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Il labirinto di infiniti specchi di Lee Bul: Via Negativa II

L'artista di Seoul ci ha descritto il viaggio intenso e disorientante attraverso la sua struttura labirintica

Il filosofo francese Jeques Lacan ha ipotizzato che la massima fase dello sviluppo umano implicasse il confronto costante tra se stessi e il proprio riflesso. Conosciuta come lo stadio dello specchio, l'esperienza simbolica ha un ruolo primario nella creazione della personalità e nella formazione dell'ego; nello specchio siamo contemporaneamente coscienti di noi stessi, esseri autonomi e osservatori passivi.

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È questa dialettica ad aver ispirato Lee Bul per la sua ultima mostra, Via Negativa II. Per quasi trent'anni l'artista contemporanea sudcoreana ha stupito il pubblico con le sue sculture meccaniche uniche dal punto di vista tecnico—grazie alle combinazioni di texture nei materiali che rivelavano un mondo interiore pieno di sfumature come quello in cui le sue opere vengono inserite. Sin dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1999 come rappresentante della Corea del Sud, Lee Bul è stata una forza trainante nell'ascesa dell'arte contemporanea asiatica sul panorama internazionale.

Per Via Negativa II, Bul ha creato alla Lehman Maupin un'elaborata e immersiva concentrazione di specchi e metalli che obbliga lo spettatore a porsi in conflitto con le proprie prospettive, e che rispecchia le promesse e le falle della tecnologia. Con questa installazione perfetta e imperfetta, intera e nel contempo frammentata, Bul dirotta lo zeitgeist per creare un commento scultoreo alla tecnologia, che è oggettiva ma contemporaneamente soggettiva nel modo in cui viene vissuta.

Abbiamo filmato un documentario su Via Negativa II che potete vedere qui sopra.

Lee Bul ci ha parlato dei concetti che la ispirano come artista: "I progetti utopistici dell'uomo falliranno sicuramente. Però anche se sono destinati a fallire non significa che noi,come esseri umani, dobbiamo smettere di sognarli. Dobbiamo continuare a provarci, no?"

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Via Negativa è il perfetto esempio dell'audacia artistica di Lee Bul. Visivamente semplice e complessa insieme, la sua opera obbliga il visitatore a scontrarsi con la prospettiva. Durante l'intervista l'artista ci ha spiegato: "Di base la forma di Via Negativa è un labirinto. Ha la forma di un semplice labirinto, non ha uscite multiple e nemmeno è senza uscita, basta seguire il sentiero e alla fine l'uscita si trova. Solo che le pareti sono specchi, quindi quando le persone ci entrano, nonostante la semplicità del percorso reale, i riflessi e le immagini date dagli specchi creano infiniti percorsi alternativi. All'interno dell'opera il visitatore si vede diviso in varie parti e fa esperienza dei frammenti di se stesso."

Qui sotto potete vedere alcune immagini di Via Negativa II:

Parte della facciata della struttura è decorata da pagine disordinate di un testo che affronta le idee di Bul riguardo la formazione della coscienza di sé. "Non voglio che le persone leggano tutte le parole," ci ha detto Bul, "ma quando riescono a leggerne una parte, magari con difficoltà, qualche parola spicca. Allora il visitatore può vedere di sfuggita e fare esperienza di qualcosa che si riferisce all'origine della coscienza."

"Ah, Julian Jaynes,"sospira, ricordandosi di una particolare fonte d'ispirazione. "In origine gli umani pensavano che la coscienza di sé fosse o il proprio pensiero o la voce di Dio. Quando le vite delle persone hanno iniziato a complicarsi i due territori  si sono uniti e mentre oscilliamo tra le due coscienze, vediamo ed esaminiamo [il modo in cui] le nostre personalità nascono."

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La mostra alla Lehmann Maupin comprende altre sei sculture dell'artista. "Le opere che espongo questa volta possono essere categorizzate in vari modi. Probabilmente la questione principale è quella della coscienza di sé. [Il punto] sta tutto nelle domande su questa questione. Le varie opere sono messe insieme così che possano essere avvicinate attraverso media completamente diversi, e che si possa farne esperienza in modi diversi. Visto che a colpo d'occhio le tecniche possono sembrare troppo distanti l'una dall'altra, è normale chiedersi in che modo le opere siano connesse tra loro. Naturalmente, attraverso le domande che il pubblico si pone, credo che riesca a pensare o a sentire determinati concetti che permeano l'intera mostra," ci ha spiegato Bul.

È convinta che sia più importante dare al pubblico l'opportunità di arrivare da solo alle proprie interpretazioni ed esperienze senza essere guidato dalle intenzioni dell'artista. "Ultimamente mi trovo spesso a pensare che ciò che crediamo di essere in realtà è un riflesso di noi stessi che accettiamo senza esitare. Mi chiedo come gli uomini si vedessero prima di avere uno specchio davanti agli occhi."

Qui sotto potete guardare qualche altra scultura esposta che Lee Bul ha creato usando SketchUp e programmi CAD:

Scultura senza titolo

Scultura senza titolo

Sternbau No. 4, 2007

Via Negativa II è in mostra fino al 21 giugno alla galleria Lehmann Maupin di New York. Clicca qui per avere altre informazioni.

Immagini per gentile concessione della Lehmann Maupin