Dopo i cocktail alla cannabis light ho capito che l'erba è meglio berla
Tutte le foto Alice Gemignani per MUNCHIES Italia

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Cibo

Dopo i cocktail alla cannabis light ho capito che l'erba è meglio berla

Cocktail a base di cannabis: ci siamo cimentati in 5 ricette

Il sapore della cannabis light è portentoso, è come se una nuova erba come la salvia, il basilico o il dragoncello entrassero improvvisamente nei nostri ricettari: non saremmo pazzi dalla gioia?

Questo racconto manderà “fuori” alcune persone. Sì, perché qui non si tratta di fare gli adolescenti sboroni e creare cocktail per il solo diletto di sballarsi.

La cannabis “light” - o meglio 'canapa industriale' o ancora 'erba legale'- al contrario della classica marijuana non stimola affatto la mente a viaggiare per lidi nebbiosi e ovattati, poiché ha solo una minima parte (tra lo 0,2 e lo 0,6%) del celebre principio attivo THC. Nulla di stupefacente insomma, mentre è un altro il principio attivo che spadroneggia, il CBD, che si può trovare anche a più del 15%: il CBD rilassa ebbasta, senza invertire la rotta della lucidità.

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A essere stupefacenti sono invece il sapore e l'aroma che la cannabis sprigiona. Fare cocktail con le infiorescenze di canapa industriale significa mettere il tarlo della curiosità e della sperimentazione nell'universo della mixology.

Dalle piantine aromatiche di Paolo Azzimonti di Hemp Embassy e la sapienza nella miscelazione di Vincenzo Coppola sono emersi direttamente da Atlantide cinque cocktail con la cannabis da tsunami papillare. In fede, Carlo Spinelli (un cognome una garanzia).

Partiamo con ordine, visto che sull'argomento 'cannabis light' la nebbia regna ancora sovrana.

La cannabis light è presente in Europa in 64 varietà genetiche certificate, e tra queste solo sei specie possono essere utilizzate maggiormente per lo sviluppo dei fiori per uso “tecnico”. Normalmente in Italia la canapa è stata coltivata per il tessile o per la bioedilizia, quindi si sta parlando di un trend e di un mercato completamente nuovi. EasyJoint è stata la prima azienda in Italia ad aver pensato di immettere nel mercato infiorescenze, aprendo una catena di distribuzione che serve tutti i growshop in giro per il Paese. Immediato successo per loro e per tutti coloro che usano la cannabis light per scopi miorilassanti.

E allora via che parte la tendenza: tutti gli altri subito a prendere infiorescenze in Svizzera, l'isola felice della sperimentazione genetica al di fuori dell'UE, dove crescono anche molte varietà che non rientrano nei registri dell'UE, ma al momento sembrerebbero ammesse in Italia perché con THC sotto la soglia dello 0,6%. L'alternativa è quella di cercare altri ettari disponibili in giro per l'Italia, per seminare e coltivare come Giacomino e il suo fagiolo magico.

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Foto di Alice Gemignani.

Con la voce roca e la sua fiera chioma dorata in stile Thor Paolo Azzimonti racconta: “Il problema vero è la filiera: da dove arrivano in Italia questi fiori profumati? Alcune varietà sono state selezionate alla grande e coltivate con senno e professionalità in terreni puliti; altre invece sono state fatte crescere senza conoscenza della materia, con agenti chimici o schifezze pesticide, altre ancora vengono usate per bonificare appezzamenti di terra inquinata, grazie alla loro efficacia nel “succhiare” gli inquinanti dal terreno e trattenerli col metabolismo vegetativo. Se le fumiamo o le beviamo possiamo stare male. Perciò il lavoro in indoor è preferibile, perché meno soggetto a imperfezioni, alla qualità pessima dell'aria o del terreno o agli agenti atmosferici. Io, oltre a vendere nel mio negozio piante di cannabis ornamentali e infiorescenze certificate offro con la società Taliam Srl anche consulenza a chi vuole intraprendere un cammino da coltivatore o da imprenditore della cannabis light. E nel frattempo, dalla primavera del 2018, inizierò pure a mettere la cannabis nei cocktail e fare aperitivi davvero aromatici.

Foto Alice Gemignani.

E sorride, perché i cocktail sono veramente pazzeschi.

Cocktail a base di Cannabis Light

I Mori a Milano, ristorante Siciliano.

