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La vita in Corea del Nord non è sempre uno schifo

La Corea del Nord non è certamente uno dei posti migliori nei quali vivere.

L’ONU stima che il governo abbia arrestato circa 120mila prigionieri politici in campi di concentramento nei quali i detenuti muoiono di fame, subiscono violenze e vivono in condizioni di sostanziale schiavitù. I diritti civili sono un concetto totalmente alieno, così come quello di “democrazia”.

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Tuttavia, per 24 milioni di persone la Corea del Nord è anche ‘casa’, tra felicità occasionali e miserie.

Il fotografo Eric Lafforgue ha visitato il paese tra il 2008 e i 2012, scattando diverse foto che documentano la vita quotidiana dei nord coreani.

NK News, un sito d’informazione con sede a Seul che si occupa di Corea del Nord, ne ha selezionate alcune per farne un calendario il cui ricavato è stato usato per finanziare la testata.

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Il direttore di NK News, Chad O’Carroll, ha condiviso la collezione di foto di Lafforgue con VICE News, spiegando che scatti del genere non potrebbero essere resi pubblici “essendo in contrasto con la propaganda ufficiale” del paese.

Lafforgue, che ha documentato anche la vita quotidiana di paesi come Iran, Birmania e Siria, è entrato nel Regno Eremita come turista, facendo il suo primo viaggio nel paese con un’agenzia turistica cinese. O’Carroll spiega che la Corea del Nord impone fortissime restrizioni ai fotoreporter professionali, ma che Lafforgue è riuscito a lavorare ‘lontano dai radar’ fino al 2012, quando le autorità gli resero più difficoltoso il ritorno.

Ad oggi, i fotografi sono tenuti a richiedere un’autorizzazione speciale. Le foto di Lafforgue, invece, offrono uno spaccato inedito e senza filtri della vita quotidiana nel paese.

Un gruppo di studenti sul monte Paektu, vulcano in attività sulla frontiera tra Corea del Nord e Cina, visitato annualmente da migliaia di bambini e ragazzi. Secondo la leggenda, proprio in questa zonaKim Il-Sung — nonno dell’attuale leader Kim Jong-Un — organizzò la resistenza contro le forze giapponesi nella seconda guerra mondiale. I boschi del circondario, inoltre, diedero i natali a Kim Jong-Il.

Soldati dell’esercito marciano davanti ai ritratti giganti di Kim Il-Sung e Kim Jong-Il, in piazza Kim Il-Sung a Pyongyang.

Una bambina porta dei fiori al Gran Monumento sulla collina Mans, a Pyongyang.

Il Festival Arirang, che si tiene il primo maggio nello stadio Rungrado di Pyongyang.

Un bambino suona la chitarra a Chongjin, nel nord del paese.

Una guida sul monte Paektu.

A Pyongyang non ci sono semafori. Gli incroci sono regolati dai vigili urbani: spesso donne giovani e di bell’aspetto che si muovono con fare quasi robotico. Tuttavia, possedere un’automobile privata in Corea del Nord è praticamente impossibile: per molta parte della popolazione l’unica alternativa è andare a piedi.

Una donna in mezzo a un gruppo di soldati, a Pyongyang.

Bambini di una scuola di Hamhung, città costiera del nord a 300 chilometri da Pyongyang.

Un ragazzo in visita al cimitero dei martiri della rivoluzione, che lottarono contro i giapponesi durante la seconda guerra mondiale.

Un uomo di Wonsan, città portuale e base navale della provincia di Kangwon.

Bambine nei pressi di una fattoria, a Hamhung.

Soldati in visita al delfinario di Rungna, nel parco divertimenti di Pyongyang.

Studenti nordcoreani che ballano, 9 settembre 2012, Pyongyang.

Un pescatore del mar Chilbo, nei pressi di Hamhung.

Una venditrice ambulante coi suoi figli, nella zona rurale della Corea del Nord: la compravendita di beni è generalmente illegale, ma le persone spesso aprono piccole bancarelle in cui vendono generi di base e sigarette.

Un ragazzo lava il bucato in un rifugio per minori di Wonsan.

Uomini che parlano, 10 settembre 2012, Wonsan.

Un lavoratore di Hamnung, del settore dei fertilizzanti. Spesso gli stabilimenti nei quali ufficialmente si lavorano fertilizzanti vengono utilizzati come copertura per costruire armi chimiche.

Soldati si divertono al Parco Kaeson, a Pyongyang.

Il saluto al monumento Mansudae, a Pyongyang.


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