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Siete Bruno Vespa? Questo post è fatto per voi

Nei giorni in cui VICE ha pubblicato un documentario sulla condizione omosessuale nella Russia di Putin, per un attimo ho avuto un pensiero amorevole nei confronti del mio Paese. Poi è arrivata l'ultima puntata di Porta a Porta.

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Nei giorni in cui VICE ha pubblicato un documentario sulla condizione omosessuale nella Russia di Putin, per un attimo ho avuto un pensiero amorevole nei confronti del mio Paese, per quanto fosse un ragionamento parallelo a quello del regno di ciechi in cui l'orbo è re. Ogni tanto, però, un po' di ottimismo non guasta: nel nostro Paese integriamo abilmente addirittura la figura di Enzo Miccio e questa è un'ottima prova di tolleranza. Insomma, mattinate di allegria e di grandi speranze, giorni in cui quasi mi passa di mente addirittura il Vaticano, ma poi a rovinarmi l'idillio ecco che arriva LUI.

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No, vi metto una foto più comprensibile. Lui.

Che aveva presentato la puntata del suo programma con una mossa di marketing azzeccatissima?

Siete omosessuali,avete cercato di diventare etero e non ci siete riusciti? Stasera #portaaporta è fatta per voi?

— Bruno Vespa (@BrunoVespa) January 23, 2014

Vespa ha poi replicato con altri tweet che contestualizzavano meglio il felice aforisma, che nemmeno era farina del suo sacco. Il grande intellettuale ha infatti deciso di cogliere la palla al balzo di un argomento CONTROVERSO e MAI TRATTATO come quello degli amori bizzarri attraverso un film in uscita in questi giorni: si chiama Tutta Colpa Di Freud e la trama prevede che una ragazza si innamori di un sordomuto, un'altra di un uomo molto più anziano di lei e una terza, lesbica, delusa, decida di redimersi. Originalità è l'obiettivo della commedia all'italiana in cui la divertente condizione omosessuale è un bel trampolino per trucchi menandrei e colpi di scena inaspettati. In questo caso addirittura la moralità tradizionale è ribaltata e vediamo un padre disperato perché la figlia ha fatto ammenda e vuole riprovarci col cazzo. Ma qui non si tratta di cazzo, miei cari, si tratta di Amore.

Infatti la puntata di Porta a Porta si chiama "L'amore in tutte le sue forme."

Per iniziare con gioia arriva in studio un uomo che amo tantissimo, in una forma di amore che potrei definire rettale: l'ex ministro Carlo Giovanardi. Non ho davvero ancora capito quale forma d'amore porti Giovanardi ad essere così amorevolmente accanito nei confronti delle faccende che riguardano i diritti degli omosessuali, ma lui sicuramente è uno che si diverte parecchio a mettere del pepe attorno alla parola AMORE.

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Ma non partiamo prevenuti, magari oggi Giovanardi dirà qualcosa di interessante. E invece esordisce affermando "mia figlia una volta è andata in Sudafrica, è tornata e mi ha detto: 'Papà mi sono innamorata di un rasta.' Io le ho chiesto cosa fosse un rasta, mi ha detto un uomo di colore, e io già non capivo, e con i capelli rasta, e nemmeno lì capivo, poi mi ha detto che quest'uomo era sposato e, pensate, che era sposato con un uomo. Poche ore dopo mi sono risvegliato in pronto soccorso." Passi che mi dispiace tanto che Giovanardi sia così cagionevole, passi che questo è l'aneddoto meno divertente della storia, inizio a capire perché questo individuo se la prende un po' sul personale.

Come se non bastasse il carissimo Giova, lo studio di Porta a Porta non smette di incamerare personaggi di serie A. Ad esempio ecco che entra il mio ex professore (volontariamente evitato più volte) Stefano Zecchi, sposato con un'alunna e che racconta la bizzarria del proprio amore in maniera platonicamente romantica: "un professore ha un potere di seduzione molto forte, devo stare attento a non approfittarne." Davvero un peccato averlo evitato.

Segue una schiera di individui presenti e ritratti in clip video accomunati dalla peculiarità di essere sposati con individui molto più giovani o molto più anziani di loro ("del resto il cuore non ha rughe"—giuro che l'hanno detto) in cui tutto va a comporre un quadro generale dove "gli strani casi di omosessualità" sono una piccola parte degli "strani casi di amore" del mondo.

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E nonostante dall'altra parte della barricata ci fosse la simpatica martire Anna Paola Concia (che già ci ha messo due ore a far capire ai presenti in che modo sua moglie avesse dovuto sbattersi a mille per prendere il suo cognome—immaginatevi quanto ci avrebbe messo per far emergere un concetto anche solo un pelo più complicato) la mia attenzione nei confronti del programma è via via scemata. Mi sono ripromessa di continuare la visione il giorno dopo in streaming, ma lo streaming del programma non funziona.

Ora vorrei sottoporvi a un paio di considerazioni molto semplici: il fatto che stiamo discutendo in televisione di un argomento che include anche l'omosessualità non rende la discussione, tantomeno il programma che la ospita, portatori di innovazioni sociopolitiche o contenuti densi e significativi; è semplicemente un modo per riempire due ore di palinsesto televisivo "strizzando l'occhio alla diversità", che è quello che fanno anche tutte le altre trasmissioni in cui appare un gay, si parla di gay, c'è Platinette, c'è Signorini o qualsiasi altro esponente socialmente accettabile del nostro variopinto esercito di mutanti appariscenti.

Oltretutto sarebbe anche il momento di ammettere che far rientrare le problematiche e le questioni di diritti in un cerchio più ampio, ovvero totalmente fuori fuoco rispetto al problema, qual è L'AMORE, è un altro di quei trucchi per cui la figura di un gay è semplicemente una figura di un gay, un pupazzetto divertente che ha un'eccentricità, uno spostamento dalla posizione normale (quindi poco utile al salotto televisivo) in cui l'amore normale si trova, che fa colore, fa sorridere o fa arrabbiare a seconda della predisposizione d'animo dello spettatore.

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L'amore è una cosa molto bella, l'amore è il mondo, l'amore è il collante dell'umanità—la banalità della frase precedente dimostra che portare l'argomento amore di fianco a qualsiasi argomento che debba essere invece trattato in maniera un po' più capillare significa non solo cristallizzare un'immagine e un immaginario conservatore, ma allo stesso tempo banalizzare a morte una questione, rendendola potenziale vittima di libri di Moccia o canzoni di Jovanotti. In effetti amore è veramente la parola più inconsistente degli ultimi secoli e le sue forme, se il caro Vespa avesse voluto analizzarle proprio tutte, sono davvero tante tante. Io amo un casino il mio divano, per esempio, ma non so se potrei apportare quest'argomentazione qualora volessi sposarmi con lui.

L'unica cosa che mi consola è che alcuni occhi più fini si saranno resi conto di quanto è stronzo, ipocrita e ignorante parlare di omosessualità buttandola nel calderone "matrimoni bizzarri", una categorizzazione che presuppone comunque un concetto di normalità moralmente accettabile che riguarda praticamente solo coppie eterosessuali più o meno della stessa età. Un occhio ancora più fine noterebbe che questo ragionamento non sarebbe nemmeno del tutto aberrante, moralmente, se lo si ribaltasse in maniera sillogistica, ovvero: è sposato persino Zecchi, persino Giovanardi, quindi perché per una volta non evitate di cacare il cazzo a gente più normale di loro?

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