FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Anonymous ha trafugato 41 database del Ministero della Giustizia

Anonymous Italia ha attuato un'azione dimostrativa contro l'arresto dei due hacker Aken e Otherwise.
Immagine: Anonymous Italia

Il 20 maggio scorso avevamo parlato della pubblicazione, da parte di Anonymous Italia, di un database riservato del Ministero della Difesa, un'azione che aveva coronato un periodo particolarmente felice per il collettivo di hacktivisti, che si era rivelato piuttosto attivo nell'ambito delle operazioni #NoExpo.

A seguito della pubblicazione di quel database, però, il gruppo ha subito un duro colpo visto l'annuncio dell'arresto di due membri di punta delle loro schiere: Aken e Otherwise, stanati grazie all'operazione della polizia postale UNMASK, "Sui giornali sono usciti trionfanti articoli riguardo l'operazione "Unmask" con la quale la Procura di Roma ha colpito e arrestato 2 nostri fratelli. Ci si congratula con gli "esperti" del CNAIPIC per aver portato la DIGOS fin dentro le loro case. Per riuscirci avete passato 2 anni (730 giorni) a carpire la nostra fiducia: mentendo, tradendo, nascondendovi e imbrogliando. Scorretti e falsi. Queste sono state le uniche idee che avete avuto per riuscire ad avvicinarvi a noi," si legge in un post sul blog di Anonymous Italia.

Pubblicità

Due mesi dopo è arrivata la vendetta con un post sul loro blog titolato "Summus Ius, Summa Iniuria." In questo Anonymous Italia è piuttosto rassicurante: non ci hanno abituati ad attacchi stile blitzkrieg, ma piuttosto a un'invidiabile coerenza negli ideali.

Uno screenshot di uno dei database trafugati. via Anonymous

Il romanticismo cibernetico che si cela dietro le parole che di tanto in tanto fanno capolino sul blog è figlio di altri tempi, decisamente distante dalla marziale asetticità che oggi caratterizza l'attivismo informatico, e personalmente la trovo una caratteristica piacevolmente felice.

Ai Chiar.mi Procuratori della Repubblica Giancarlo Capaldo ed Eugenio Albamonte. Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Al CNAIPIC. Con le vostre azioni avete dichiarato la morte dei due nostri compagni. Trattati alla stregua di criminali, pubblicando le loro identità e dati personali, togliendoli la maschera, andando contro il massimo principio di Anonymous. E avete dato in pasto ai media notizie tendenziose e fuorvianti, lungi da qualsiasi obiettiva verità. Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria, pertanto, con sommo piacere vi diamo un assaggio di cosa significhi verità ed informazione. Pubblichiamo qui senza alcuna censura i dati dei vostri database: indirizzi email, password, codici fiscali e altre informazioni saranno di libero dominio, visibili da chiunque.

Anonymous Italia ha quindi defacciato i siti web di alcuni sindacati di polizia e trafugato 41 database da sottodomini di giustizia.it contenenti per lo più dati anagrafici e contatti. Niente di irreparabile, ma quest'azione non fa altro che dimostrare quanto possa essere incredibilmente semplice farsi strada tra gli archivi dei server del governo italiano.

Alcuni criticano Anonymous Italia chiedendo a cosa possano servire 41 liste di nomi, indirizzi email e numeri di telefono: è vero, a livello pratico non si tratta di un attacco epocale, ma dobbiamo ricordarci che stiamo parlando di hacktivismo.

Quella di Anonymous è un'azione dimostrativa, probabilmente effettuata senza particolare sforzo tecnico, per dimostrare quanto possa essere facile intrufolarsi nei server del Ministero; trattandosi di un collettivo così eterogeneo e al quale più o meno chiunque può aderire è difficile che Anonymous Italia si possa lanciare in attacchi mirati e realmente pericolosi.

D'altronde non c'è bisogno di lanciare missili per mostrare a tutti quanti passi avanti potremmo fare nella sicurezza informatica, in Italia.