Biennale di Venezia

Guarda Banksy trollare ancora una volta l'arte—e mandare un messaggio su Venezia

Il suo video ricorda che a Venezia le navi, su tela o meno, devono sloggiare.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
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Immagine via Instagram/Banksy.

Ieri Banksy ha pubblicato un video geolocalizzandosi a Venezia, avvalorando ulteriormente l'ipotesi che lo stencil di un bambino con un giubbetto di salvataggio apparso qualche giorno fa in città fosse suo.

Nella clip si vede l’artista montare uno stand per strada, su cui poggiano diversi quadri che compongono una gigantesca nave da crociera.

“È veramente bello, anche più bello di quello che abbiamo visto alla Biennale,” commenta una signora. “Le navi da crociera possono andare a navigare, ma questo è un mostro!,” dice un'altra passante. Finché non si arriva alla scena clou del video: due agenti della polizia locale chiedono a Banksy di smontare la bancarella, dopo aver appurato che non aveva nessuna autorizzazione.

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Al video, Banksy ha allegato anche questa descrizione: “I preparativi per la mia bancarella per la Biennale di Venezia. Sebbene si tratti del più grande e prestigioso evento d’arte al mondo, per qualche motivo io non sono mai stato invitato.”

Senza girarci troppo intorno, le critiche mosse dall’artista (la cui identità è ancora ignota) sono due. La prima, una delle sue costanti, riguarda il mercato dell’arte, il suo sistema blindato basato su valutazioni alle volte pensate a tavolino. Senza dimenticare il fatto che molto spesso le esposizioni delle sue opere o le messe all'asta vengano fatte a sua insaputa. Chi ricorda del momento in cui qualche mese fa nella casa d’aste Sotheby’s a Londra una sua opera si è "autodistrutta" appena è stata venduta? La seconda critica, che è anche la più evidente, riguarda il disagio provocato dalle grandi navi da crociera che attraversano la Laguna, e soprattutto le conseguenze che provocano sull’ambiente: l’opera, per l’appunto, si intitola 'Venice in oil.'

Sulle questioni ambientali si era espressa anche tempo fa l’UNESCO, che ha chiesto più volte di “limitare l’accesso di grandi navi da crociera in aree culturalmente ed ecologicamente importanti, con particolare riguardo a Venezia e la sua laguna, meta delle escursioni di circa trecento imbarcazioni di grandi dimensioni ogni anno.” Arrivando a intimare la rimozione della città dai patrimoni dell’Umanità. Sulla questione si è pronunciato anche il ministro delle infrastrutture Toninelli, che però ha rimandato la questione a data da destinarsi.

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“Vogliono ormeggiare le navi gigantesche da 350 metri con migliaia di persone a bordo in mare. Folli. Questi sono fuori di matto, non votateli,“ ha dichiarato lo scorso febbraio il sindaco Brugnaro. Che recentemente è tornato sulla questione: “Abbiamo chiesto in tutti i modi, ci bastava pulire il Vittorio Emanuele per non fare più passare le navi. Il ministro [Toninelli] ci faceva una bella figura e insieme a lui tutto il governo”.

‘Venice in oil’ sarebbe quindi la seconda opera di Banksy apparsa a Venezia, e la quarta in Italia, se si contano la Madonna con la pistola e la Santa Teresa a Napoli.

In ogni caso, la metafora del video-performance è piuttosto evidente: “a me fate sloggiare, invece le navi possono rimanere indisturbate.”

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