Insomma, un pezzo intimo e difficile. È un album brutale, RTJ3, ancor di più dei due che lo hanno preceduto. Un po' me lo aspettavo, dato che El e Mike lo hanno scritto mentre i loro Stati Uniti gli si disgregavano davanti agli occhi. Le strumentali di El-P sono storte, piene di rumori meccanici e riverberi apocalittici: i momenti di pace sono quasi inesistenti, forse solo il sassofono di Kamasi del pezzo di cui sopra. Le luci dei riflettori sono sulle percussioni meccaniche e l'arpeggio arrugginito di "Panther Like a Panther", sull'enorme contrasto tra bassi e melodia di "Legend Has It", nelle voci campionate che prendono il posto del cantante R&B di turno sulla maggior parte dei ritornelli. Resta che, invece di spingere sull'aggressività, sulla creazione di un campionario di canti di protesta e di scenari apocalittici, Mike ed El hanno fatto qualcosa di più complesso: hanno buttato fuori in forma di rap tutte le loro━le nostre, le mie━insicurezze.Le strade erano una giungla, prego perché tu ce l'abbia fatta,
Prego perché tu abbia fatto qualcosa per rimediare i ai tuoi errori.
Spero che tu sia cambiato, così che tua madre possa non conoscere mai questo dolore,
Così che il nome del mio amico possa essere qualcosa di più di quello di un negro ammazzato per una catena.
Sconfiggi il diavolo quando ti aggrappi alla speranza / Perché gente, la vita è bella / E non dobbiamo morire per qualcun altro / Mi rifiuto di uccidere un altro essere umano / In nome di un governo / Perché non studio più guerra, non odio i poveri / Il punto non è avere sempre di più / L'unica cosa che resta è l'amore / E allora quando mi vedrete, per favore / Salutatemi con un cuore pieno / E un ventello e un abbraccio."
E "Bumaye" vuol dire "Ammazzalo" in ghanese. La strofa continua con minacce alla famiglia Rothschild, a Bill Gates e "al fantasma di Steve Jobs" in nome di una ridistribuzione del reddito, prosegue con El che immagina universi paralleli dicendo di essere capace di spogliarsi alla svelta come "un papa pederasta" e si conclude con la voce più adatta a cantare le storture del 2016: il malatissimo lamento di Danny Brown, impegnato a disegnare immagini di unione ("Ammazzo il microfono con Killer Mike, giro blunt con El-P") e sbruffonerie liriche ai limiti del senza senso ("Le mie parole infettano tipo insetti incestuosi"). "Kill Your Masters", ultimo dei quattordici pezzi dell'album, non è la canzone migliore dell'album. Ma si chiude in un modo degno di nota: con una strofa di Zack de la Rocha dei Rage Against the Machine, già apparso nella loro "Close Your Eyes (And Count to Fuck)". I RATM non mi hanno mai toccato particolarmente, crescendo, principalmente in quanto sono un essere umano bianco, maschio e senza particolari difficoltà━e quindi non adatto a concepire automaticamente un "KILLING IN THE NAME OF" o un "BULLS ON PARADE" come qualcosa di più di "una frase che spacca". E invece sentire qua Zack tutto gracchiante che butta fuori linee tipo "Ma il flow è un vento bruciante che soffia verso la vostra costa / E ora siamo in gabbia perché abbiamo cavalcato le onde delle vostre esplosioni" mi sembra una grande prova di forza, un punto di collegamento con una tradizione che ha saputo dare forza a orde di persone confuse━soprattutto se contiamo quanto fallimentare sia stato l'esperimento Prophets of Rage.Un saluto ai padroni da parte delle masse fuori classe!
Eccoci qua, maschere da sci, picconi e asce per farvi il culo.
Alziamo i bicchieri al cielo mentre guardiamo i vostri palazzi bruciare,
Fascisti del cazzo, chi cazzo siete per dare cinquanta frustate?
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