“È difficile imbattersi in qualcosa di più triste, più tetro e desolato di quest'isola infelice che forma il lato occidentale dell'arcipelago delle Eolie. È un angolo della terra dimenticato al momento della creazione, è rimasto al tempo del caos.”Assumere acido lisergico inconsapevolmente è decisamente diverso dallo sdraiarsi su un tappeto e passarsi un francobollo intriso di LSD. Se assunto senza saperlo, l’ergot provoca esperienze allucinatorie molto più profonde e incontrollabili.
La segale cornuta
Tutte le foto per gentile concessione di Paolo Lorenzi
Sulle spighe compaiono delle piccole corna nere, che indicano la presenza di questo fungo, semmai doveste imbattervici (e scegliere se mangiarvelo e farvi un bel viaggetto). Quando il fungo sembra essere arrivato ad Alicudi, a inizio Novecento, quasi sicuramente gli arcudari non avevano la minima idea del fatto che panificare con quella segale avrebbe dato vita alle leggende isolane più antiche. “A portare il fungo sull’isola,” mi dice Paolo Lorenzi, antropologo che ha passato otto mesi ad Alicudi, “pare siano stati gli inglesi, che venivano da queste parti a prendere malvasia (per fare lo sherry) e assenzio.”“Commerciavano soprattutto a Messina e Palermo e poi passavano dalle Eolie.” Ma, come mi spiega Paolo, è probabile che l’infestazione sia avvenuta anche molto prima di inizio ‘900. “L’antropologa Macrina Marilena Maffei, grande studiosa dei miti e delle leggende che riguardano le Eolie, intervistando moltissimi anziani in tutto l’arcipelago, ha scoperto che l’arrivo della segale cornuta potrebbe essere databile secoli prima e su tutte le isole, non solo Alicudi.” Gli effetti della segale cornuta, tra l’altro, si conoscevano già dagli antichi Greci, che la ingerivano prima di rituali misterici; successivamente in Belgio, in pieno periodo di caccia alla stregoneria, e più recentemente nel 1951, nel paesino francese di Pont-Saint-Esprit, in cui 250 persone furono colpite da allucinazioni, visioni e tentativi di suicidio.Gli effetti della segale cornuta, tra l’altro, si conoscevano già dagli antichi Greci, che la ingerivano prima di rituali misterici
In quel periodo ad Alicudi le persone hanno iniziato a scambiarsi le reciproche visioni: fantasmi, streghe, trasformazioni in animali. La cosa è andata avanti per decenni e alcuni arcudari ci credono ancora. Gli abitanti di Alicudi vivono, come spiega bene questo documentario di Francesco Giuseppe Raganato, in una specie di bolla analogica anche perché mancano molte tecnologie - non ci sono automobili, niente illuminazione pubblica, l’uso diffuso dell’acqua piovana.Il fantastico è diventato reale, l’allucinazione collettiva è rimasta viva. Gli arcudari più anziani hanno visto anche loro dei sabba di streghe e strani uomini, senza aver mangiato nulla di psichedelico.
Per rispondere alla seconda domanda, invece, bisogna prenderla un po’ larga. E in primis capire che assumere acido lisergico inconsapevolmente è decisamente diverso dallo sdraiarsi su un tappeto e passarsi un francobollo intriso di LSD. Quindi pensare agli arcudari come una sorta di proto-hippie è, sostanzialmente, una scemenza.Questo perché è molto diverso assumere LSD consapevolmente, con mente e corpo pronte, dall’ingerirlo a propria insaputa: se assunto senza saperlo, l’ergot provoca esperienze allucinatorie molto più profonde e incontrollabili. È probabile allora che tutti gli abitanti di Alicudi abbiano avuto a che fare con una percezione espansa della realtà per molti anni, familiarizzando con allucinazioni e visioni al punto da renderle reali. Bisogna immaginarsi un periodo di carestia pesante, in cui il pane era alla base dell’alimentazione: tutti lo mangiavano e molti respiravano la farina durante l’impasto. A rendere consapevoli gli arcudari di quello che era successo sono stati, ironia della sorte, proprio degli hippie.Bisogna immaginarsi un periodo di carestia pesante, in cui il pane era alla base dell’alimentazione: tutti lo mangiavano e molti respiravano la farina durante l’impasto.
Gli abitanti non sapevano tecnicamente quale fosse la spiegazione. A tagliare del tutto la testa al toro ci ha pensato la chiesa locale, dichiarando come il pane nero fosse da evitare perché pane del Diavolo.
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