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regno unito 2017

Le elezioni in Regno Unito sono state un mezzo casino

Alla fine May ha vinto di poco e Corbyn ha recuperato molti voti: in pratica adesso nessuno ha una maggioranza, e il primo ministro si è indebolito parecchio.
Grab via Twitter

Lo scorso 18 aprile Theresa May, il primo ministro Conservatore che aveva succeduto David Cameron dopo la sconfitta della Brexit, aveva chiamato il Regno Unito alle elezioni anticipate—le cosiddette snap elections—forte di un vantaggio che sembrava indiscusso.

Lo scopo di questa accelerazione—si era già votato nel 2015—era sostanzialmente uno: presentarsi ai negoziati per la Brexit, che entreranno nel vivo il 19 giugno, con un governo quanto più forte e stabile possibile.

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Oggi sappiamo che questa tattica si è rivelata un errore politico, i cui effetti sono destinati a farsi sentire a lungo: Theresa May ha sì vinto le elezioni, ma con una maggioranza che non le permette di governare da sola e che vede il partito Conservatore perdere seggi in parlamento.

Al secondo posto si sono posizionati invece i Laburisti di Jeremy Corbyn, vincitore morale di queste elezioni.

I risultati

Update 10:40am: Latest seat totals by party — BBC Election (@bbcelection)9 giugno 2017

Il partito che ha preso più voti è quello Conservatore, guidato dall'attuale primo ministro May.

Quando manca ancora un seggio da scrutinare, i Tories hanno ottenuto il 42,4 percento dei voti, equivalenti a 318 seggi: sono solo 8 in meno rispetto ai 326 che servivano per avere la maggioranza assoluta, ma ben 12 in meno rispetto a quelli che aveva fino ad oggi.

Per questo, e per il fatto che il limite della disfatta era stato fissato da May stessa a sei seggi persi, le elezioni vengono considerate politicamente perse.

If I lose just six seats I will lose this election and Jeremy Corbyn will be sitting down to negotiate with Europe: — Theresa May (@theresa_may)20 maggio 2017

Al secondo posto si è posizionato il partito Laburista, che con Jeremy Corbin ha preso il 40 percento dei voti, guadagnando 261 seggi—31 in più rispetto a quelli che occupano attualmente. Un risultato che solo un mese fa, quando Corbyn si trovava a 20 punti percentuali rispetto a Theresa May, era del tutto insperato.

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Se al terzo posto e quarto posto, nettamente distanziati dai primi due partiti, si trovano rispettivamente i LIbDem e il partito Nazionale Scozzese, uno dei dati da registrare è sicuramente la totale scomparsa del partito di estrema destra dell'UKIP.

Con neanche il due percento dei voti, ha perso infatti l'unico seggio di cui disponeva, registrando un crollo in tutto il paese.

May has failed. She absolutely has to go. — Nigel Farage (@Nigel_Farage)9 giugno 2017

Del resto, il partito per anni ha puntato tutte le sue energia sulla Brexit e oggi sembra aver esaurito la sua ragion d'essere, nonostante l'attivismo di Farage che stanotte ha annunciato di voler tornare in prima linea nel partito.

Intanto proprio stamattina il leader del partito, Paul Nuttal, si è dimesso.

L'affluenza è stata del 68,7 percento, la più alta dal 1997. Dai primi dati, sembra inoltre che rispetto alle elezioni di due anni fa sia sensibilmente cresciuta la partecipazione dei giovani—che avrebbero votato in grandissima maggioranza per i laburisti.

Le reazioni

Nonostante di fatto sia stato sconfitto, il vincitore morale di queste elezioni è sicuramente Jeremy Corbin, che neanche un anno fa vedeva la sua leadership seriamente in bilico e che oggi ha portato il suo partito a un risultato sorprendente.

Jeremy Corbin ha infatti ha commentato il risultato come fosse una vera e propria vittoria, mostrando entusiasmo per i seggi guadagnati e per quella che ritiene essere l'espressione di una volontà di cambiamento nella politica: "Le persone hanno detto chiaramente di averne abbastanza delle politiche di austerità," ha spiegato.

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Come c'era da aspettarsi, ha poi attaccato la sua avversaria, ripetendo più volte dovrebbe dimettersi: "Ha perso seggi, ha perso voti, ha perso sostegno e fiducia. Direi che tutto ciò è più che sufficiente per farle lasciare il suo posto."

Dal canto suo, Theresa May, che è apparsa piuttosto scossa e insicura durante il discorso con il quale ha commentato la vittoria, ha dichiarato che il paese ha bisogno di stabilità, e che avendo ottenuto il più alto numero di voti e di seggi, il partito Conservatore è tenuto a garantirla.

E adesso?

Nonostante anche all'interno del suo partito si siano sollevati dei dubbi sul suo mandato, May non sembra aver alcuna intenzione di dimettersi e sta per esser ricevuta dalla regina per ottenere il permesso per la formazione del nuovo governo.

In queste ore, infatti, May avrebbe già trovato un'intesa per raggiungere un governo di maggioranza con il Democratic Unionist Party (DUP)—partito dell'Irlanda del Nord conservatore e pro-Brexit, che con circa l'1 percento dei voti presiede 10 seggi.

Quindi, nonostante le pressioni del paritito Laburista e la palese sconfitta che deriva da queste elezioni, Theresa May proverà a formare un governo—anche se ben lontano da quello "strong and stable" che garantiva alla vigilia e con cui voleva condurre i negoziati per la Brexit.

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Foto: grab via Twitter