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‘World of Warcraft’ ha un problema con gli stupri

Questo articolo è apparso originariamente su MOTHERBOARD Germania.

Quando Klara* arriva alla Taverna di Goldshire, comincia a intravedere dei nani spogliarellisti e degli elfi nudi. Si aspetta un po’ di cybersesso, delle chat erotiche, un po’ di gioco di ruolo. Ma ciò che incontra, invece, sono solo fantasie di stupro di pessimo gusto. “Oh yeah, sborra per tutti!” urla un nano nella taverna, posto da cui molti giocatori passano almeno una volta durante la loro avventura nell’enorme mondo fantasy online.

Il nano insegue un orco che corre attraverso la taverna. Pochi secondi dopo ecco apparire una chat: “Sei arrapata? Qual è il tuo numero?” Coloro che passano del tempo nella taverna possono incontrare rapidamente diversi tipi di personaggi, come gli elfi della notte, che scorrazzano per lo schermo indossando le loro lingerie e che annunciano rumorosamente in maiuscolo: “Ti scoperò finché non svieni!”

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Klara se ne va. Fuori ci sono diversi giocatori che la aspettano. Hanno circondato il suo personaggio mago e hanno cominciato a sputare fuori incantesimi che generano dei luccicanti globi bianchi nell’aria, un esempio di cybersesso non desiderato che si consuma nella taverna. Klara slogga. Cosa cazzo è appena successo? Ha appena scoperto la “Taverna dello Stupro” di World of Warcraft.

Il nome di Klara e il nome di tutti gli altri giocatori menzionati in questo articolo sono stati cambiati sotto loro richiesta perché temevano che altri giocatori li molestassero.

Un gioco di ruolo dentro un gioco di ruolo.

Nel seguire la storia dietro a questo articolo, e parlando a più di 40 giocatori in 21 server, abbiamo regolarmente assistito a scene di questo tipo nella taverna di Goldshire. Abbiamo anche visto dei giocatori che tentavano di ottenere delle foto reali e delle informazioni di contatto di altri giocatori.

In World of Warcraft questo luogo è considerato la capitale non ufficiale degli scambisti del famoso gioco di ruolo online. Ogni giorno, migliaia di giocatori si incontrano qui e fanno sesso nei panni di elfi, orchi o panda. Tutto via chat. Non è strano che i personaggi si svestano fino a indossare soltanto la loro biancheria, fondamentale per creare la giusta atmosfera, ha spiegato a Motherboard il giocatore di WoW Frank. Frank visita la Taverna di Goldshire — come la chiamano i locali — dal 2009. Di solito gioca sui cosiddetti “server role-playing,” pensati per colori che vogliono giocare di ruolo e considerati la casa della comunità erotica di WoW. Sui server normale, la taverna di solito è vuota ed è visitata soltanto da coloro che ci passano per caos.

“Nessuno sa davvero quando è cominciato tutto. Ma so che quando ho cominciato io a giocare, la gente già faceva cybersesso qui,” ha spiegato. “Allora era ancora importante scegliere con attenzione le proprie parole e rispettarsi vicendevolmente, per mantenere un certo livello di decoro. C’era una vera e propria cultura erotica qui. Ma ora la maggior parte delle persone se ne infischiano e basta.”

Fa riferimento a un fenomeno di cui ci siamo accorti la prima volta che abbiamo visitato Goldshire: il tono e il comportamento generale dei giocatori è eccezionalmente aggressivo nel bar. Mentre parlavano a Motherboard, gli habitué del posto si riferimento alla Taverna di Goldshire chiamandola semplicemente la “Taverna dello Stupro”, inserendo qualche faccina ammiccante qui e lì.

Durante la performance di striptease di uno giocatori, un’elfa ci racconta di un habitué che l’ha molestata in diverse occasioni. Nonostante ciò lei torna sempre perché qui incontra diversi amici. Screenshot via Blizzard

Un giocatore di WoW ci ha dato la mail della 26-enne Klara, che ha cominciato a frequentare le chat erotiche online quando era ancora una teenager. Oggi viene pagata per essere una escort virtuale nei server di Second Life. È attraverso questo lavoro che ha conosciuto la community erotica di World of Warcraft, e l’ha voluta esplorare da sola.

