FYI.

This story is over 5 years old.

A10N1: Skammerz Ishu

Recensioni

Puntuali come sempre, quali dischi ci hanno messo il sorriso e quali ci hanno dato il vomito.

ACTRESS

BURIAL

YOUNG FATHERS

BLACK FLAG

CHILDISH GAMBINO

Because The Internet

Glassnote/Island

Troppo facile dare sempre la colpa all’internet.

LIRONIA DELLARETE

YOUNG FATHERS
Dead
Anticon/Ninja Tune

Mi ricordo una recensione dei nostri colleghi di oltreoceano dell’EP

Tape Two

di questi tre scozzesi, che praticamente diceva così: sono scozzesi, due di loro hanno origini africane, la conseguenza è solo una: CAZZODURO. In realtà quello che colpisce di più me è il loro lato cazzomoscio, senza togliere nulla al sopracitato, sono un’ottima intersezione tra alcune produzioni dei TV On The Radio e la crudezza dei Death Grips. La loro rovina sarebbe perdere questo equilibrio, cosa che spero non succeda.

Pubblicità

PD

PUSHA T

My Name Is My Name

Good Music/Def Jam

Loro guardano a destra e tu vai a sinistra. Solo che di Yeezus io mi sono dimenticato dopo questo album, e dovreste farlo anche voi, dato che è più o meno così che vorrei fosse l’hip-hop (e Kanye West, più in generale.) La mia traccia preferita è quella in cui spiega che la chiave per il successo è nei trattini, ad esempio quello di hip-hop. Spero che questo album venda più di Yeezus solo perché mi piace immaginarlo che rosica come un castoro chiuso nella sua villa d’oro. SHAWN TRATTINO CARTER

DEATH GRIPS
Government Plates
Autoprodotto

No, non è un brutto disco ma hanno comunque tranciato i coglioni, che gira e rigira è veramente uguale agli altri tre. Hanno fatto un mazzo di video, di nuovo, ok. Mo’ fatevi venire qualche idea musicale nuova, magari.

POLTRONE SCOMODO

ACTRESS

Ghettoville

Werk/Ninja Tune

Avevo già da tempo l’impressione che a Darren Cunningham non fregasse un cazzo di niente, specialmente piacere alla gente. L’avevo intuito quando l’ho visto rispondere al disinteresse fichetto di non una bensì due platee milanesi, la prima volta con una performance da “mavaffanculo che ci faccio qua”, l’altra con della techno ignorantissima a 190bpm. Il disco nuovo è una roba ipersatura di frequenze mediobasse ingolfate dentro qualche filtro rotto, vignette di squallore industriale che diventa purezza. Genio.

CANDIDO BALANITE

Hyperdub

All’ascolto della prima, cafonissima e drittissima traccia mi stavo quasi per arrendere: vuoi vedere che sto tizio, chiunque egli sia, ha finalmente fatto un disco che mi piace davvero? Col cazzo: subito dopo riesce a infilarci due vaccate incredibili una dopo l’altra, un tripudio di voci pitchate e idee del cazzo con melodie ingiustificabilmente stucchevoli. Se non è il disco peggiore che ho ascoltato nel 2013 è solo questione di numeri: il pezzo figo è comunque un terzo del disco.

Pubblicità

CARLO CONTI IN CAMBODIA

ILLUM SPHERE

Ghosts Of Then And Now

Ninja Tune

Nel 2014 a tutti i bambini verrà impiantato un microchip come si fa con i cani, Amazon farà le sue consegne con i droni e Google metterà in commercio le macchine autoguidantisi. Questi sono tutti segni che la tanto attesa apocalisse zombie si sta avvicinando. E io voglio impiantarmi un braccio bionico e combattere i mutanti con questo capolavoro di Illum Sphere in sottofondo. BARACCA O

DREXCIYA

Journey Of The Deep Sea Dweller Vol. IV

Clone Classi

E niente, la fonte di materiale a disposizione con cui fare uscire raccolte dei Drexciya sembra davvero inesauribile. Presto ci saranno interi scaffali completamente illuminati dal divino biancore di questi dischi in casa di ogni collezionista. A sto giro gli inediti sono ben cinque. Capito? Godete.

