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Foto di copertina di Alessandra Mustilli

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Cibo

I locali scoperti nel 2018 dalla redazione di Munchies

Non è la classifica dei migliori ristoranti aperti nel 2018. È solo una lista di locali dove mangeresti sempre, e dove ci sentiamo un po' a casa.

Qualche tempo fa, con un paio di amici, volevo imbarcarmi in un'avventura imprenditoriale di sicuro successo: creare un bot di Telegram che rispondesse al posto mio a tutti quelli che mi chiedevano dove mangiare a Milano o quali erano le novità imperdibili in giro per l'Italia. Dopo infiniti messaggi su numerosi supporti, da parte di amici e perfetti sconosciuti che, dopo il "Ciao come stai" partivano dritti con "Senti vorrei mangiare la cotoletta, dove vado?", avrei voluto trovare un modo di sopravvivere, senza per forza rispondere che la cotoletta neanche mi piace e, che se mi chiedi sempre dove andare a mangiare, ma poi non mi inviti neanche alla tua festa di compleanno, sei uno stronzo.

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E come capita a me, capita a Giorgia, ad Andrea, Diletta, Camilla, Marco, Paola Buzzini e Paola Della Monica.

Quindi visto che linkando questo post potremmo forse risolvere, in parte, i nostri problemi, abbiamo deciso di parlare dei ristoranti e dei locali a Milano, Roma, Bologna, Napoli e non solo, aperti dall'autunno 2017 ad oggi.

Questa è l'unica "regola" di questa "lista", fatta solo di posti dove ci sentiamo a casa e dove mangeremmo sempre (o quasi).

Introduzione di Roberta Abate

Gastronomia Yamamoto | Milano

Gastronomia Yamamoto Milano

Foto di Roberta Abate

Mi perdonerete, sono una romantica: parlo di Gastronomia Yamamoto all'inizio perché uno dei primi locali di cui ho scritto per Munchies, ed è un posto soprattutto dove sono tornata cinque volte e di cui non mi stanco mai. Vuoi perché i piatti cambiano sempre, vuoi perché Aya e Shun sono davvero capaci di farti sentire in un angolo di Giappone nel centro di Milano. Imperdibile il Curry Rice, gli Onigiri e il famigerato Katsu Sando, il panino con la cotoletta giapponese. Se vi volete particolarmente bene, scegliete la degustazione di sake.

di Roberta Abate

Tipografia Alimentare | Milano

Ho messo piede da Tipografia Alimentare prima ancora che aprisse e da allora credo di averne parlato bene un numero di volte sufficiente ad annoiare persino me stessa. Un entusiasmo inconsueto che attribuisco a vari fattori: (1) è un posto bello, aperto tutto il giorno, che si presta alle pratiche più disparate – mangiare, bere, leggere, chiacchierare, fissare il vuoto; (2) si mangia e beve sempre bene, mai una caduta, cito solo due dei miei picchi di entusiasmo: la tartare di diaframma con uva spina, portulaca, maionese all’abete, pane croccante e il crostone broccoli, peperoncino e olio evo; (3) si scoprono le meraviglie gastronomiche del nostro pigro, disperato paese: la Tarese del Valdarno, la ‘Nduja di suino nero di Calabria, il sommacco siciliano; (4) le persone in sala e in cucina studiano quello che cucinano e vendono, prima di cucinarlo e venderlo, a prezzi onesti.

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Tipografia alimentare

Ricotta allo zafferano al forno e carote al Sommacco. Foto di Roberta Abate

Vi sfido a trovare tutto questo altrove e poi a non diventare noiosi, a forza di cantarne le lodi.

di Diletta Sereni

Mezzè | Milano

Foto Embed via Instagram / @biancovino

Aperto in sordina in zona Pasteur, Mezzè deve il nome alla presenza di alcune portate proposte in mezza porzione. La cucina guarda al sud Italia ma anche oltre i confini tricolore, soprattutto al Medio-oriente tirando fuori interessanti fusioni. Il personale è attento e risponde a ogni domanda a trabocchetto sugli ingredienti impiegati, fatto non affatto secondario. La carta cambia spesso, se ci andate e la intercettate, concedetevi fave e cicoria, la consistenza setosa della crema è voluttuosa.

di Marco Giarratana

Terra Gelato | Milano

Foto Embed via Instagram / @Soufienetoce

Sono fissata con il gelato, ormai lo sapete; ogni nuova apertura è sotto il mio attento radar, e Terra Gelato non fa eccezione. Aperta poco prima dell'arrivo del caldo milanese, si trovo appena sotto Piazza Caiazzo a due passi dalla Stazione Centrale di Milano. Entrate e fiondatevi subito sul gusto Terra-misù, il pezzo forte: in pratica una versione gelato del Tiramisù, cremoso e con tanti pezzettoni di biscotti al cioccolato, che mi ha aiutato durante l'estate con i cali di zucchero. Tutti gli altri gusti crema sono in continuo aggiornamento, stagionali e come consiglio sempre lanciatevi su quelli più 'strani', non vi deluderanno. La comunicazione del locale è realizzata da uno studio milanese tutto al femminile che, con estrema cura, è la ciliegina sulla torta - o forse sul gelato. Il tutto a pochi passi dalla mio luogo del cuore per il cibo, NoLo district.

