Taylor Swift ha bisogno di una pausa di riflessione

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Taylor Swift ha bisogno di una pausa di riflessione

La pop star ha sempre evitato di parlare di politica, ma negli Stati Uniti di Trump non c'è più spazio per i suoi drammi personali.

Taylor Swift non ha detto niente l'anno scorso. Mentre l'America cominciava a cedere sotto il peso della candidatura presidenziale di un narcisista fuori di testa chiamato Donald Trump, la famosissima e influente cantante è rimasta in silenzio. Anche quando Trump ha dimostrato ti trovarsi in diretta opposizione ai diritti LGBTQ, ai valori del femminismo e a varie altre cause che Swift ha, perlomeno in modo tangenziale, supportato, non ha aperto bocca. L'unica volta che si è avvicinata vagamente a parlare di politica è stato il giorno delle elezioni, quando ha instagrammato una foto di sé in fila al seggio elettorale con la didascalia: "È il momento. Uscite e VOTATE". Ha anche inserito l'emoji della bandiera americana, ma senza esprimere alcuna preferenza. Anzi, in un momento in cui la sua fedele armata di milioni di fan era pronta ad ascoltare, lei ha semplicemente sorriso senza parlare.

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Ci sono un paio di teorie sul perché Swift si è tenuta per sé le proprie idee politiche. Molti hanno ipotizzato che sia segretamente conservatrice, che nel privato ha sposato i valori del Make America Great Again. Questa teoria è certamente la benvenuta dai trumpiani suprematisti bianchi e neonazisti d'America, che hanno preso il suo rifiuto di denunciare il programma politico di Trump come tacito sostegno. Siti che sostengono la supremazia bianca come il Daily Stormer hanno adottato Swift nel ruolo di dea ariana visto che, con i suoi capelli biondi e occhi azzurri, sembra la popstar dei sogni di Hitler.

Un'altra teoria ipotizza che il suo silenzio sia volto a proteggere i suoi interessi. Swift è, prima di tutto, una donna d'affari. Ogni sua mossa è frutto di una decisione calcolata per raggiungere il pubblico più ampio possibile e per vendere il suo brand, una strategia che le ha guadagnato un patrimonio netto di oltre 250 milioni di dollari. Buttarsi in politica non farebbe altro che alienare parti della sua fan base. Perché esprimersi contro Trump quando i suoi seguaci sono clienti paganti come tutti gli altri? Perché distanziarsi dalle organizzazioni razziste quando anche loro ascoltano le tue canzoni in streaming? Le loro svastiche saranno anche rosse, ma i loro dollari sono verdi come tutti gli altri.

Fatto sta che Swift non ha detto nulla per tutto il 2016, né sui social media, né ai concerti, né nei testi. Le altre pop star si sono esposte contro l'aspirante fascista Trump, o perlomeno hanno dato il proprio supporto per la sua avversaria Hillary Clinton. Da Madonna a Bruce Springsteen fino alle coppie d'oro Jay Z/Beyoncé e John Legend/Chrissy Teigen, tutti hanno fatto sentire la propria opinione. La sua amica/nemica Katy Perry ha anche scritto un inno pro-Clinton. Ma la voce di Swift continuava a non unirsi al coro. Le celebrità non hanno alcun obbligo ad esprimersi politicamente, naturalmente, e in alcuni casi fanno bene a restare zitte invece di aprire la bocca e rivelare la propria abissale ignoranza (se volete scoperchiare un vaso di Pandora, cercate pure su Google "celebrities + all lives matter"). Ma Swift aveva un potere unico durante le elezioni del 2016. È una delle maggiori pop star del mondo, se non la maggiore, e la sua fan base è composta in gran parte da donne, una categoria demografica che ha votato Trump al 53 percento, nonostante il suo curriculum di misoginia lungo una vita, la registrazione in cui si vanta di afferrare le donne per la fica e i suoi svariati commenti incestuosi su sua figlia tipo "se Ivanka non fosse mia figlia, forse saremmo fidanzati". Non c'è modo di affermare con certezza che una condanna da parte di Swift avrebbe cambiato il corso dell'elezione, ma la sua immagine ultra-americana avrebbe avuto un impatto sugli stati centrali che le celebrità liberal delle grandi città sulla costa non possono sicuramente raggiungere. Se non altro, le altamente protettive Swifties se la sarebbero presa con il Presidente Twitter che, non c'è alcun dubbio, avrebbe scritto 140 caratteri di veleno diretto al loro idolo nel giro di un'ora. Il tweet si scrive da solo: "Taylor Swift, che si dice sia molto sopravvalutata, mi attacca per vendere qualche disco in più dopo essere stata lasciata da Calvin Harris. Che tristezza!"