JOSIP MILLS

bEEdEEgEE

Sum/One

4AD

Mi sarei aspettata davvero molto di più dall’esordio solista di Brian DeGraw, il perno su cui ruotano tutte le bizzarrie di uno dei gruppi più interessanti di questi ultimi anni, Gang Gang Dance, invece scade in banalissime menate elettroniche che ricordano i non compianti Hot Chip, di sperimentale c’è poco o nulla, solo un paio di pezzi salvabili. Meno male che si è trasferito a Woodstock, spero che si tiri giù qualche acido e cominci a fare le cose fatte bene.

pEEpEEpEE

HEATSICK

Re-Engineering

PAN

Invece di fare l’ennesimo disco inutile con la tastierina casio, Stephen Warwick ha fatto l’ennesimo disco inutile con la tastierina casio, e poi lo ha sbriciolato in pezzetti, ricostruendolo usando anche un po’ quello che gli capitava intorno, specialmente saggi di teoria post-strutturalista ed episodi dei Jetsons. Risultato: finalmente un disco che suona come avremmo sempre voluto facesse.

Pubblicità

NOI SIAMO I BORG

PONTIAK

Innocence

Thrill Jockey

La recensione dei Pontiak serve—come sempre—a segnalare l’esistenza del gruppo: sono tre fratelli della Virginia non solo uguali tra di loro ma anche uguali a Will Oldham, suonano un genere che si chiama sgrattoa-rusty (che è tipo stoner non citazionista senza la porra in mezzo ai coglioni), ogni loro disco è più bello di quello prima. Questo è il primo disco non bello quanto quello prima (Echo Ono), però. Però è più bello di quello prima ancora (Comecrudos). Vi spiego:

COSIMO COSTINA

BAD RELIGION

Christmas Songs

Epitaph Records

Cosa è più punk di ascoltare canzoni fantasy come “White Christmas” mentre si sta digerendo il pranzo di Natale da almeno due settimane? Sapere che i soldi di questo disco vanno a chi è stato abusato dai preti, Lapo Elkann incluso: compratelo solo per questo, poi mettete in pausa per inneggiare al Cristo Redentore sboccando il panettone.

SBALLO NATALE

BLACK FLAG

What The…

SST

L’unica cosa peggiore di un rosicone paloinculo è un rosicone paloinculo che per trent’anni mette a credere a tutti di essere un punk. Il fatto che esca pure marchiato SST trasforma questo album da una barzelletta che non fa ridere a una barzelletta davvero offensiva.

SESMITE CLUANENSE

LYDIA LUNCH

Retrovirus

Interbang

Nell’ascoltarmi questa raccolta di pezzi live di LL mi è venuta in mente quella sera di tre anni fa in cui, al posto di andarmela a sentire al Cox18, sono rimasta a bere vino a casa di un tipo unto e ciccione con cui ho avuto la perversione di uscire per un po’. Sono sicura che ha suonato come in questo disco, il che mi rende molto triste perché la paranoia e l’ossessione dei suoi guaiti sono patrimonio dell’umanità since il lancio dei tampax usati ai Dead Boys. Lydiona Lunch è decisamente la stessa di Mi Fist e ne abbiamo le prove, del ciccione invece non so più niente, magari è morto di diabete. GAIA CALVIZIA

Pubblicità

BRAINBOMBS
Disposal Of a Dead Body
Skrammel

Ci vuole una certa costanza a diffondere per 30 anni messaggi d’odio universale ed inaudita turpitudine, ma i Brainbombs sono personcine metodiche, proprio come si confà ad ogni bravo serial killer. Rieccoli infatti con l’usuale pessimismo cosmico sul crinale tra Whitehouse e Stooges, questa volta ammantato di barlumi d’umanità: tra un “fottetevi tutti” e un “muori, Gesù, muori”, Peter Råberg si lascia addirittura scappare un “m’hai fatto piangere” riferito a una “fucking whore” che l’ha lasciato. So cute.