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di Camilla Dalla Bona

Porco Brado | Milano

Senza se e senza ma uno dei migliori panini con carne a Milano. Il locale di Porco Brado è piccolo, appena una dozzina di posti su sgabelli e nasce dall’omonimo food truck toscano la cui specialità è questo panino con cinta senese in versione pulled pork, percorsa da un lieve sentore affumicato e in cui i piccoli pezzetti di grasso conferiscono la giusta succulenza. Il pane è fragrante e trattiene tutti i succhi senza sfaldarsi ed è fatto con farina di Verna, un grano antico toscano. Senza salse, senza formaggio, senza ghirigori, nudo e crudo. In carta trovate anche altri due panini, di cui uno vegano – un po’ un controsenso – e dei buoni salumi e formaggi.

di Marco Giarratana

Exit | Milano

Exit Milano

Il bistrot che consiglio sempre quando mi chiedono dove mangiare in pieno centro piatti raffinati e bere qualche buon bicchiere. Ci puoi andare per pranzo, aperitivo e cena da Exit, la creatura nata dal team di Contraste, il ristorante dello chef Matias Perdomo. È un ex chioschetto in una delle piazze più riparate del centro: Piazza Erculea. I piatti non costano poco, ma è sicuramente il locale che consiglio per un primo approccio alla cucina un po' più elaborata (non dirò gourmet neanche sotto minaccia). Pezzi forti senza dubbio i piatti di carne, e il foie gras d'apertura, che ti fa dimenticare le bruttezze della vita e alleggerisce il giusto il portafogli.

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di Roberta Abate

Osteria Bertoliana | Vicenza

Osteria Bertoliana Vicenza

Foto di Diletta Sereni

All’ingresso c’era una cassetta di mele, tutte storte e diverse, buonissime. Arrivavano dal frutteto del cuoco, le ha portate per farle assaggiare a chi passa di lì. Il cuoco è Daniele Renzi, che dopo qualche anno nelle cucine del mondo (Australia, Nuova Zelanda, Cina, Stati Uniti) è tornato a casa e ha aperto, insieme a Sandra Voltan, questa osteria in centro a Vicenza: “una città - dice lui - dove è più facile trovare fettuccine gamberi e liquirizia che la cucina locale”. Invece l’Osteria Bertoliana fa cucina rurale vicentina, con ingredienti scelti con cura. Daniele lavora con piccole aziende familiari dei dintorni e il menù risponde anche ai loro ritmi: “adesso abbiamo macellato una sorana per cui questo mese faccio manzo, poi prenderò un maiale, o i conigli.” Ci trovi gli gnocchi alla fioretta (che buoni), lo spiedo vicentino, verdure fresche: pochi piatti che cambiano ogni giorno. I vini sono quasi tutti naturali e volendo si può chiudere con un liquore alla genziana prodotto a Lugo di Vicenza.

di Diletta Sereni

Storie diPinte | Bologna

Bologna è definitivamente la capitale italiana della pizza. Mica Napoli o Roma, eh. Ultima apertura in ordine di tempo, quella di Storie diPinte (due sedi: a San Lazzaro di Savena, poco fuori città, e una più centrale), dietro cui c'è il pizzaiolo Francesco Oppido. Grande appassionato del mondo birre, nei suoi locali propone un'offerta brassicola, alla spina e in bottiglia, con attenzione al mondo sour, che vi farà rivalutare l'abbinamento pizza-birra. Da provare la Via Emilia con Mozzarella di bufala, crema di pistacchio di Bronte, mortadella e Parmigiano in scaglie, o la pizza fritta con stracciatella, crudo e scorza di limone.

