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L'Ucraina sta addestrando i manifestanti di EuroMaidan per farli combattere contro i russi

Settimana scorsa in Ucraina è stata annunciata la formazione della Guardia Nazionale, una milizia volontaria destinata alla protezione delle frontiere e alla mobilitazione in caso di guerra. Abbiamo seguito le reclute nei primi giorni di addestramento.

Come fa un paese che, per sua stessa ammissione, dispone di soli 6.000 soldati di fanteria immediatamente disponibili, a fronteggiare la potenza militare della Russia? Quando quest'ultima ha iniziato a spostare le sue truppe nella penisola di Crimea, all'inizio di marzo, il governo ad interim appena insediatosi in Ucraina si è trovato a dover rispondere a questa domanda.

Putin ripete che non c'è stata alcuna invasione. Secondo Mosca, infatti, i movimenti di truppe nell'area servono solo a proteggere le forze navali russe dai "nazionalisti ucraini" il cui "colpo di stato fascista" ha costretto l'ex presidente Viktor Yanukovych a fuggire da Kiev.

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Comunque sia, sul posto le cose sembrano andare diversamente. Si stima che al momento i soldati russi in Crimea siano 20.000, contro i 15.000 soldati ucraini presenti nelle basi militari dislocate nella penisola. Per ora, le truppe ucraine non hanno compiuto particolari movimenti, in quella che è o un'eroica prova di equilibro o una conseguenza logica della situazione in cui si trovano. I soldati russi, dal canto loro, hanno più volte inscenato prove di forza. Ora che in Crimea l'annessione alla Russia sembra data per certa—anche se il referendum non è stato riconosciuto né da Kiev né dall'Occidente—le truppe ucraine hanno ricevuto un ultimatum, fissato a venerdì, per lasciare la penisola.

È stato in queste circostanze che, lo scorso mercoledì, Andriy Parubiy ha annunciato la formazione di una milizia volontaria ucraina denominata Guardia Nazionale. Parubiy, che a Kiev aveva guidato i manifestanti durante le proteste di piazza Indipendenza, ora è anche il capo del neonato Consiglio di Sicurezza Nazionale e di Difesa del paese.

Il governo si augura di reclutare circa 60.000 volontari, così da proteggere le frontiere.

Due giorni dopo, nella data fissata per la mobilitazione, sono andato al punto di ritrovo fuori dal Centro Congressi Internazionale di Kiev, proprio accanto a piazza Indipendenza. Un tempo museo e spazio espositivo, ora è una delle basi principali del Gruppo di Autodifesa, uno dei gruppi di miliziani nati da EuroMaidan. Circa 500 miliziani provenienti da sei diverse sotnia (la parola ucraina per "centuria", in cui era organizzato il movimento di protesta) erano in attesa di salire sugli autobus, diretti a un campo d'addestramento delle forze speciali situato fuori città.

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I gruppi di Autodifesa sono un insieme variopinto di uomini, più qualche donna, che hanno difeso le barricate della Maidan dalla polizia. Tra le vittime dei giorni più sanguinosi della protesta a Kiev c'erano molti membri di questi gruppi. Sono persone di ogni età ed estrazione sociale, e vengono da ogni parte del paese, sia dall'ovest prevalentemente ucrainofono sia dall'est russofono. Queste persone non potrebbero mai competere con i soldati russi in quanto a esperienza—prima erano cuochi, gioiellieri, studenti e addetti alle pubbliche relazioni—ma senza di loro, Yanukovych non sarebbe stato cacciato da Kiev.

La notte del 18 febbraio, quando il governo ha tentato di sgomberare la piazza, qualche centinaio di loro, armati di bottiglie Molotov, pietre e scudi di plastica ha tenuto la posizione contro migliaia di poliziotti con idranti, blindati e armi da fuoco. È stato il vero punto di svolta nella loro protesta.

Dopo la deposizone dell'ex Presidente molti sono tornati a casa, mentre altri sono rimasti ad aiutare la polizia e, non fidandosi del tutto del nuovo governo, a mantenere la loro posizione nella piazza. Quando Parubiy li ha chiamati, molti hanno risposto.

