Pubblicità
Pubblicità
VICE: Cosa ne pensa complessivamente di questa legge?Approvata ora al — Maurizio Martina (@maumartina)2 agosto 2016
Andrea Segrè: Buona, ma bisogna anche guardare oltre. Questa legge riprende tutto il lavoro che abbiamo fatto in materia in questi quindici anni, in particolare con il Piano nazionale di prevenzione spreco alimentari che io presiedo per conto del Ministero dell'Ambiente. Il recupero c'era già, la cosa innovativa è che mette insieme tutta una serie di punti che prima erano separati. Ha altri aspetti positivi, altri meno interessanti, ma si tratta di una legge nel complesso positiva e che andava fatta.Partiamo dagli aspetti positivi. Quali sono?
Prima di tutto si istituisce per legge la possibilità dei comuni di riconoscere uno sconto sulla tariffa dei rifiuti per chi dona i prodotti. Ovvero, se li doni eviti il rifiuto, e il rifiuto lo paghi, quindi ti riconosco uno sconto proporzionale a quanto hai recuperato.Questa procedura come Last Minute Market l'abbiamo studiata e sperimentata fin dal 2004 a Ferrara e poi applicata in diversi comuni d'Italia ed è un incentivo importante. Si è scelto nel nostro paese— al contrario di quanto avviene in Francia dove vige un principio punitivo— di incentivare il recupero: credo sia una scelta intelligente.C'è poi il fatto che la legge mette insieme cibo e farmaci, come abbiamo fatto noi con il Last Minute Market Pharmacy credo sia una scelta importante dato che oltre al cibo anche i farmaci non usati si sprecano in notevole quantità. Per quanto riguarda invece gli aspetti negativi?
Più che negativi direi che ci sono degli articoli da sviluppare nel senso che la legge punta in particolare a semplificare le procedure di recupero a fini solidali per dar da mangiare a chi ha bisogno. Giusto e importante. Ma altrettanto se non più importante è la prevenzione: il miglior rifiuto e per analogia lo spreco è quello che non si produce, non si fa. Il problema della fame e della povertà non si risolve dando alle persone da mangiare ciò che si recupera, non ci sarà infatti mai una quantità di cibo sufficiente a sfamare tutti quelli che ne hanno bisogno. Per questo, la prevenzione, da integrare al recupero, è assolutamente necessaria.
Pubblicità
Una campagna di comunicazione che racconti i numeri dello spreco e che insegni a leggere le etichette, a capire cosa sono le scadenze, la differenza tra il consumarsi entro o preferibilmente. Questo è da fare nell'immediato. Poi una campagna più lunga, da portare avanti nelle scuole, che si deve prefiggere di coinvolgere le famiglie, gli studenti gli insegnanti. Per far prevenzione bisogna educare, ci deve essere un progetto a lungo termine.In questo senso, l'unico punto che affronta il tema della prevenzione nella legge è l'introduzione dell'educazione alimentare nelle scuole. Va bene che sia stata inserita, ora bisogna cominciare ad applicarla.
Pubblicità
Lo dico con cognizione di causa perché ne la Carta di Milano [ il documento proposto in occasione di Expo 2015 che elencava i principi e gli obiettivi dell'esposizione ] il tema dello spreco è emerso in modo molto chiaro. Quindi io credo che abbia ragione a dire che è uno dei risultati di Expo.Lo vediamo dall'osservatorio di Waste Watcher, prodotto da Last Minute Marker, che è l'osservatorio dello spreco domestico: intervistiamo delle persone e facciamo dei rapporti periodici, ed è chiaro che negli ultimi anni c'è una sensibilità sempre maggiore.Quanto contano le direttive europee nella lotta allo spreco?
C'è ancora molto da fare. Dal 2010 facciamo una campagna, spreco zero, in cui le chiediamo di intervenire. Siamo arrivati ad ottenere una risoluzione del Parlamento europeo che ha fatto da apripista a tutto, nella quale si chiedeva ai paesi europei di ridurre lo spreco del 50 percento entro il 2025 e si chiedeva tra l'altro di istituire un anno europeo contro lo spreco. Poi è cambiata la commissione europea e il progetto non ha avuto un seguito.Come è messa l'Italia rispetto agli altri paesi europei sul tema?
Come "spreconi" siamo nella media, né più né meno. Sul contrasto dobbiamo fare molto di più perché siamo stati i primi a parlarne a livello europeo, il primo documento in assoluto è nostro, avevamo un vantaggio rispetto agli altri notevole. Poi, come spesso succede, ci siamo un po' persi. Anche per questo, per dare una spinta in direzione di una lotta allo spreco sempre più diffusa, credo che questa legge sia un segnale importante.Segui Flavia su TwitterSegui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: