FYI.

This story is over 5 years old.

Italia

La risposta di Miguel Chevalier al nostro bisogno di sognare

Siamo andati alla mostra immersiva del maestro dell'arte digitale.
Tutte le immagini: courtesy di Unicredit Pavilion

Miguel CHEVALIER The Origin of the World 2014 Shanghai version courte di Claude Mossessian su Vimeo.

Era l’estate del 2014 quando vidi per la prima volta il lavoro di Miguel Chevalier, all’opening della mostra collettiva “Metamorphosis of the Virtual 5 + 5” al K11 Art Space di Shanghai. Allora, Chevalier presentò in collaborazione col musicista Jacopo Baboni Schilingi l’installazione di realtà virtuale The Origin of the World—una gigantesca proiezione parietale, generativa e interattiva, ispirata alle cellule e ai microorganismi dell’universo biologico, in particolare ai fenomeni di riproduzione e proliferazione. L’opera di Chevalier, insieme a quelle di altri artisti internazionali, segnò la mia iniziazione all’arte digitale per la sua sorprendente capacità di creare ecosistemi ai confini del reale.

Pubblicità

A distanza di tre anni, rivedere all’Unicredit Pavilion di Milano le opere del grande maestro è un’incredibile momento di confronto e riscoperta delle sue sperimentazioni con l’innovazione tecnologica, del suo pensiero evolutivo sulla natura e l’artificio, e di come pone lo spettatore ancora una volta al centro delle sue creazioni.

Nato a Città del Messico nel 1959 e cittadino francese dal 1985, Chevalier è considerato uno dei grandi pionieri dell’arte digitale e virtuale. L’artista aveva preso coscienza della rivoluzione informatica già verso la fine degli 80 con l’avvento della micro informatica, e continua a indagare oggi il ruolo del digitale attraverso opere che sfruttano appieno il potenziale delle nuove possibilità creative.

Una componente centrale della mostra Onde Pixel—Lo Sguardo di… Miguel Chevalier è l’affiancamento delle opere dell’artista a quelle della collezione Unicredit, una scelta istituzionale e curatoriale non solo coerente ma anche originale. Insoliti accostamenti di grande impatto, come le opere ottiche di Julian Hoeber e Magic Carpet di Chevalier, o le fotografie di statue classiche di Mimmo Jodice e Janus dell’artista francese. Non si tratta puramente di interpretazioni ma piuttosto di dialoghi visivi e strutturali che amplificano la concezione dei grandi capolavori moderni.

La mostra include anche un video documentario sulle opere più significative di Chevalier che hanno come comune denominatore il tema dell’artificio e della natura. In opere come Sur-natures, i visitatori sono invitati a interagire con l’installazione di estetica impressionista, in cui le piante si piegano o si spostano a seconda dei movimenti umani. Fractal Flowers rappresenta invece una nuova generazione di giardini virtuali che sembrano fluttuare nello spazio, abitati da piante surreali dai colori atipici e dalle forme architettoniche. Mentre in Trans-natures in vitro, l’artista ricrea una serra che ospita piante artificiali, le quali sono in continua trasformazione seguendo un codice morfogenetico. In quest’ultime due opere, Chevalier esplora il ciclo di vita delle piante immaginarie in chiave metamorfica e stilistica, dalla nascita alla morte.

Pubblicità

A conquistare il pubblico è l’installazione Onde Pixel, un tappeto interattivo che fonde cinetica e dinamismo in un’esperienza immersiva. Simboli familiari appartenenti al mondo digitale e ispirati alle opere della collezione Unicredit, creano luoghi estranei sotto ai nostri piedi, mentre suoni metallici e magnetici ideati da Jacopo Baboni Schilingi riempiono il silenzio dello spazio espositivo—il tutto in un flusso ininterrotto di stimoli audiovisivi.

“Anche in questa grande installazione digitale ho voluto esplorare alcuni dei temi ricorrenti nei miei lavori come la relazione tra natura e artificio, l'osservazione dei flussi e delle reti che organizzano la società contemporanea, l'architettura immaginaria e le città virtuali, mettendo in discussione il nostro rapporto con il mondo e l'arte del XXI secolo,” spiega Chevalier nel testo curatoriale della mostra.

Questi tappeti magici, che si ricollegano all’immaginario più puerile, si muovono convergendo o divergendo, costruendo concentrazioni di codici e reti o scostandosi per produrre dei vuoti spaziali. L’esperienza interattiva colma il divario tra il reale e il virtuale, trasportandoci in un viaggio vertiginoso che offre una risposta al nostro bisogno più primordiale, quello di sognare.

Onde Pixel - Lo Sguardo di… Miguel Chevalier all'Unicredit Pavilion di Milano è visitabile fino al 28 agosto 2016. Per vedere altre opere dell'artista clicca qui.