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HAITI

I violenti scontri di Haiti dopo le dimissioni del presidente Martelly

Ieri il presidente di Haiti, Michel Martelly, si è dimesso. Non essendoci un successore pronto a sostituirlo, si è creato un vuoto di potere che ha dato il via a una serie di violenti scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti.
Photo par Zachary Rockwood/VICE News

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Sabato il presidente di Haiti, Michel Martelly, si è dimesso. Non essendoci un successore pronto a sostituirlo, si è creato un vuoto di potere che ha dato il via a una serie di violenti scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti.

"Martelly se ne andrà, ma Haiti resterà," ha detto il presidente nel discorso d'addio pronunciato nel pomeriggio, parlando di sé in terza persona. "Se qualcuno pensava di attaccare Martelly, stava in realtà attaccando tutto il paese."

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Martelly ha poi concluso il suo commiato pubblico dicendo: "Che Dio vi benedica e protegga Haiti, Aybobo," - una parola di origine creola che vuol dire "amen" o "alleluia" - prima di riconsegnare simbolicamente la fascia del potere al presidente del parlamento.

Intanto, il ballottaggio per stabilire il successore di Martelly è stato rinviato a data da destinarsi, per timore del ripetersi dei brogli riscontrati al primo turno di votazioni.

Sabato, a meno di 24 ore dalla fine del mandato quinquennale di Martelly, il parlamento di Haiti ha stipulato un accordo per poter nominare un presidente pro-tempore che possa rimanere in carica per quattro anni.

Foto di Zachary Rockwood/VICE News

Nella sua 'vita precedente', Martelly era un famoso cantante pop attivo sotto il nome d'arte di Sweet Micky. Eletto nel maggio 2011, Martelly non ha potuto ricandidarsi: la costituzione di Haiti non prevede infatti che il presidente possa rimanere in carica per due mandati consecutivi. E il primo turno delle votazioni indette per eleggere il suo successore è stato caratterizzato da brogli ed episodi di violenza, dando vita alla situazione attuale.

Il caos politico - unito alla povertà e agli altri problemi che affliggono la nazione caraibica - ha scatenato un'ondata di proteste nella capitale, Port-au-Prince, dove venerdì un uomo è stato lapidato a morte dai manifestanti.

Sabato, invece, VICE News ha visto centinaia di dissidenti scagliare pietre e blocchi di cemento contro le forze dell'ordine. La polizia ha risposto lanciando gas lacrimogeni e arrestando numerosi manifestanti. Le forze dell'ONU si sono occupate della protezione della piazza principale della capitale.

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Un uomo - con al braccio un braccialetto rosa, simbolo di sostegno a Martelly - è stato aggredito da un gruppo di persone ed è stato colpito in testa con un blocco di cemento. L'uomo ha perso molto sangue, ed è stato soccorso dalla polizia.

A supporter of the outgoing president of — Simon Ostrovsky (@SimonOstrovsky)February 6, 2016

Dal crollo del regime di Duvalier avvenuto negli anni '70, Haiti non è mai riuscita a formare una democrazia stabile. Colpi di stato e clamorosi brogli elettorali hanno macchiato il sistema politico del paese. A partire dal gennaio 2015 Martelly ha praticamente governato per decreto e da allora non è stato possibile organizzare né le elezioni parlamentari, né quelle locali.

Nel pomeriggio di domenica i manifestanti hanno inscenato un'imponente protesta fuori dal Palazzo Nazionale. Ancora una volta, gli agenti in assetto antisommossa hanno usato gas lacrimogeni per cercare di disperdere la folla, composta da un migliaio di persone.

1000s mass outside — Simon Ostrovsky (@SimonOstrovsky)February 7, 2016


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Tess Owen e Atoosa Moinzadeh hanno contribuito a questo articolo.