VOMEMI

Fetch

A-Zap

Dopo un ventennio di spazcore e iperdinamici live proto-zumba, con Fetch dimostrano che lo spauracchio d’ogni batterista—a drum machine—può addirittura essere un toccasana per una band. I nostalgici saranno schifati dalla svolta “pop” dei rumoristi tokyesi, ma i nostalgici possono anche attaccarsi a ‘sta melt banana, visto che il nuovo album è una miniera di idee schizofreniche che lo rendono uno dei migliori della loro vasta discografia. EMIVOM

Pur non essendo evidentemente mai in grado di intendere e di volere, Britney è riuscita nell’impresa più ardua di tutta la musica: ottenere il monopolio della parola BITCH. La regina del pop ha rivelato di non essere, per ora, intenzionata a cedere i diritti di questo termine, nemmeno ai famosi rapper. Per ora ne ha autorizzato l’utilizzo solo nel raggio di 15 cm di distanza dal suo nome, quindi ne approfitto. BITCH BITCH BITCH BITCH BITCH BITCH BITCH.

Pubblicità

BITCH

EJECTA

Dominae

Driftless

Questo disco basta per le pippe (no dai, sul serio) mentali dei prossimi sei mesi, potete usarlo come manifesto in tutte le cose mega antagoniste che vorrete fare. In più suona come un episodio di Lizzie McGuire ambientato a Londra in cui Hilary Duff, dopo essere stata imbottita di acidi, entra in una macchina del tempo e viene catapultata nel 1872 a combattere per il suo diritto di voto.

GABRIELLA FERRI

POLIÇA

Shulamith

Mom & Pop

Per chi non lo sapesse, la cantante dei Poliça, Channy Leanagh è emersa come la copia ciofa della Venere di Botticelli dal calderone della merda più fetente, annunciando la sua venuta al mondo con dei muggiti satanici che sono poi stati campionati per l’album Shulamith. Ok, forse non è andata esattamente così, ma mi sembra una spiegazione logica all’ora di trituramento genitale a cui ho dovuto sottopormi ascoltando questo disco, coronato verso l’anelato fi nale da un cameo di Justin Vernon, grande sostenitore della band. La sua voce combinata a quella della Leanagh echeggia vagamente la scoreggia che Dudù molla ogni volta che vede il suo simpatico padroncino. Anche se di per sé questo suono, vista la situazione, non è poi così spiacevole.

HALANO UZZAUTISTICO

R. KELLY
Black Panties
Rca

Uno che ha attorno di sé l’alone dell’adescatore di quattordicenni per sesso in cambio di un paio di sneakers o della compagnia di un VIP non si può assolutamente permettere di abusare in tal modo del vocoder, in un album che sembra il B-side moscio di Drake sotto morfina. E soprattutto di metterci una canzone che si chiama “Marry The Pussy”. R in questo caso sta per RIPIJATE.

Pubblicità

MARY THE PUS

LANA DEL REY

Tropico

Polydor/Interscope

Guardare e ascoltare Tropico corrisponde a una sensazione di schifo nelle orecchie e cataratte sugli occhi. Però senza video migliora: le canzoni da sole fanno venire appetito, tipo che ti mangeresti una famiglia di preti. Cinque avemaria e cinque Tropico, figliolo.

JOHN WAYNE BOBBITT

ARCADE FIRE

Reflektor

Merge/Mercury

Questo è uno dei casi in cui praticamente tutti i recensori mi hanno chiesto di farsi assegnare il disco perchè erano ansiosissimi di smerdarli. E invece no, mi sono tenuto io il piacere. Mi accorgo ora, comunque, di non avere un nulla da dire oltre che fa schifo, e che, come tutti gli artisti “di successo” di oggi, si sono dovuti inventare qualche minchiata mediatica da morti di fame. Quasi quasi compro lo smoking solo per NON andarci al loro concerto.

