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Performance

La luce si piega insieme alla ballerina in questa incredibile performance a proiezione mappata

Questa ballerina ci conduce in un viaggio visivo al confine tra il sogno e la realtà.

All'interno di un cubo formato da veli semitrasparenti, una ballerina ci porta in un viaggio visivo all'interno di uno spazio tridimensionale al confine tra il sogno e la realtà. Hakanaï è una performance digitale di Adrien M / Claire B che ha debuttato il 17 marzo 2015 al Fishman Thatre di Brooklyn. La performance combina proiezione mappata, CGI e sensori per reagire dinamicamente ai movimenti e alla vicinanza della performer. Gli effetti visivi e i suoni sono generati e animati in tempo reale, offrendo una performance diversa per ogni iterazione dell'installazione.

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© Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels

Il fascino di questa installazione sorge dallo scambio che avviene tra la ballerina e la complessa tecnologia che rende possibile la performance. Mondot e Bardainne solitamente trovano nel regno della matematica e della teoria l'ispirazione per i loro lavori, ma questa volta si sono affidati allo studio empirico del mondo.

Abbiamo parlato con il duo delle ispirazioni visive e dell'approccio computazionale usato per Hakanaï, e su quali siano le loro prospettive sull'unione tra tecnologia e arte.

Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels

The Creators Project: Mi ha colpito in modo particolare il tipo di tecnologia usato in modo non tradizionale. Potreste spiegarci le tecniche che avete utilizzato?

Adrien Mondot (AM): Abbiamo sviluppato un software—nel 2006—per il movimento di oggetti, basato su modelli fisici. Sono stato un giocoliere e lo sono ancora.. Ho avuto l'ispirazione dal modo in cui le palline si muovono nell'aria, come, quando un oggetto ha massa, puoi applicare certe forze a esso. Quindi ho sviluppato un software chiamato eMotion—che potete scaricare dal nostro sito. Lo scopo di questo progetto è costruire un'interazione tra oggetti virtuali e dati reali..

Claire Bardainne (CB): Per creare l'interazione usiamo sensori, tablet grafici e controller per manipolare le immagini mentre osserviamo i ballerini. È come uno spettacolo di burattini digitale.

AM: Crediamo che i sensori non possano rilevare ogni cosa. Ai sensori manca l'immaginazione. E crediamo che usare sia i sensori che l'interazione umana, come nei burattini, è un buon modo per rendere le cose più vive…più sensibili..

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CB: Sempre in un modo non artificiale. C'è sempre il tocco umano. La vista e il movimento.

È un processo generativo…

CB: Ogni cosa è generata e animata in tempo reale. Non ci sono registrazioni. Ogni cosa avviene live.

Create uno spazio tradizionale tra qualcosa di fisico, come l'arte del giocoliere, e la programmazione. No?

AM: Parla del modo in cui si ha un'interazione con un oggetto reale…aspetta, ti faccio vedere!

[Mondot se ne va.]

Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels

CB: Ti mostrerà come funziona! Ha iniziato a lavorare al software con cui lavoriamo perché voleva poter fare il giocoliere con oggetti digitali nello stesso modo in cui lo fa con oggetti fisici.

[Mondot torna con una palla da giocoliere semi trasparente.]

AM: Questa è giocoleria!

[Lancia e fa girare la palla elegantemente con i suoi gesti.]

AM: Come potete vedere, abbiamo l'interazione tra me e la palla. Io voglio che, quando manipoliamo oggetti virtuali, ci sia la stessa intuizione su come le cose si muovono.

CB: E ci piacciono anche le illusioni ottiche. Ci piace questa sensazione di realtà e di virtualità. Non sai se è reale o no. Ci piace manipolare la realtà.

AM: Ci piace creare immagini che eccedano l'ordinario.

CB: E ci piace creare immagini in ambienti diversi. Non sono normali immagini i video, sono vivi.

Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels

Potete dirci qualcosa sul contenuto e la forma? Cosa significa la parola Hakanaï per questa performance?

CB: È un'antica parola giapponese che significa etereo, transitorio, fragile, e qualsiasi cosa non sia possibile afferrare. È l'unione tra l'essere umano e i suoi sogni. È uno spettacolo fatto di haiku che cercano di spiegare questa parola.

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AM: Abbiamo scoperto questa parola per caso! Non esiste una parola in francese o in inglese che si avvicini al significato di Hanakai.

Nei visual generati così naturali ed esteticamente eleganti vedo analogie con la natura e la scienza. Potete parlarci delle vostre ispirazioni?

AM: La nostra fonte di ispirazione è la natura. Osserviamo le molte cose che si muovono nel mondo, come una foglia di un albero cade in autunno..

CB: O un fiocco di neve in inverno, o le ragnatele…o le sinapsi.

AM: Il processo iniziale è l'osservazione. Poi passiamo al rimodellamento. Cerchiamo un' equazione matematica a livello fisico che renda in modo efficace.

CB: E poi scriviamo con l'immaginazione in movimento. Perché il movimento trasmette emozioni e cerchiamo di elaborare le performance con questo tipo di “immaginazione”. Con queste sensazioni.

AM: Per esempio, se creiamo un mondo e lo riempiamo come se fosse la foglia di un albero, il pubblico vedrà un mondo con un significato—il ruolo del mondo è proprio quello di avere un significato—ma vedrà anche l'emozione di quella foglia che cade.

Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels

Replicare un movimento del genere non deve essere semplice. Quanto tempo ci avete messo per produrre Hanakai?

CB: Due mesi, ma due anni!

AM: Tre mesi, e due anni!

CB: Molti anni per lo sviluppo del software e molti anni di prova.

Che cosa vi ha ispirato a creare una struttura cubica per la ballerina? L'allestimento sembra pensato nel minimo dettaglio.

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Inizialmente era un'installazione. Un'installazione interattiva che faceva parte di un'esposizione di 10 opere. Volevamo fare una performance per quel cubo perché è molto immersivo. Il pubblico intorno si fa coinvolgere dallo show. E dare anche l'opportunità di interagire con esso crediamo sia molto importante. Ci piace questa idea, di aprire lo spazio della performance all'interazione.

Avete posto un ponte tra arte e tecnologia davvero elegante. Vi considerate artisti o ingegneri?

AM: Per noi arte e tecnologia si compenetrano. Sono la stessa cosa. Pensiamo che la razionalità e la sensibilità possano essere due facce della stessa medaglia. E anche il mondo virtuale e la realtà sono due facce della stesa medaglia. Questa è la nostra realtà. Sì, ci piace costruire cose usando la scienza..ma la scienza non è il fine ultimo.

Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels

Romain Etienne / AMCB-Hakanai © Virginie Serneels