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Gli spacciatori milanesi vanno "pazzi" per le Enjoy?

Enjoy utilizzate per trasportare la shaboo, per nascondere l'hashish o per trafficare altre sostanze: negli ultimi mesi i casi di spaccio su car sharing a MIlano sono stati diversi.

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via Twitter/Enjoy

Lunedì notte, in zona Maciacchini a Milano, una pattuglia dei carabinieri ha fermato una Enjoy con a bordo due filippini di 41 e 36 anni. Insospettiti dall'atteggiamento nervoso dei due uomini e notando che alla macchina mancava il computer di bordo, i carabinieri hanno controllato meglio: l'auto è risultata rubata e al suo interno sono state trovate 12 dosi di shaboo.

Leggendo la notizia non ho potuto fare a meno di pensare a "Ciny" di Sfera Ebbasta e Charlie Charles e al verso in cui si parla delle auto del car sharing come mezzi di trasporto per spacciare: "con dei pacchi troppo grossi nel back dell'Enjoy." Non so se la canzone volesse descrivere un fenomeno già ampiamente diffuso o meno, fatto sta che oltre a quello di lunedì negli ultimi mesi ci sono stati diversi altri casi di questo tipo.

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La sera del 13 gennaio, due ragazzi italo-cinesi di 25 anni a bordo di una Enjoy sono stati fermati dalla polizia in viale Jenner: nella macchina sono state trovate tre bustine di shaboo e un bilancino di precisione. Due settimane dopo, il 29 gennaio, è toccato a un 31enne italiano fermato in via Pasteur, in zona Loreto, con alcune dosi di shaboo e un bilancino di precisione. Il 5 marzo è stato il turno di un 20enne italiano, trovato in possesso di 60 grammi d'erba dopo essere stato fermato perché l'Enjoy che guidava "lasciava dietro di sé una strana scia."

Nonostante tutti questi casi in così poco tempo, secondo la Questura di Milano non si può parlare—o almeno non ancora—di un vero e proprio fenomeno di spacciatori che usano le auto Enjoy per i loro affari. "Non è ancora un fenomeno strutturato," mi ha detto un portavoce della polizia di Milano con cui ho parlato al telefono, "per ora sono solo alcuni episodi, [il car sharing] è semplicemente uno dei tanti strumenti di mobilità a disposizione."

Già nel 2015, però, c'erano stati dei precedenti. A maggio, un'operazione di polizia denominata "car sharing" aveva portato all'arresto di quattro trentenni milanesi—tra cui anche un ex tronista di Uomini e Donne—con l'accusa di gestire una rete di spaccio di hashish e marijuana tra Italia e Spagna. I quattro, residenti a Niguarda, Bresso e Cinisello, usavano come deposito un box in via Ca' Granda—dove erano stati trovati 258 kg di hashish e 17 kg di erba—e si spostavano a bordo di auto a noleggio, da cui il nome dell'operazione.

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Ad agosto, invece, un 38enne italiano era stato fermato a Giambellino a bordo di un'auto in car sharing. L'uomo—che inizialmente aveva protestato perché la polizia gli stava facendo perdere tempo facendogli pagare il servizio—era stato trovato in possesso di alcuni grammi di hashish, marijuana e di una pistola non denunciata.

"È logico qual è la finalità di chi delinque usando un auto a noleggio: non essere tracciato e non essere identificato," mi hanno detto dalla Questura. "Se sei segnalato e controllato e usi sempre la stessa macchina i tuoi movimenti si notano più facilmente." In questo senso, utilizzare una Enjoy non è diverso dall'utilizzare un'auto in leasing intestata a un'azienda.

Nella maggior parte di casi, o almeno in quelli più recenti, però, gli arresti sono arrivati in seguito a controlli casuali. Per cui forse non si tratta tanto di spacciatori che sanno di essere controllati e usano il car sharing per rendere più difficile la sorveglianza nei loro confronti, ma di un atteggiamento che porta a considerare le Enjoy più al sicuro dai controlli della polizia rispetto alle auto private.

Ovviamente in realtà non è così—come mi ha spiegato la Questura, "l'attività di controllo si fa sulle persone e sui loro comportamenti, per cui che siano a bordo di un'auto intestata a loro o di una Enjoy non fa differenza. Se uno dev'essere fermato, multato o controllato questo avviene comunque a prescindere dal fatto che la macchina che usa sia di sua proprietà o che sia un car sharing."

Ho provato a contattare Enjoy per un commento sulla vicenda ma non ho ricevuto risposta, per cui non c'è modo di dire se l'azienda sia al corrente di questo utilizzo delle sue auto e se abbia in programma di prendere provvedimenti al riguardo. Secondo la Questura, come metodo di spaccio non è dunque ancora particolarmente diffuso, ma "fa specie perché è particolare, perché le Enjoy hanno una visibilità netta che le contraddistingue e saltano all'occhio."

[Aggiornamento del 21/4: Raggiunto telefonicamente, l'ufficio stampa di Enjoy ci ha detto di aver ricevuto da parte delle autorità la richiesta di mantenere il massimo riserbo sull'argomento. ]

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