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Dopo gli scontri di ieri a Milano, molti invocano le violenze della polizia

Nonostante nemmeno un mese fa l'Italia sia stata condannata per i fatti di Genova del 2001, dopo gli scontri di ieri a Milano la violenza della polizia sembra non destare più scandalo, tanto che sono in molti a invocare "un'altra Diaz" per i No Expo.

Foto di Stefano Santangelo.

Come di certo avrete già sentito—visto che nelle ultime ore non si è parlato d'altro in Italia—ieri pomeriggio a Milano ci sono stati scontri e devastazioni in occasione di una grande manifestazione organizzata in concomitanza con l'apertura di Expo.

Per quanto, a conti fatti, la situazione sia stata meno grave di quanto la tensione che si respirava facesse presagire, il livello di scontro è stato sicuramente alto—tanto che, mentre i disordini erano ancora in corso, sui social tutti si sono sentiti in dovere di commentare gli avvenimenti della giornata.

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Già il 30 aprile, durante il corteo studentesco contro Expo, si era capito che aria tirasse quando il notaio-alpino bersagliato dalle uova era subito diventato un simbolo, ricevendo anche l'omaggio sentito di Forza Nuova:

Stando così le cose, era normale che anche in occasione della manifestazione del primo maggio i toni fossero piuttosto accesi. In molti casi, però, si è arrivati a giustificare, se non addirittura augurarsi, l'utilizzo della violenza da parte della polizia—il tutto, ed è questo il punto, a poca distanza dalla condanna della Corte Europea per le violenze di polizia della Diaz.

Si è trattato di una tendenza trasversale che ha interessato sia i meandri più nascosti di Twitter, sia senatori della Repubblica e direttori di quotidiani.

Per tutta la giornata di ieri, l'hashtag #noexpo è rimasto trending topic su Twitter: scorrendo i tweet non era difficile trovare affermazioni tali da restare quantomeno sbalorditi—talmente tante che persino Libero ci ha fatto un articolo.

Altri invocavano l'utilizzo di fucili e lanciafiamme contro i manifestanti.

In molti hanno anche portato all'estremo il paragone—già di per sé immotivato—con i fatti di Genova, evocando "un'altra Diaz," senza distinguere minimamente tra le varie anime del corteo, buttando tutto nel mucchio per invocare soluzioni finali.

Quando—neanche un mese fa—la Corte europea per i diritti dell'uomo aveva condannato l'Italia per la "macelleria" della Diaz, se n'era parlato a lungo, e il tema degli abusi della polizia era tornato d'attualità. Quando—appena due settimane fa—erano emerse le dichiarazioni di un poliziotto che rivendicava con fierezza di aver partecipato a quell'operazione, in molti si erano scandalizzati.

Insomma, per un attimo era sembrato che l'opinione pubblica italiana avesse rivolto la sua attenzione alla questione degli abusi della polizia e che si stesse facendo un passo avanti nella presa di coscienza. Un passo avanti che, a giudicare dal modo in cui molti hanno parlato dei fatti di ieri, è stato subito compensato da un numero imprecisato di passi indietro.

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