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Gli ultras polacchi se le danno nei boschi

La Polonia ospita gli Europei, ma anche alcune delle tifoserie più violente in circolazione.

L’Inghilterra sarà anche stata la patria degli hooligan, ma i tempi sono cambiati. Mentre gli ultrà sovrappeso inglesi si annidano nei pub sperando in qualche emozione, i loro corrispettivi polacchi si danno appuntamento per delle mega-risse nel bosco, talvolta armati di machete e altri utensili assortiti. Al giorno d'oggi quasi ogni città polacca ha una propria tifoseria organizzata, e ogni mese si organizzano centinaia di risse chiamate “ustawka”. Qualche tempo fa sono stato in Polonia per scoprire se la situazione è davvero così preoccupante, e in effetti i miei timori hanno avuto conferma.

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Prima dell’inizio dell’Europeo, i gruppi antifascisti polacchi avevano cercato di avvertire il pubblico della deriva estremista di molte formazioni di tifosi, ma le autorità polacche non sembrano aver fatto granché in proposito. Ho sentito dire che molti gruppi fascisti hanno accolto gli ultrà nelle loro file, e che in alcune città la situazione sarebbe ormai fuori controllo.

Arrivato a Varsavia ho incontrato uno dei principali organizzatori delle tifoserie, che mi ha dato un'idea dello scontro culturale che avrebbe aspettato i tifosi europei nel selvaggio est. “È meglio non mostrare i colori della propria squadra nelle nostre città, nemmeno nelle vie del centro. Le aggressioni sono normale amministrazione.”

Gli ultrà polacchi sono la colonna portante del calcio nazionale; sono fanatici che amano la loro squadra e che mettono in scena enormi coreografie sugli spalti. Ma il lato violento non è mai troppo nascosto. Non è raro che il tipico hooligan polacco passi 20 ore alla settimana con allenatori di arti marziali e bodybuilding per prepararsi alla battaglia. Molti gruppi ritengono l’uso delle armi una cosa da “codardi,” ma ci sono delle eccezioni. “A Cracovia si sono presi a coltellate. Ci sono gruppi razzisti, e per alcuni la sola presenza in rosa di un giocatore nero è inconcepibile.”

Stadio Nazionale di Varsavia

Quanto agli Europei, gli ultrà polacchi non potranno fare molto, dato che “saranno altri gruppi di tifosi europei a darsi battaglia. Alcuni stanno organizzando incontri nelle stazioni ferroviarie, in luoghi lontani dal centro città. Quelle zone verrano lasciate ai normali tifosi.”

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Le cicatrici del regime sovietico sono ancora fresche in Polonia, che pure ha subito una dura occupazione nazista, e alcune tifoserie rappresentano le frange più estreme dell'anticomunismo. E se i muri dello stadio di Varsavia rimangono tuttora coperti di murales che rappresentano la rivolta del 1944, nella quale la resistenza polacca insorse per l’ultima volta contro i nazisti, al loro fianco sono sempre più frequenti le scritte a carattere neonazista.

Gli antifascisti polacchi, da tempo impegnati in una lotta non sempre pacifica nei confronti delle frange di destra, mi hanno detto che negli ultimi anni almeno 40 persone sono state uccise dagli estremisti, e la popolazione non ha intenzione di sopportare altre violenze.

“La nuova generazione di ultrà polacchi non ha fibra morale e probabilmente non ha neanche rispetto per se stessa,” mi ha spiegato uno dei più noti esponenti locali dell'antifascismo. “Fanno tutto ciò che dicono i leader dei movimenti nazionalisti e fascisti. Gli atteggiamenti neofascisti di alcuni rendono gli stessi tifosi una delle parti più retrograde della nostra società. Potrebbero essere una sorta di avanguardia sociale, e tutti—non solo i partiti di destra—sono consapevoli del potenziale di stadi e tifoserie.”

L'equilibrio è cambiato drasticamente dopo che, lo scorso novembre, la parata dell’Indipendenza in Polonia è diventata occasione di ritrovo per l’estrema destra. Gli antifascisti hanno organizzato posti di blocco per difendere le strade della capitale, ma nel frattempo i fascisti, sostenuti da una gran quantità di hooligan, si sono dati alla violenza attaccando i passanti e dando fuoco ai furgoni delle troupe televisive. “L’estrema destra ha invitato i tifosi alla manifestazione e ha organizzato per loro dei pullman. È stato allora che hanno perso il controllo della manifestazione,” mi ha spiegato il mio contatto.

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“I tifosi che hanno preso parte alla marcia erano lì per le più svariate ragioni; alcuni di loro facevano parte dei gruppi neofascisti o nazionalisti, altri erano lì in compagnia di amici, e altri ancora cercavano un po’ di agitazione. La cosa interessante è che dopo l’intensificazione della violenza, alcuni esponenti dei gruppi nazionalisti e di estrema destra non sapevano cosa fare, come gestire la situazione che loro stessi avevano creato.”

Gli antifascisti temono che molti membri della polizia e addirittura gli esponenti dei principali partiti politici polacchi simpatizzino per l’estrema destra. Il caso più eclatante è rappresentato dalla piccola città di Bialystok, vicino al confine con la Bielorussia, dove gli hooligan sono caduti sotto l’influenza del gruppo neonazista Sangue e Onore e la polizia fatica ad arginare le crescenti violenze.

Sono stato a Bialystok e alcuni abitanti mi hanno accompagnato sul luogo di un recente omicidio. Una volta arrivati mi hanno raccontato di come, in una notte di aprile, una banda di neonazisti si è impossessata del centro città. La loro prima vittima è stata trovata esanime alle 22.30 dopo un pestaggio, ed è morta poco dopo essere arrivata in ospedale.

I neonazisti di Bialystok sono inoltre sospettati dell'assassinio del capo di una tifoseria opposta durante un brutale attacco a colpi di machete, e i pub della zona sono regolarmente battuti da gruppi “alla ricerca di sinistroidi”.  “Ci sono state moltissime risse,” mi spiega una delle mie guide. “I nazisti usano machete e coltelli, certe volte anche i bastoni. Noi abbiamo solo ciò che ci serve per difenderci, e non possiamo girare tranquillamente da soli. Davvero. Chiunque ci provasse verrebbe immediatamente attaccato, tanto che ci sono stati episodi di violenza persino nei supermercati.”

Per ora i contenitori di spray al peperoncino grandi come estintori potranno anche bastare contro i coltelli e le mazze degli hooligan, ma gli antifascisti di Bialystok stanno lavorando sodo per promuovere la scena musicale della città, nella speranza di gettare le basi di una cultura giovanile più sana. Per fare ciò, si rivolgono ai gruppi punk di tutta Europa, perché non c‘è niente come un concerto di un gruppo hardcore bielorusso per farti sbollire quando sei così incazzato da non riuscire a parlare.

Coi riflettori dei media di tutto il mondo puntati sulla Polonia, gli antifascisti sono convinti che il governo dovrebbe trovarsi costretto a fare qualcosa per gestire il problema. Altrimenti, l’11 novembre l'estrema destra sarà di nuovo in corteo per le strade di Varsavia, e a meno che non ci siano svolte, il loro esercito di hooligan sarà più grande che mai.