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Non ha senso fare ipotesi sull'impatto diretto che Swift avrebbe potuto avere sull'elezione, però, perché quello che è fatto è fatto, e ora siamo incastrati con una presidenza Trump in cui ogni giorno gli americani si trovano davanti un inferno sempre più angoscioso e imbarazzante. I livelli di stress e ansia post-elezioni sono cresciuti drammaticamente in tutta la nazione e per persone di ogni orientamento politico, bloccate sul sedile posteriore di un'auto guidata a tutta velocità da un pericoloso e sottoqualificato imbonitore con un cappellino rosso. Gli americani temono di perdere l'assicurazione sanitaria, di essere deportati e di venire polverizzati da una bomba atomica nordcoreana in caso l'ugualmente instabile Kim Jong Un venisse irritato da Trump, un uomo che non è stato in grado nemmeno di incontrare i Boy Scout senza scazzare in modo così esplicito che la stessa organizzazione ha dovuto scusarsi pubblicamente. Lo scontro ideologico è diventato particolarmente violento di recente. I razzisti si sono sentiti tanto sicuri da marciare orgogliosamente per le strade ed è scoppiata la violenza tra loro e chi ha tentato di opporsi. È stato versato sangue, una vita è stata sacrificata.

È in mezzo a questa pentola a pressione nazionale che potrebbe esplodere in ogni momento che Swift ha deciso di tornare con nuova musica, dando al mondo la possibilità di dare un'occhiata a ciò che ha occupato i suoi pensieri nel corso dell'ultimo anno mentre il mondo attorno a lei bruciava. E, sorpresa: si tratta soltanto di sé.

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La scorsa settimana, ha annunciato il suo ritorno con un paio di video di dieci secondi che ritraggono un serpente in CGI, un'anticipazione particolarmente maldestra di un tentativo di farsi ritrarre come antagonista pronta a colpire chi ha sgarrato, buttando dalla finestra tutte le stronzate tipo "haters gonna hate/chi se ne frega" con cui l'ha menata per un anno fuori dalla finestra. Subito dopo è arrivato l'annuncio ufficiale del suo sesto album, Reputation, con Swift in copertina drasticamente ri-brandizzata in senso cattivo. Rossetto scuro, collana stretta e maglietta strappata, questo personaggio minaccioso le si addice nello stesso modo comico di Olivia Newton John che fuma una sigaretta indossando un giubbotto di pelle in Grease.

Poco dopo il lancio è arrivato il singolo, "Look What You Made Me Do". Ma non è chiaro che cosa Taylor sia stata costretta a fare, visto che la canzone è, per citare uno dei figli deficienti del Presidente, un nienteburger. Dal punto di vista del testo, le manca l'indirizzo specifico di un diss, l'obiettivo è vago perché l'ascoltatore debba indovinare a chi, nella sua ampia scuderia di rivali, è rivolta la canzone—Katy Perry, Kanye West, Nicki Minaj, la stampa, scegliete voi. È tanto generica che l'ascoltatore può anche proiettare le proprie vendette personali sulle sue parole, come ha fatto il giornale-spazzatura di destra Breitbart dopo l'uscita della canzone, twittando le parole della canzone insieme ai link ai loro post. È difficile dire come un sito con un background di posizioni xenofobe possa interpretare un verso come "Non mi piacciono le chiavi del tuo regno, una volta appartenevano a me. Mi hai chiesto un posto per dormire, mi hai chiuso fuori e organizzato un banchetto", ma possiamo provare a immaginarlo.