“Doveva essere un pomeriggio piacevole. Ho creato un mago e sono andata diretta a Goldshire. La taverna era piena. I visitatori o erano nudi o indossavano strani costumi. Non ho mai visto così tanti seni viola. Pensavo di essere finita in un club del sesso reale,” ha spiegato Klara. Dopo qualche minuto, diversi visitatori della taverna le hanno inviato messaggi pubblici e privati. “Mi è stato chiesto se volessi fare sesso. Non è stato poi così sorprendente, quindi ho chiesto quali fossero le regole, un’usanza tipica che ho appreso durante il mio lavoro su Second Life.” Diversi giocatori mi hanno spiegato che gran parte dell’erotismo gira attorno alle “animazioni,” non tanto alle lunghe e sensuali descrizioni dei momenti intimi, come succede in Second Life.

I giocatori hanno cominciato a suggerire quale animazioni usare, e hanno cominciato a rappresentare il sesso attraverso diverse animazioni di magia, di battaglia o di danza. “L’ho trovato abbastanza banale, quindi me ne sono andata, ma ho rapidamente capito che un gruppo di loro mi stava seguendo.” La scena è finita in maniera piuttosto disturbante: “Una ragazza voleva davvero fare un 69 con me mentre alcuni paladini guardavano e simulavano un’eiaculazione attraverso degli incantesimi che lanciano della luce bianca.” Klara ha risposto con un “no!” molto chiaro, a cui i giocatori hanno risposto circondandola e molestandola ulteriormente.

Klara è sfuggita alla situazione sloggando e ritirandosi dal gioco. “Ho cancellato il mio personaggio, e non sono mai rientrata nel gioco,” ha detto.

“Non riceviamo alcun aiuto!”

Scene come quella che Klara ha descritto sono apparse spesso durante la nostra indagine. Mentre scrivevo le mie domande nella chat box di WoW, diversi avatar mezzi nudi si strusciavano addosso alla nostra femmina umana. Ci è stato chiesto quanto “costasse una sessione,” e se “scopassimo per soldi” anche nella vita reale, e quanti anni avessimo. Abbiamo deciso di uscire dalla taverna, ma alcuni giocatori ci hanno seguito fuori.

Più tardi, ho appreso in una discussione con alcuni avventori che è “molto eccitante” quando una vittima scappa perché è come uno stupro reale. Cacciare le proprie vittime è parte del gioco di ruolo. Loro non vedevano loro di acchiappare i nostri personaggi dopo che siamo usciti dalla taverna.

Dopo tre scene simili, abbiamo deciso di cambiare strategia e parlare direttamente con gli aggressori. “Lo stupro è un tipo di gioco erotico,” ha spiegato un elfo della notte, che qualche momento prima aveva detto nella taverna “scopami finché svengo.” Qualcuno ascoltando ha manifestato assenso, “È solo un modo per divertirci, nulla di più.”

Chi vuole fare log-out nei pressi di un edificio deve aspettare 20 secondi, durante i quali il personaggio si inginocchia. Una calamita per gli ospiti della “Taverna dello Stupro.” Screenshot via Blizzard

“Quelli a cui non sta bene possono fare log-out quando vogliono.” Questa frase si è ripetuta spesso nelle conversazioni con i giocatori. Alex, un fan di WoW di lunga data che ha assistito a molte scene come questa a Goldshire, mentre si trovava lì con il suo personaggio panda, riassume la problematicità del fenomeno in poche parole: “È un po’ una mentalità da ‘o nuoti o affoghi’ quella di questi giocatori-stupratori. Goldshire è la loro casa su quasi tutti i server e quelli a cui non sta bene devono starsene lontano da lì. Così si rovina il divertimento per tutti, praticamente.”

Ma i veterani di WoW hanno anche criticato l’atteggiamento degli sviluppatori di casa Blizzard: “Nessuno ci aiuta. Certo, puoi presentare un reclamo, ma Blizzard ignora questo sistema da anni.” Abbiamo chiesto a Blizzard una dichiarazione in merito, ma dopo diversi giorni di attesa, non abbiamo ricevuto risposta.

I problemi dei giocatori colpiti dal fenomeno possono sembrare esagerati. Dopo tutto, stiamo parlando di incidenti che hanno luogo solo sullo schermo e in un mondo di fantasia. Ma proprio adducendo queste scuse, si sottovaluta spesso come esperienze del genere gravino su chi è stata vittima di attacchi. Molti giocatori con cui abbiamo parlato sottolineavano quanto spiacevoli possano diventare queste situazioni.