FRENETICO FASSBINDER

BEYONCÉ

Beyoncé

Autoprodotto

A un primo ascolto ho pensato che questo disco a sorpresa fosse un po’ moscio, invece poi mi sono resa conto che Bey si è rigenerata in una creatura superiore e sta solo mettendo in pratica i rituali che le donne africane compiono per ricordare all’uomo che TUTTO dipende dal loro utero. Con calma, si sollevano la gonna e mostrano fiere il superpower indiscusso della fica.

PER NOI SARAI SEMPRE VIRGINIO

Back To Land

Thrill Jockey

Avete presente quella scarica di dopamina che vi va al cervello quando ascoltate un bell’album nuovo? Ecco, qui non la sentirete. Sembra di guardare i Wooden Shjip andare in giro a fare i bauscia con la carta di credito rubata a Lou Reed. Sembra una compilation della storia del rock psichedelico comprata all’autogrill.

Pubblicità

MAIALA BIRILLO

THE THING

Boot!

The Thing Records

Mats Gustafsson nel 2012 ha vinto l’ambitissimo mio DISCO DELL’ANNO col disco di Neneh Cherry & The Thing. Quest’anno suona sia nel mio disco dell’anno (The Ex and Brass Unbound) che nel mio secondo disco dell’anno (Fire! Orchestra), ed è molto deludente sapere che il disco nuovo dei The Thing è una sborrata assoluta con una copertina della stramadonna e musica strepitosa MA tutto sommato non riesce a insidiare Lady Gaga nella terza posizione, piazzandosi quarto o quinto e non permettendomi di registrare il primo anno con i tre dischi più belli registrati dalla stessa persona. Vaffanculo.

MASSIMO PASTINA

MIAMI GOLEM

Stunk City KLD

Living Tapes

Io ci provo a non essere una di quelle persone che usa la parola “groove” ma poi arrivano i Miami Golem e rimango interdetta. Trenta minuti del loro funk scrauso mi hanno resa un’autistica impavida e felice. La vita del mio compagno delle medie con l’insegnante di sostegno non doveva essere poi così male.

ENRICO DE CANDIDA

ÄÄNIPÄÄ

Through A Pre-Memory

Mego

Anzitutto vorrei che, nel caso qualche lettore fosse esperto di lingua finnica, mi contattasse per indicare la pronuncia esatta del nome di questa band, così potrò bullare ancora una volta la mia superiorità esperenziale con gli altri critici musicali. In finlandese so dire giusto VITTU SAATANA PERKELE, che non sono belle parole. Andrebbero comunque bene per commentare l’abisso di maledizione che Mika Vainio ha messo su in questo progetto servendosi di Stephen O’Malley e fornendogli un contesto in cui la sua chitarra può ancora fare del male.

Pubblicità

BRADIPO ASCOLANO

A Fallen Empire

Downwards

Dopo che l’ho visto suonare, complice un po’ troppo entusiasmo chimico, andavo in giro a dire a tutti i presenti che Samuel è “il Michael Gira della techno.” Ovviamente l’hanno male interpretata, pensando che gli stessi attribuendo la stessa quantità di esperienza e/o lo stesso look. Idioti, ovviamente volevo dire che ha la stesa passione per gli spazi sonori lentissimi e densi tensione che a un certo punto fanno booooom, incatenati a beat in 2/4 e a una sedia elettrica.

ARNOLD MONDADEGGER

Geograph

Quando il melting pot diventa realtà ecco Gun: un bignami ambulante della psichedelia giapponese anni Settanta, ma contaminato da quella d’Italia, suo paese d’adozione. Come se non bastasse ha delle cadenze britpop, quindi alla fine sembra fuori dal tempo e dallo spazio. Il nuovo disco sembra la terza e la quarta facciata di quello precedente, ma con la novità di una specie di hard rock acustico imparentato coi Plastics. Insomma se volete un frammento rosa in fondo all’anima affidatevi a questo cantautore giallo: vedrete che canticchierete i suoi brani a mo’di karaoke durante ogni momento della vostra bianca giornata.

PAPERETTA YE YE