“Prima i rosarnesi! Occupazione pacifica,” c’è scritto su un lenzuolo bianco attaccato alle inferriate della recinzione esterna del “Villaggio della Solidarietà”.
Accanto, un altro cartello con la scritta “Diritto alla casa.” L’hanno appeso le dodici famiglie di Rosarno, che dal 19 ottobre hanno occupato i moduli abitativi e ribattezzato la struttura “Villaggio Italia”.
Videos by VICE
Hanno tagliato le piante incolte che infestavano il cantiere, strappato le erbacce, e sono entrati negli alloggi.
“Gli extracomunitari non li hanno voluti ma noi abbiamo deciso di occupare perché siamo tutti senza tetto,” spiega Giovanni P., ventinove anni, disoccupato. “Non abbiamo forzato, era tutto abbandonato.”
Lungo la strada provinciale che da Rosarno conduce a Laureana di Borrello, immerso nelle campagne della piana di Gioia Tauro, si trova il “Villaggio della Solidarietà”.
La struttura doveva ospitare i lavoratori stagionali, migranti, che ogni anno si spostano nelle campagne seguendo i tempi ciclici della stagione di raccolta, in una sorta di “tour” del lavoro nero.
Costruito su un’area della Betom Medma, ex cementificio confiscato alla cosca Bellocco e D’Agostino, il progetto prevedeva un centro di accoglienza e di formazione con sessanta posti letto, per facilitare l’inserimento sociale e lavorativo dei migranti nel comune medmeo, durante la raccolta di arance e clementine.
Finanziato per quasi due milioni di euro con i fondi PON Sicurezza del Viminale, guidato dall’allora ministro leghista Roberto Maroni, il villaggio non è mai stato finito.
Nel 2013 un’interdittiva antimafia, firmata dalla Prefettura di Roma e annullata in seguito dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato, ha raggiunto l’impresa assegnataria dell’appalto, la AEDARS Scarl, bloccando i lavori e causando il de-finanziamento dell’opera pubblica.
In seguito, nel 2015, l’imprenditore Pietro Mollica è stato arrestato per aver creato un sistema che gestiva alcuni appalti nazionali, aggiudicandosi le maggiori opere pubbliche degli ultimi vent’anni.
E il villaggio dei migranti?
Dopo aver sprecato due milioni di euro, incompiuto, è rimasto in stato di abbandono.
“Io non sono razzista, ma c’è un razzismo al contrario verso gli italiani”.
All’ingresso vi è ancora il cantiere di quelli che dovevano essere la mensa e il centro per l’impiego—pali di ferro arrugginiti, e una vasca ormai riempita d’acqua—,mentre nel frattempo è stato vandalizzato: sono stati portati via parti del tetto, i condizionatori, gli infissi, i cavi elettrici e le prese degli interruttori. I padiglioni C e D sono stati completamente razziati.
Fino a quando, lo scorso ottobre, dodici famiglie hanno deciso di entrare entrare nella struttura all’urlo dello slogan “Prima i rosarnesi”, “Casa è un diritto di tutti”. E hanno chiamato l’insediamento “Villaggio Italia”.
“Se le davano subito agli italiani, almeno le tenevamo noi,” spiega a VICE News una delle occupanti, Elisabetta T., che ha quattro figli affetti da problemi e disabilità. “Noi vogliamo solo una casa”, aggiunge Fortunato P. “Noi non siamo razzisti, però prima le case agli italiani che pagano le tasse. Se fossimo neri, ci sarebbero tutti qui. Siccome siamo italiani, non viene nessuno.”
“Io mi sono messa a piangere quando ho visto uno straniero che dormiva in mezzo alla strada ma questi stranieri qui trovano tutto, vitto e alloggio gratis,” racconta a VICE News Anna, anche lei occupante del Villaggio Italia. “Ti fanno la rivolta, se non hanno la scheda telefonica. Io non sono razzista, ma c’è un razzismo al contrario verso gli italiani.”
Rosetta, un’altra squatter, spiega che “Siamo famiglie numerose, l’unica cosa che vogliamo è l’energia elettrica e l’impianto fognario, poi ci pensiamo noi ma il sindaco dice che non può andare in galera per noi.”
“Noi vogliamo aiuto dalla politica, noi vogliamo la casa. Solo la Mussolini e ‘Dalla Vostra Parte’ ci sono stati vicini,” continua, citando la trasmissione di Rete4, nota per concedere molto spazio a storie come queste e alla propaganda anti-immigrazione.
Giuseppe Idà, sindaco di Rosarno eletto con la lista “Cambiamo Rosarno” lo scorso maggio, ha emesso un’ordinanza di sfratto nei confronti degli occupanti.
“Non possiamo dare l’autorizzazione a viverci, perché è ancora un cantiere e c’è il rischio che anche i bambini si facciano male,” chiarisce a VICE News.
“Quello che abbiamo fatto è chiedere dei fondi per rifinanziare l’opera, terminarla e cambiare destinazione d’uso, cioè assegnarla a chi è vulnerabile, italiani e stranieri, senza distinzione.”
“Il comune—prosegue—non ha le risorse per farlo poiché il sessanta per cento dei cittadini non paga le tasse quindi attendiamo fondi europei o ministeriali”, e aggiunge, “c’è una parte della politica e non solo, che specula accusando il sindaco di essere dalla parte dei migranti per alimentare una guerra tra poveri.”
A Rosarno i cittadini sono stati spinti all’occupazione del villaggio perché in condizioni vulnerabili, economicamente e socialmente, in un’area coi tassi di disoccupazione più alti della regione, e del resto del paese. Non è eslcuso, in aggiunta, che le persone del luogo siano anche state imbeccate dall’opposizione locale—che non perde occasione per soffiare sul fuoco della xenofobia e capitalizzare a livello politico questo malcontento, deviandolo su chi non può difendersi.
A tal proposito, ‘Dalla Vostra Parte’ ha dedicato una puntata al tema “agli immigrati le case, ai cittadini di Rosarno niente,” raccontando la loro storia che è poi ovviamente diventata un caso di studio per alcuni dei maggiori siti di disinformazione xenofoba che circolano su internet.
Da parte del programma d’informazione, però, non c’è stato alcun tipo di approfondimento sulla realtà di Rosarno, e su come quella stessa situazione si è venuta a creare—tra corruzione, crimine organizzato, sperpero di denaro pubblico, l’assenza di politiche sociali e di un piano di edilizia popolare.
Non importa se sono stati sprecati fondi pubblici da politica e amministrazioni locali; non importa se a distruggere il territorio sono i folli piani regolatori che prevedono volumi abitativi troppo impegnativi rispetto al numero degli abitanti di Rosarno, e a dispetto della mancanza di case popolari.
Non importa se la mafia ha prosciugato le risorse del territorio e desertificato il sistema economico, né importa se non esistono politiche di edilizia popolare da decenni, né se il paese è diventato tristemente noto per il dramma del capolarato, la raccolta delle arance a prezzi da fame e il totale fallimento delle politiche migratorie.
In una città piagata dall’abusivismo edilizio, dove le cosche mafiose controllano interi territori e settori centrali dell’economia, dove in un’operazione nell’ambito del piano “Focus ‘Ndrangheta” della polizia sono state controllate circa 700 persone, il problema sembrano essere solo “quelli”, i “negri”.
Leggi anche: Siamo entrati a Parco Verde, il ghetto più inaccessibile e violento d’Italia
Segui VICE News Italia su Twitter e su Facebook
Segui Sara su Twitter: @SaraManisera
Segui Arianna su Twitter: @Arianna_Pagani_