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Tecnologia

Buon compleanno pecora Dolly!

Pur essendo festeggiata con gioia dalla comunità scientifica, Dolly ha inaugurato una nuova epidemia di bio-ansia e di assoluta paranoia pseudoscientifica.

La paranoia nei confronti delle biotecnologie ha iniziato a prendere piede con gli OGM. Il 5 luglio 1996, è nata in Scozia la pecora Dolly. Rivelata ufficialmente al pubblico solo un anno dopo, in seguito ad un'aggressiva campagna di segretezza, Dolly ha inaugurato una nuova epidemia di bio-ansia e di assoluta paranoia pseudoscientifica, pur essendo festeggiata con gioia dalla comunità scientifica. Una voce del mondo dei media paragonò la cosa all'invenzione della bomba atomica o al "Moon rocket," mentre altri si torcevano le mani ragionando sulle implicazioni del "giocare a fare Dio." Suona terribilmente familiare—e non in senso buono.

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Gli scienziati trepidavano all'idea di una nuova era di terapie e innovazioni farmaceutiche basate sui cloni—cose che salvano vite, no?—ma l'opinione pubblica frenò bruscamente davanti all'idea di creare cloni umani: versioni geneticamente immortali, catene di montaggio naziste, guerre di cloni. Il presidente Clinton impose subito un divieto sull'uso di fondi federali per qualsiasi attività legata alla clonazione umana. E un paio di anni dopo, George W. Bush proibì gran parte della ricerca sulle cellule staminali embrionali, esportata immediatamente in paesi esteri più accondiscendenti.

La pecora Dolly è morta dopo sei anni (nel 2003) per un cancro ai polmoni, dopo aver vissuto circa la metà degli anni che vive una tipica pecora Finn Dorset. Si trattava dell'ultimo di una lunga serie di problemi di salute, tra cui l'artrite, che indicava un invecchiamento precoce, anche se questa teoria è stata poi respinta. "Dopo Dolly, altri mammiferi—mucche, conigli, topi, gatti, capre e maiali—sono stati clonati," diceva il necrologio per Dolly pubblicato su Nature. "Ma il processo della riprogrammazione genetica sembra troppo complesso e randomico per essere controllato con sicurezza, e il suo tasso di successo non è migliorato granché dai tempi di Dolly—è stata l'unico adulto sopravvissuto su 277 tentativi."

La salma imbalsamata di Dolly è esposta al National Museum of Scotland.