Nelle interviste, le vittime di questi attacchi ci hanno raccontato di essersi trovate improvvisamente messe all’angolo — malgrado le dimensioni enormi del mondo online — e che semplicemente non volevano che il loro personaggio, nei cui confronti avevano sviluppato una forma di affetto, subisse una cosa del genere. In cima a tutto, ci sono poi gli insulti espliciti e spesso di tipo razzista e sessista fatti dagli aggressori, che rafforzano la sensazione che nessuno sia mai al sicuro né benvenuto.

Un giocatore grida “chi vuole un po’ di sborra?” in una chat pubblica e poi corre in giro per la taverna con un cannone da neve. Screenshot via Blizzard

Il fenomeno della “Taverna dello Stupro” non è niente di nuovo. Nei forum le descrizioni di esperienze spiacevoli a Goldshire si accumulano da anni e chiedono che Blizzard prenda dei provvedimenti. Ma è difficile trovare qualcosa di simile a una posizione netta da parte di Blizzard riguardo il fenomeno. Nel 2010, Blizzard ha annunciato che avrebbe “organizzato le ronde” alla Goldshire Inn e dato un time-out a qualsiasi giocatore che avesse infranto le linee guida della community davanti ai loro occhi. La decisione non sembra aver cambiato granché le cose.

Agli occhi della maggior parte dei fan di WoW, a segnare il destino di Goldshire è stata l’uscita dell’espansione Wrath of the Lich King nel 2008. Grazie a una nuova feature, i giocatori non erano più costretti a incontrarsi in una taverna o posti simili per cominciare un’avventura insieme. Invece, il “Dungeon Finder” ha reso più semplice per i giocatori formare un gruppo, così da non doversi più incontrare nei paesi come Goldshire prima di intraprendere una missione comune. Tutto ciò che restava, a quel punto, era la community dedita al gioco di ruolo erotico, che ha continuato a usare il paese come punto di incontro, ma c’è voluto poco perché cominciasse a sentirsi aggredita.

Le tutele per i minori crollano

Tralasciando per un attimo il fatto che l’aggressività dei membri di questa “community dello stupro” rovini il divertimento a tutti gli altri, li metta in situazioni di disagio e li spinga a lasciare Goldshire, c’è un altro problema: la tutela dei minori.

In Germania, World of Warcraft è disponibile per chiunque abbia più di 12 anni e grazie a una strategia promozionale sempre valida, chi inizia a giocare per la prima volta ha il permesso di farlo gratuitamente fino al raggiungimento del livello 20. Se i giocatori scelgono un personaggio umano, Goldshire si trova molto vicino alla zona di partenza del gioco e può essere raggiunta in pochi minuti.

Il risultato è che c’è un’alta probabilità che un minorenne finisca nella “taverna dello stupro,” dove le persone chiedono spesso i numeri di telefono o “foto vere.” È soprattutto per questo motivo che Blizzard dovrebbe affrontare seriamente il problema di Goldshire e capire come rispondere in modo più efficace e rapido a reclami e denunce.

“Non sei a Goldshire da abbastanza tempo se non hai succhiato almeno 5 cazzi.” Le tradizioni di Goldshire sono… particolari. Screenshot via Blizzard

Gli aggressori virtuali con cui ho parlato non vogliono sentir parlare di scenari del genere, dove potrebbero trovarsi — in realtà — a chattare con un minorenne. Durante il tempo passato a fare ricerca per questo articolo, ci ripetevano scuse come “i bambini non stanno svegli la notte,” o “è colpa loro.”

Dopo il nostro soggiorno a Goldshire, non possiamo fare altro che concludere che il microcosmo di questa piccola cittadina opera del tutto secondo le proprie regole, alcune delle quali in netta contraddizione con i termini d’uso di World of Warcraft. Durante ognuna delle nostre visite sui vari server dedicati al gioco di ruolo, ci siamo imbattuti in alcuni giocatori che non solo ci hanno aggrediti nel gioco, ma che hanno anche cercato di ottenere foto vere e informazioni di contatto.

Il modo in cui Blizzard ha permesso che questo problema persistesse è spesso interpretato come un permesso implicito ad mutare le chat erotiche già esistenti in veri e propri atti di stupro dentro al gioco.