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È il video di "Look What You Made Me Do" a svolgere il lavoro sporco per conto di Swift, esibendo strati su strati di riferimenti visivi ai suoi nemici. Alcuni sono frivoli, come quando lei tiene in mano un Grammy pettinata alla Katy Perry, facendo intendere che lei ne ha vinti dieci mentre Perry nemmeno uno. In altri momenti sono più maliziosi e cattivi, come la sequenza in cui si trova in una vasca piena di gioielli (valore stimato: 12 milioni di dollari), facendo il segno della pistola con le dita, che sembra un riferimento alla scena descritta da Kim Kardashian lo scorso ottobre a Parigi quando è stata derubata dei suoi diamanti sotto minaccia di una pistola mentre i criminali la costringevano a restare dentro la vasca da bagno.

Questa è la bolla auto-ossessiva in cui vive Swift. In un clima culturale pieno fino all'orlo di problemi seri e pressanti, lei usa la sua enorme influenza per rivangare vecchi rancori di cui pensa che il mondo aspetti con ansia la risoluzione, completamente inconsapevole delle vere preoccupazioni della gente reale. Invece di evolvere come artista ed essere umano, si crogiola in antipatie e lotte con altri milionari che il pubblico avrebbe forse potuto apprezzare nel 2015, ma che oggi sono semplicemente fuori luogo. È facile dire che Reputation arriva in ritardo di due anni che Swift è bloccata nel passato, ma non è proprio così. È bloccata nella Dimensione Taylor, un piano dell'esistente alternativo in cui lei è il centro perpetuo dell'universo.

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La cosa particolarmente egoistica dell'uscita di Reputation è che, per quanto l'anno scorso sia stato orrendo, l'unico effetto positivo che ha avuto è stato di spingere molti artisti a promuovere cause meritevoli e tentare di dare il proprio contributo a un cambiamento sociale positivo. Anche artisti che hanno sempre tenuto per sé le proprie convinzioni sono stati spinti all'azione. Il fronte era così unito contro Trump che questi ha fatto fatica a trovare qualcuno che suonasse alla sua cerimonia di insediamento e si è dovuto accontentare di morti viventi tipo i Three Doors Down. Ma ora quella forza si viene eclissata dalla nube di fumo tossico emanata dalle industrie Swift. La sua stessa presenza toglie l'aria al resto dell'industria musicale e, con quasi tre mesi di promozione davanti a sé, monopolizzerà la stampa per tutta la stagione natalizia, fino al 2018.

L'avanzata della Corazzata Swift è già cominciata con alcuni accordi di sponsorizzazione fondamentali. Si è associata a Ticketmaster #VerifiedFan per incoraggiare i fan a partecipare in "attività" che aumentano le loro possibilità di acquistare biglietti per i concerti. Ma in "modo veramente divertente". Queste attività, naturalmente, comprendono dichiarazioni di lealtà alla sua #squad, perlopiù sotto forma di soldi. I fan possono comprare t-shirt e anelli d'oro a forma di serpente o pre-ordinare l'album per ufficializzare la propria fedeltà alla Regina Taylor. Ha anche un accordo con UPS per assicurarsi che la gente compri copie fisiche dell'album. Anche Target offre una versione esclusiva del disco che include due riviste da collezionare.

Questa guerra lampo commerciale attentamente organizzata frutterà a Swift milioni di dollari. "Look What You Made Me Do" ha già infanto i record YouTube e Spotify per il lancio più ascoltato della storia. Questo è il motivo per cui lei non ha interesse ad agitare le acque con la politica. Il dramma è il prodotto fondamentale dell'azienda Taylor Swift, e gli affari vanno bene. Come CEO della Dramma SPA, deve prestare attenzione al suo profitto, ma, invece di prendersela con il bersaglio più grande, Donald Trump, ha deciso di continuare a prendersela con i più piccoli, con cui non rischia nulla.

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