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Motherboard

Claudio Guarnieri è l’hacker italiano che sta aiutando a proteggere il mondo

E passa il suo tempo a far sì che chi lotta per i diritti umani sia informaticamente blindato.
Riccardo Coluccini
Macerata, IT

In tutto il mondo attivisti e giornalisti sono costantemente sotto attacco da parte di governi autoritari e aziende che producono sistemi di sorveglianza digitale — noti come spyware — e che stanno impostando, giorno dopo giorno, un'infrastruttura economica estremamente remunerativa.

Alcune di queste aziende sono anche italiane. Penso ad Area Spa, che recentemente è stata oggetto di una lettera aperta al Ministero delle Sviluppo Economico, inviata da Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili, Privacy International, ed Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights.  Nella lettera si chiedeva di revocare l'autorizzazione all'esportazione di software di sorveglianza in Egitto, richiesta poi accettata dal Ministero.

Nel frattempo, però, per proteggere il lavoro e l'incolumità dei giornalisti e degli attivisti che combattono per difendere i diritti umani, ci sono anche alcuni hacker che hanno deciso di mettere le loro conoscenze tecnologiche al servizio di questa causa.

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