non, non ci sono abbastanza dati per capire se queste alterazioni abbiano un riscontro critico o meno, né sugli adulti né sugli adolescenti.

Ma il danno più grave del discorso di Marchini, sostiene Giancane, non è nelle sue affermazioni—bensì nel messaggio mandato. "Questi messaggi sono completamente deleteri in termine di prevenzione. Abbiamo raccontato ai ragazzini che le droghe sono tutte uguali e che le canne sono deleterie, e il risultato è un discredito totale dell'informazione: un disastro in termini di prevenzione."

Avendo difficoltà a credere che Marchini si sia imbattuto in un medico nemico della scienza e nei suoi approfonditi studi in testi fantasiosi, ciò che è più probabile è che il candidato sindaco abbia messo insieme alcune informazioni scientifiche approssimative senza tener conto delle conseguenze. Per un pugno di voti è passato sopra a decenni di studi scientifici, ha citato un dramma personale e ha lanciato un messaggio che non aiuterà sicuramente a sensibilizzare sul tema della droga. E tutto questo in solo un minuto e quaranta.

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