Al nostro arrivo al Centro Congressi Internazionale ci è stato detto che quel giorno non saremmo potuti andare al campo di addestramento. Siamo rimasti lì, e alla fine abbiamo trovato un autobus che aveva ancora qualche posto libero. Eravamo in compagnia della Lvivska Sotnia, un gruppo di miliziani di Leopoli, nell'ovest dell'Ucraina.

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Appena siamo arrivati, i membri dei gruppi di Autodifesa sono scesi dagli autobus e si sono allineati sulla piazza d'armi, mentre la banda suonava l'inno nazionale. Il comandante della base è salito su un podio per dare il benvenuto ai volontari, per poi incontrare i comandanti delle varie sotnia. Nonostante la loro natura raccogliticcia, apparivano tutti piuttosto disciplinati. Alcuni erano addirittura in grado di marciare.

Dopo aver lasciato la piazza d'armi, le reclute sono state accompagnate nei quartieri dove sarebbero rimaste per le due settimane dell'addestramento. Siamo passati davanti al poligono di tiro, dove i carristi dei blindati BTR facevano fuoco con le mitragliatrici, i granatieri provavano i lanciarazzi su bersagli posti a distanza e squadre di soldati bersagliavano sagome di cartone con gli AK-47.

A dimostrazione conclusa e dopo che i soldati hanno spento un principio d'incendio sprigionatosi nel perimetro di tiro, le reclute sono state condotte a un lungo tavolo dove era disposta una grande varietà di armi da fuoco. Le reclute, impazienti, le hanno prese e le hanno portate nei magazzini, provando la mira e tastando i grilletti. (Per fortuna le armi non erano cariche.) Si trattava di pistole, AK-47, lanciagranate, moderni fucili d'assalto di fabbricazione israeliana, fucili da cecchino, mitragliatrici e persino missili anticarro. Le reclute hanno iniziato a farsi foto con in mano mitragliatrici troppo grosse per loro, e alcuni si sono sdraiati sull'erba fingendosi cecchini.

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L'atmosfera era simile a una partita di paintball tra amici, ma nei due giorni successivi le reclute sarebbero state sottoposte a una serie di esami fisici e psicologici mirati a scartare quanti non adatti al servizio militare. I più erano in forma e giovani, ma era chiaro che altri non ce l'avrebbero fatta; un comandante di una sotnia camminava con le stampelle, altri erano zoppi o sembravano semplicemente troppo vecchi.

Taras, 23 anni, il più giovane tra i capi delle sotnia, stava controllando le armi. A Kiev aveva vissuto un sacco di situazioni difficili. Gli ho chiesto come lo facesse sentire l'idea di essere schierato contro l'esercito russo. "Non voglio altri eventi eroici o tragici nel nostro paese. Sappiamo di dover restare vivi e costruire un paese nuovo, ma se ci sarà la guerra, proteggeremo l'Ucraina fino alla morte," ha detto.

Le reclute che superano i test medici iniziano un corso intensivo di base della durata di due settimane che include lezioni sulle tattiche militari. Taras mi ha spiegato quali opzioni avessero dopo l'addrestramento, "Abbiamo due scelte, possiamo restare a tempo pieno con l'esercito oppure tornare alla vita civile ed essere chiamati alle armi nel momento del bisogno. Come la maggioranza di noi, dopo l'addrestramento io tornerò alla vita civile e lavorerò per cambiare il sistema di governo."

In ogni caso, lanciare una Molotov o affrontare un idrante è molto lontano dal trovarsi nel mezzo di una battaglia del ventunesimo secolo contro l'esercito russo. Il coraggio non ti serve a molto quando vai contro l'artiglieria pesante.

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Questo, per il governo ucraino, è un momento disperato e ci sono buone possibilità che addestrare al combattimento gran parte della popolazione possa ritorcerglisi contro in futuro. Con l'annessione di fatto della Crimea e il crescere delle tensioni tra i manifestanti pro-Ucraina e pro-Russia, resta ancora da vedere se la Guardia Nazionale dovrà mai affrontare direttamente l'esercito russo. In tutta onestà, spero davvero che non debba farlo.

Segui Henry su Twitter: @Henry_Langston

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