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di Giorgia Cannarella

daGorini | San Piero in Bagno (FC)

Gianluca Gorini è uno dei più luminosi talenti della cucina italiana. A settembre 2017 ha aperto il suo ristorante nel paesino di Bagno di Romagna (FC). Se fossimo quel tipo di critici con il naso e la penna alzati vi diremmo che i piatti contengono spigolature acide e amare, ma una confortevolezza di fondo. Ma non lo siamo, quindi cancellate tutto. Il nostro podio personale prevede il Risotto alla zucca, semi di zucca tostati e amaretto, il Semifreddo al raviggiolo, amarene sciroppate, croccante alle noci e vermut 721 e il Cremoso al Parmigiano Reggiano, funghi crudi e cotti, noci e nepetella.

di Giorgia Cannarella

Santeria di Mare | Roma

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Foto di Alberto Blasetti

Avete presente quei bistrot a Parigi dove ci trovate la gente seduta fuori ai tavolini che legge e che se ci tornate il giorno dopo ritroverete lì? Ecco, La Santeria di Mare è uno dei miei posti preferiti a Roma proprio per questo. Quello che, quando devi uscire con degli amici, viene fuori per primo. Entrando sembra di essere in un libro di racconti d’avventura dell’Ottocento, il bancone è fantastico per quando ci vai da solo e vuoi chiacchierare con qualcuno. È uno di quei locali dove ti senti a casa, la gente passa per salutare e tutti bene o male parlano tra di loro.

Gioia, la proprietaria, ha sempre il sorriso e una storia da raccontare. I vini sono quasi tutti naturali e buoni e i piatti sono fatti da uno chef giovanissimo che racconta il pesce facendo il giro del mondo. Oltre a dolci fantastici dove si gioca con dolce, salato, olive e capperi. Senza contare che la Santeria di Mare ha il bagno più figo che un locale possa avere: un piccolo bagnetto con mobili orientali, immagini di saladini e musica araba dedicata che qualsiasi cosa tu stia facendo ti rilasserà al cento per cento.

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di Andrea Strafile

Ego Bistrot | ROMA

Dopo anni, la storica dimora Doria Pamphili a Trastevere è stata riaperta. Da Ego Bistrot ci vengo perché le mie passioni, arte e cibo, convivono perfettamente e creano un’esperienza intima, non solo a cena, anche per un'aperitivo con vista. La cucina si affaccia sulla sala, pochi coperti. Si mangiano buoni piatti che partono dalla tradizione italiana con forti influenze orientali, rendendo il menu contemporaneo e internazionale. Come piace a me.

di Paola Buzzini

Drink Kong | Roma

Drink Kong ROma

Foto di Alberto Blasetti per gentile concessione di Drink Kong

Secondo me questo è un cocktail bar che potrebbe cambiare il modo di vedere il bar. Ci sono stato già tre volte e non è male considerando che ha aperto da due mesi. Dietro al bancone c’è Patrick Pistolesi che di cocktail e di gestione di un bancone ne sa, ne sa parecchio. Drink Kong è quel posto dove esce la tua parte bestiale dopo la stanchezza di tutta la giornata, ed è fantastico perché c’è un concetto minimalista dietro, che ti toglie ogni appiglio che conoscevi fino a quel momento in fatto di mixology. Vuoi un drink pieno di ghiaccio e la fettina di limone? Col cazzo, qui te ne danno uno più buono senza scorzette e col bicchiere ghiacciato.

Ah, in tutto questo fanno pure dei dumpling e dei bao da paura.

di Andrea Strafile

OAK | Napoli

Oak Napoli

Foto di Alessandra Mustilli

Volete sapere perché sono innamorata di questo posto? La password del WiFi è “ChierAMammt”.

E questo è solo uno dei mille motivi per cui questa è la mia scoperta 2018 (ma io
direi anche di tutti i tempi).Quando ci sono entrata qualche mese fa la prima cosa che ho pensato è stata “ODDIO di chi è questo posto? Vorrei che fosse mio!”. Dietro il lungo bancone in legno si estende un’intera parete di vini locali e internazionali (ma anche molti naturali sia campani che non) e birre artigianali di ogni tipo (anche artigianali alla spina come Brewdog, Rogue, Tripel Karmeliet, etc.).
Sulla parete alla mia destra invece c’è una vecchia cartina geografica dell’Italia e una grande
lavagna in continuo aggiornamento dove c’è scritta la loro ampia selezione di cose da bere. Poi ho conosciuto Harriet, l’inglese più napoletana che esista. Lei è nata a Worcester ma nel
2009 ha fatto l’Erasmus a Napoli e si è innamorata della città e di Luca, con cui ha deciso, dopo
quasi dieci anni e una bambina (la seconda in arrivo), di aprire OAK.

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OAK non è il solito baretto al centro storico: niente cicchetti a un euro, niente file disordinate uno addosso a un altro. Qui l’atmosfera è serena, cordiale, c’è bella musica, le persone sono gentili, e puoi fare aperitivo con bruschette fantasmagoriche (avocado e feta, gorgonzola e noci, etc.) scambiando quattro chiacchiere con uno sconosciuto.Trovare un posto come questo, a Napoli, non è facile.

di Paola Della Monica

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