Foto di Etienne Rouillon
Segui VICE News Italia su Facebook per restare aggiornatoErano circa le nove e mezza di venerdì sera quando una ragazza e la sua amica si sono sedute vicino alle vetrine del Le Petit Cambodge, nel 10e arrondissement parigino. Non dovevano trovarsi lì, avevano cambiato idea proprio all'ultimo minuto.All'improvviso una raffica di colpi da fuoco ha attraversato le vetrine. Le due si sono gettate a terra, sotto il tavolo, ad aspettare. Non hanno visto gli attentatori.La ragazza, 24 anni, dice di aver sentito il suono di quando le pistole vengono ricaricate, e che si sono diretti verso di lei e gli altri commensali. Ha visto colpire la donna di fianco, sommersa da un mare di sangue. Più tardi, sarebbe stata portata via in ambulanza.A sparatoria conclusa, poco dopo, lei e la sua amica si sono messe in piedi e sono scappate. Sono state le prime a farlo."È stato istintivo," ha spiegato a VICE News la ragazza, che non vuole si riveli il suo nome. "Era come se nessuno potesse far nulla. Non riuscivo a pensare a cosa fare, se non ad alzarmi e scappare."È arrivata sana e salva a casa, e ha riposato per un ora. "Ho preso qualche antidolorifico, i miei livelli di adrenalina sono balzati alle stelle per tutta la notte." Oggi si sente più imbambolata che altro, e più distaccata ogni volta che racconta la storia di cosa è successo. "Non sentirmi triste mi rende ancora più triste. Sono confusa, ma percepisco la devastazione."Leggi anche: Cosa sappiamo finora sugli attentati di Parigi, per puntiDi fronte a Notre-Dame o alla Torre Eiffel, o vicino Louvre, i turisti scattavano selfie come al solito, pur essendo circondati da soldati di pattuglia in stato di allerta. Nel resto della città, le strade erano vuote e praticamente prive di traffico—cosa anomala, per essere un sabato pomeriggio parigino.Vicino Place Vendôme, non lontano dal Louvre, le cose sembravano andare avanti normalmente, con strade trafficate, bambini in bici, e gente fuori, seduta a prendere il caffè.La 24enne dell'attacco al Petit Cambodge ha vissuto a Parigi per 18 mesi, ed era qui anche durante gli attacchi di gennaio. Non pensava potesse succedere di nuovo, né di aver paura di vivere a Parigi. "Sembra una strana coincidenza, come se non fosse davvero la mia vita. Sono semplicemente scioccata."Questa volta—aggiunge—Parigi sembra effettivamente diversa, rispetto ai fatti di Charlie Hebdo."C'è più trepidazione stavolta. La gente capisce cosa vuol dire, ora—forse prima non lo avevano fatto. Stavolta è diverso."Foto di Etienne RouillonL'esercito pattuglia la piazza della cattedrale di Notre-Dame, che ospita centinaia di turisti.
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"Non c'è più niente da fare per noi qui," ha spiegato un turista francese a VICE News. Quella notte è stato avvertito da un amico al telefono, e ha deciso di restarsene chiuso in albergo con sua moglie. Stanno cercando di tornare a casa vol prossimo volo.Nei luoghi dell'assalto di venerdì notte regna il silenzio—eccetto che per l'area del Bataclan, dove giornalisti da tutto il mondo si sono accampati e stanno inviando le loro corrispondenze. Ciò che era un bar o un ristorante il giorno prima, il giorno dopo è diventato un posto di raccoglimento e dolore. Qualcuno piangeva, altri lasciavano fiori e candele. I buchi dei proiettili nelle vetrine dei cafè parlano ancora di violenza e attacchi coordinati.Leggi anche: Perché lo Stato Islamico ha attaccato Parigi — e cosa potrebbe succedere adessoI bus della polizia attraversano una Parigi immobilizzata. Molti negozi erano chiusi, e i pochi aperti non erano granché trafficati. Ogni tipo di assembramento o manifestazione pubblica è stata fortemente proibita dalle autorità per ragioni di sicurezza. Malgrado ciò, alcuni parigini si sono riuniti in Place de la République, la stessa piazza nella quale non meno di un anno fa la gente si è ritrovata in segno di solidarietà dopo gli attacchi a Charlie Hebdo. In questo posto ormai simbolico, ignoti hanno scritto sul muro il motto della città in latino: "Fluctuat nec mergitur," naviga e non affonda.'Era come se nessuno potesse far nulla. Non riuscivo a pensare a cosa fare, se non ad alzarmi e scappare.'
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