Ci troviamo per l'esperimento al ristorante siciliano I Mori, in via Archimede 5 a Milano. È bello il contrasto: da una parte il bancone del bar da strabuzzare gli occhi, in stile Manhattan e con lo specchio a glorificare le ninfe dell'alcol; dall'altro il bravissimo bartender Vincenzo Coppola, con occhi azzurri ciano/acquamarina, mano veloce e pacificità del bravo ragazzo. Insieme per forgiare 5 meravigliosi cocktail alla cannabis light.

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In questo momento ci vorrebbe una fotografa dei profumi e delle fragranze, con un obbiettivo ben preciso: quello di immortalare le sfumature organolettiche della cannabis. Ma andiamo con ordine: aspirazione, buttiamo fuori e beviamo.

Primo cocktail

Foto Alice Gegmignani

Tè alcolico con cannabis Orange Skunk.
Gli ingredienti e i profumi sono agrumati, con il succo di lime, il mezcal 100% agave e marmellata di arance amare. Viene servito come una merenda del Cappellaio Matto: in tazza dalla teiera, con il piattino da biscotti con 'canna' pronta di Orange Skunk (thc 0,5 – cbd 14%).

Tecnica mixology
Build (preparare il drink direttamente nel bicchiere colmo di ghiaccio, ma in questo caso senza il gelo visto che è un infuso).

La merenda dei campioni rilassati.

Secondo cocktail

Gin London Dry, sciroppo homemade di cannabis Sour Skunk (thc 0,5 – cbd 13%). Foto Alice Gemignani.

Gin London Dry, sciroppo homemade di cannabis Sour Skunk (thc 0,5 – cbd 13%), succo di lime. Viene presentato in stile tropicale: nel bicchiere di cocco.

Tecnica mixology
Shaked and strain (shakerare con il ghiaccio). Aromatico e dolce, quasi caraibico, che stimola a ballare la cumbia dub messicana.

Terzo cocktail

Succo di pompelmo, vodka, sciroppo di cannabis Bio Proof (thc 0,2 – cbd 12%). Foto Alice Gemignani.

Succo di pompelmo, vodka, sciroppo di cannabis Bio Proof (thc 0,2 – cbd 12%), meringhe sapide a sostituire l'albume, coriandolo e cannabis in shake. La crustas sul bordo del bicchiere è fatta da cioccolato e amaretto aromatizzato alla cannabis.

In un bicchiere da Champagne, per brindare a un incontrollabile piacere.

Quarto cocktail

Whiskey Bourbon, cannabis Supreme CBD Weed (thc 0,5 – cbd 15%), succo di limone, limoncello, crustas di pepe nero e cannabis. Foto Alice Gemignani.

Whiskey Bourbon, cannabis Supreme CBD Weed (thc 0,5 – cbd 15%), succo di limone, limoncello, crustas di pepe nero e cannabis.

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Il bicchiere viene affumicato in diretta bruciando la cannabis, per dare quel sapore torbato al cocktail.

Foto Alice Gemignani

Tecnica mixology
Throwing (versare gli ingredienti da un “vaso” all'altro, da un vaso tenuto in alto a un altro tenuto il più in basso possibile).

Non avevo mai bevuto il fumo di cannabis.

Quinto cocktail

Cocktail alla cannabis light e sidro

Sidro di mela, orzata alla cannabis OG Kush (thc 0,5 – cbd 9%). Foto Alice Gemignani

Sidro di mela, orzata alla cannabis OG Kush (thc 0,5 – cbd 9%), rum scuro, marmellata di cannabis. Servito in un bicchiere Tiki Totem di ceramica verde, direttamente dalle Isole Marchesi in Polinesia. Un cocktail che sballa come il gioco Jumanji o per bere come un Maori.

Questi 5 cocktail alla cannabis potevano essere fatti ovunque: nello scantinato di casa nostra, nel parchetto più fico della zona, nello speakeasy più hipster di Rovigo. Invece Paolo Azzimonti e Vincenzo Coppola hanno scelto un posto dove si cucina la tradizione siciliana, ma da cui può partire un trend davvero innovativo.

Il sapore della cannabis light è portentoso, è come se una nuova erba come la salvia, il basilico o il dragoncello entrassero improvvisamente nei nostri ricettari: non saremmo pazzi dalla gioia? Sembra di essere tornati ai tempi della scoperta dell'America, momento in cui provenivano in Europa ingredienti spaziali come il cacao, il pomodoro e la patata.

Ora è arrivato il momento di bere cannabis (light).

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