La parte finale del tunnel da cui secondo le autorità sarebbe passato Joaquin “El Chapo” Guzman durante la sua seconda evasione è così stretta che un uomo adulto ci passa a stento. È un buco rettangolare largo circa 50 centimetri nel pavimento polveroso di un edificio in costruzione, a un chilometro e mezzo dalla prigione di Antiplano, in Messico.
Questa domenica, il buco era circondato da piccoli cumuli di terra fresca e secchi di plastica. Sopra l’apertura era teso un filo per stendere la biancheria con ancora qualche molletta rossa attaccata.
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Brett Gundlock/VICE News
A parte questo, non c’era niente di particolare in quell’edificio in cemento dal quale secondo le forze dell’ordine sarebbe fuggito il celebre narcotrafficante. È la seconda volta che Guzman fugge da un carcere di massima sicurezza messicano: già nel 2001 era riuscito ad evadere dalla prigione di Puente Grande a Jalisco, nella quale aveva scontato otto anni di carcere.
Questa volta il capo del Cartello del Sinaloa ci ha messo poco più di 16 mesi per evadere. Era stato arrestato lo scorso febbraio a Mazatlan, nello stato di Sinaloa.
Una veduta della prigione di massima sicurezza di Antiplano, nello stato del Messico
Le autorità hanno dichiarato che Guzman è fuggito da Antiplano attraverso una buca scavata nella doccia della sua cella. Da lì partiva un tunnel di circa nove metri di lunghezza, che sfociava in un altro tunnel lungo un chilometro e mezzo scavato apposta per lui.
Secondo quanto ha affermato il commissario per la sicurezza nazionale Monte Alejandro Rubido, questo tunnel era ventilato e illuminato. Il soffitto era alto circa un metro e 70, solo pochi centimetri in più dell’altezza di Guzman.
Gli agenti di polizia presenti sul luogo dell’evasione hanno rilevato che il tunnel finiva in una struttura nel comune di Almoyola de Juarez, nello stato del Messico—quattro pareti, un soffitto e nessun altro edificio nel raggio di un chilometro.
“È completamente abbandonato,” ha dichiarato il procuratore generale del Messico Arely Gomez Gonzalez ai giornalisti presenti.
Agenti federali vicino all’edificio da cui è scappato El Chapo
È ancora ignota l’identità del proprietario dell’edificio. Una parte della struttura, il cui tetto non era stato completato, era ricoperta da teloni e reti.
Fuori dalla prigione di Antiplano—una volta considerata una delle più sicure del paese—agenti federali, poliziotti e militari dell’esercito messicano erano in attesa, mentre diversi elicotteri sorvolavano la zona.
Sulle strade sono stati organizzati posti di blocco, anche se secondo alcuni testimoni le perquisizioni dei veicoli sono già meno rigorose rispetto alla notte della fuga.
Antiplano
Fuori dai cancelli della prigione, decine di famiglie di detenuti aspettavano in fila di poter far visita ai loro cari. Le visite sono successivamente state annullate. Alcuni presenti hanno detto a VICE News che la prigione era in stato di blocco totale, e che alle famiglie dei detenuti non sarebbe stato concesso di vedere i propri cari.
“I prigionieri qui vengono trattati in modo molto duro, e molti hanno paura anche solo di raccontare ciò che succede dentro,” ha detto Ericka Martinez, che si trovava fuori dal penitenziario per far visita al marito. “Non ci sono mai giunte voci che ci sarebbe stato un tentativo di evasione.”
A suo dire, anche dietro le sbarre di Antiplano Guzman godeva di determinati privilegi.
“Noi potevamo far visita ai nostri parenti solo in una sala comune, tutti insieme; lui invece poteva ricevere visite in privato,” ha detto Martinez.
Ai parenti dei prigionieri non è stato permesso di far visita o comunicare con i loro cari
Molti di coloro che aspettavano fuori dai cancelli temevano che i detenuti potessero essere puniti per l’evasione del capo del Cartello del Sinaloa.
“Abbiamo paura che li accusino di essere stati complici della sua fuga, o che possano trasferirli in un’altra prigione senza dirci nulla,” ha detto una donna di Veracruz che ha voluto rimanere anonima per paura di eventuali rappresaglie.
“I nostri cari non hanno nulla a che fare con quell’uomo,” ha aggiunto poi, riferendosi a Guzman. “Ma li puniscono sempre, per qualsiasi cosa. Temiamo per la loro incolumità.”
Tutte le foto di Brett Gundlock. Seguilo su Twitter: @BrettGundlock